“QUANDO IL BOTTINO NON LI SODDISFA MI PICCHIANO CON IL BASTONE E MI TENGONO CHIUSA IN CASA A FARE LE PULIZIE” - UNA RAGAZZINA ROM HA DENUNCIATO I GENITORI CHE LA PUNIVANO SE NON RUBAVA, O SE NON RISPETTAVA GLI ORDINI. IL PROCESSO SI CONCLUDERÀ QUESTO MESE A TORINO: AI PARENTI È STATA GIÀ REVOCATA LA POTESTÀ GENITORIALE…
Davide Petrizzelli per www.torinotoday.it
Si concluderà probabilmente a febbraio 2022 il processo, in tribunale a Torino, contro i parenti di una ragazzina rom, che a breve diventerà maggiorenne, all'epoca residente in un campo di Orbassano, accusati di concorso in furto e maltrattamenti in famiglia.
Tutto nasce dalla denuncia della giovane che il 30 aprile 2018, dopo avere rubato merce per 800 euro nel negozio Scarpe & Scarpe del centro commerciale Le Gru di via Crea, aveva preso un bus e si era presentata nella caserma dei carabinieri di Grugliasco per autodenunciarsi e denunciare il padre, il nonno paterno, lo zio e la zia per averla costretta a commettere una serie di furti.
"Quando il bottino che porto a casa non li soddisfa - aveva raccontato - mi picchiano col bastone e mi tengono chiusa in casa a fare le pulizie". La giovane aveva deciso di ribellarsi a quell'esistenza e da allora è stata spostata in una comunità.
Ai parenti (la madre era scappata via tempo fa) è stata revocata la potestà genitoriale. In aula la giovane è rappresentata dall'avvocato Roberto Saraniti, mentre i quattro imputati, che negano ogni addebito, sono difesi dall'avvocato Vittorio Pesavento. A sostenere l'accusa è il pm Laura Ruffino.