CARO ESTINTO, ANZI CARISSIMO - RINVIATI A GIUDIZIO I TITOLARI DI TRE AGENZIE DI POMPE FUNEBRI CHE CHIEDEVANO DAGLI 800 AI 3.500 EURO ALLE FAMIGLIE DI DEFUNTI PER LA CREMAZIONE DEI LORO CARI, MA ERANO SOLDI CHE NON ERA NECESSARIO VERSARE PERCHE' IL SERVIZIO ERA STATO SVOLTO DALL'AMA (CHE SI È COSTITUITA COME PARTE CIVILE) - SAREBBERO ALMENO NOVE LE FAMIGLIE RAGGIRATE…
Giulio De Santis per roma.corriere.it
Dagli 800 ai 3.500 euro. Sono le somme chieste ai familiari dei defunti dai titolari di tre agenzie di pompe funebri per procedere presso il cimitero Flaminio-Prima Porta per la cremazione delle salme. Soldi che non avrebbero dovuto essere versati. Le salme sono state infatti inumate da Ama. Nove le famiglie raggirate, secondo la Procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro imprenditori e un dipendente.
L’accusa contesta dal pubblico ministero Silvia Sereni: truffa. In questo caso i magistrati hanno configurato anche la presenza dell’aggravante della minorata difesa a danno dei familiari. Secondo l’accusa, gli imputati, infatti, si sarebbero approfittati della debolezza dovuta alla perdita di una persona cara per raggirare i clienti.
Sono nove i casi riscontrati dagli inquirenti. Sette di questi sono avvenuti in coincidenza del lockdown tra il 9 marzo e l’10 maggio del 2020 imposto dall’emergenza Covid. Periodo nel quale i familiari delle persone scomparse non hanno potuto accedere al cimitero o svolgere i funerali per il pericolo dei contagi. Altre due truffe invece sarebbero avvenute nell’estate di due anni fa. Ama, attraverso l’avvocato Giuseppe Di Noto, si costituirà parte civile.
Ecco l’elenco di chi rischia il processo. Innanzitutto è imputato Alessandro Manca, titolare dell’agenzia «Af». Gli episodi ricondotti alla sua ditta sono quattro e gli avrebbero garantito un incasso di 3.600 euro. Nella lista degli accusati figura il nome di Emanuele Alesse, alla guida dell’agenzia «Roma», che avrebbe intascato tremila e 500 euro per una cremazione mai svolta.
A rischiare il processo ci sono pure Roberto Caprioli, a capo dell’agenzia «Chiericoni», e Alessandro Biagetti, alle dipendenze della società «Caprioli». In questo caso sono tre le truffe, per un valore di duemila e 700euro, commesse dalla coppia d’imputati, secondo quanto sostiene la Procura. La lista si chiude con Carlo Bruni, titolare dell’agenzia funebre «San Giovanni». All’imprenditore viene ricollegata una sola truffa, che gli avrebbe consentito di intascare mille e 400 cento euro.
Questo il sistema escogitato dai cinque imputati, almeno secondo quello che viene contestato loro dall’accusa. E’ il 14 marzo del 2020 quando il telefono di Manca squilla. A voler parlare con lui, è una signora di 70 anni che ha appena perso un parente. L’uomo gli spiega – secondo gli inquirenti – che si occuperà della cremazione della salma. Per il servizio chiede 950 euro. La donna versa quanto chiesto. Intanto, stando alla ricostruzione della Procura, la salma del defunto viene sistemata presso la camera mortuaria del cimitero Flaminio.
La cremazione non viene eseguita dall’agenzia «Af». L’operazione d’inumazione viene portata a termine dall’Ama. La famiglia del defunto si accorge però del raggiro e denuncia Manca. Lo stesso accadrà con gli altri quattro imputati, tutti segnalati ai magistrati . Lo scorso giugno si è aperto il processo a 13 dipendenti Ama, accusati di aver estratto tre salme dai loculi del cimitero di Prima Porta per sezionarle e ridurle in pezzi. Lo scopo: riporre i resti nella cassetta delle ossa e poi chiedere ai familiari il pagamento di una somma per il servizio di estumulazione del cadavere.