pastori sardi

HANNO RAGIONE I PASTORI SARDI - COSÌ LA GRANDE DISTRIBUZIONE BEFFA I CONTADINI - I DATI DI COLDIRETTI: PER OGNI EURO DI SPESA SOLO 22 CENTESIMI FINISCONO AI PRODUTTORI - IL FONDATORE DI SLOW FOOD, CARLO PETRINI, EVOCA UN “SESSANTOTTO” DEGLI AGRICOLTORI...

Nicola Pinna per la Stampa

 

PASTORI SARDI

In un supermercato del centro di Torino, ieri mattina, un chilo di clementine calabresi, di quelle con la foglia ma senza semi, costava 1,70 euro. Al contadino che le ha prima coltivate e poi raccolte sono rimasti in tasca 15 centesimi. Meno di un decimo, perché i meccanismi del mercato hanno finito per assegnare alla catena della commercializzazione la percentuale maggiore sulla vendita dei prodotti che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole. Sono le regole della grande distribuzione: prezzi alti per i consumatori e solo briciole per i produttori.

 

La lotta dei pastori sardi che ha portato alla ribalta il dramma delle piccole aziende è ugualmente legata a questo genere di dinamiche. La vendita del pecorino non è in crisi, ma ogni litro di latte viene pagato solo 60 centesimi. Vale anche per il riso e per il grano, per i salumi e per i formaggi. Va persino peggio per chi coltiva i pomodori.

 

SALVINI E CENTINAIO INCONTRANO I PASTORI SARDI

La sproporzione è clamorosa: per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi - svela uno studio di Coldiretti - soltanto 22 centesimi finiscono nelle mani di chi ha zappato la terra e colto i suoi frutti. Il mondo delle campagne è strozzato dalle politiche del mercato globale e per questo il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, dalle colonne de La Stampa ha evocato un «Sessantotto dei contadini». Una rivoluzione dal basso che consenta agli agricoltori di sganciarsi dalle catene imposte dalla grande distribuzione e creare nuovi orizzonti di crescita. «Le soluzioni per un' agricoltura a misura d' uomo ci sono - sostiene Petrini - Il futuro è l' azienda multifunzionale, capace di coltivare prodotti differenti e crearsi al contempo attività varie, sempre legate al mondo della terra. L' altro punto è l' integrazione di fasi diverse della filiera».

 

proteste dei pastori sardi 9

Per ora la bilancia pende sempre dalla stessa parte, quella di chi aggrega i prodotti e li fa arrivare negli ipermercati di tutte le città. Il paradosso più evidente è quello che riguarda il pomodoro: la bottiglia di vetro finisce per costare più della materia prima. Lo studio di Coldiretti ha calcolato con precisione tutti i dettagli. Per acquistare 700 ml di passata si spende circa 1 euro 30 centesimi e il 53% di questa cifra finisce per essere assorbito dalle distribuzione commerciale. Il 18% se ne va con i costi di produzione industriale, il 10 con la bottiglia e soltanto l' 8 finisce per remunerare il lavoro del contadino.

 

«Questa è una grave ingiustizia da sanare - dice Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti -. È urgente rendere più equa e giusta la catena di commercializzazione degli alimenti anche con interventi che servano a limitare lo strapotere contrattuale dei nuovi poteri forti dell' agroalimentare».

proteste dei pastori sardi 8

 

Che ci siano pochi margini di trattativa lo sanno bene anche i cerealicoltori. Per mostrare la situazione basta l' esempio del pane: al market costa 2 euro e 80, ma il grano viene pagato 20 centesimi al chilo. Dal campo allo scaffale, dunque, il prezzo si moltiplica di quasi 15 volte. Nel caso del riso l' aumento è da capogiro: per un solo piatto il costo cresce del 500%. Ma a guadagnarci non è mai il contadino.

proteste dei pastori sardi 6proteste dei pastori sardi 2proteste dei pastori sardi 3proteste dei pastori sardi 10proteste dei pastori sardi 1proteste dei pastori sardi 4proteste dei pastori sardi 5pastori sardiproteste dei pastori sardi 7

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA