IL REGIME DI ASSAD E’ COLLASSATO E ORA L’ITALIA ORA TEME UN’ONDATA DI PROFUGHI - LIBANO E GIORDANIA CHIUDONO LE FRONTIERE CON DAMASCO (MA SONO MIGLIAIA I SIRIANI RESIDENTI IN LIBANO CHE STANNO TORNANDO A CASA DOPO LA FINE DEL REGIME) - A DISPETTO DELLA FISIOLOGICA DIMINUZIONE DEGLI ARRIVI NEI MESI INVERNALI, IL NUMERO DI SIRIANI ENTRATI IN EUROPA LUNGO TUTTE LE ROTTE È IN AUMENTO DA MESI. E POTREBBE LIEVITARE - L’ONU PARLA GIÀ DI 370MILA SFOLLATI, DI CUI ALMENO 60-80MILA NEL NORD-EST DEL PAESE…
MIGLIAIA DI SIRIANI IN LIBANO VERSO I VALICHI DI CONFINE
(ANSA) - ROMA, 08 DIC - Migliaia di siriani, molti da più di 10 anni profughi nel vicino Libano, si stanno dirigendo stamani ai valichi frontalieri con la Siria dopo il dissolvimento del sistema di potere incarnato dalla famiglia Assad al potere da 54 anni. Lo riferiscono i media libanesi che citano come le autorità di Beirut stiano ora facilitando l'esodo in massa di profughi siriani a lungo considerati in Libano come un peso insostenibile per la società e l'economia del Paese.
L’ITALIA ORA TEME UN’ONDATA DI PROFUGHI LIBANO E GIORDANIA CHIUDONO LE FRONTIERE
profughi siriani in giordania 8
Estratto dell’articolo di Alessia Candito per “la Repubblica”
Il primo allarme era arrivato qualche giorno fa, mentre i jihadisti dell’Hts sciamavano dentro Aleppo. «C’è il rischio di un collasso migratorio», avvertiva il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Adesso, quella «previsione di scenario», così la definivano fonti della Farnesina, sembra essere diventata vera e propria allerta. «È importante evitare una nuova crisi migratoria», ha sottolineato ieri Tajani, mentre il titolare della Difesa, Guido Crosetto, nelle stesse ore segnalava: «L’impatto della crisi siriana va capito».
Traduzione, il governo Meloni ha interesse e urgenza di “tarare” gli sfollati che potrebbero cercare un futuro lontano dalla Siria e «che attraverso la rotta balcanica possono arrivare in Europa e attraverso il Mediterraneo ai Paesi che vi si affacciano». Nell’area, qualsiasi opzione sembra chiusa. […]
Il Paese dei cedri trasformato in pantano da un mese di offensiva israeliana, ha chiuso le porte ai siriani che in 150mila lo avevano lasciato quando hanno iniziato a cadere le bombe dell’Idf. Ma sono frontiere porose e sugli stessi sentieri su cui per decenni sono transitate armi e truppe, oggi si incamminano famiglie in cerca di un posto sicuro, destinate però a non potersi fermare appena passato il confine.
Già insofferente nei confronti degli oltre 1,5 milioni di profughi siriani sciamati nel Paese, il Libano tre giorni fa aveva comunicato la propria indisponibilità ad accoglierne altri. Amman ha chiuso le frontiere, e anche per il turco Tayyip Erdogan sarebbe politicamente complicato gestire un nuovo esodo siriano, con 4 milioni di profughi già residenti nel Paese diventati cavallo di battaglia dell’opposizione. La via del mare - fino alla Calabria, lungo la rotta jonica, o fino alla Grecia, per poi attraversare i Balcani - per molti rischia di essere l’unica opzione.
A dispetto della fisiologica diminuzione degli arrivi nei mesi invernali, il numero di siriani entrati in Europa lungo tutte le rotte - certifica Frontex - è in aumento da mesi. E potrebbe lievitare. L’Onu parla già di 370mila sfollati, di cui almeno 60-80mila nel Nord-Est della Siria. […]