siria assad

RISCHIAMO DI PASSARE DALLA PADELLA ASSAD ALLA BRACE DI UN NUOVO CALIFFATO - NEL 2013 LA GUERRA CIVILE IN SIRIA APRI' UN VUOTO DI POTERE DAL QUALE EMERSE CON FEROCIA L’ISIS – ORA C’E’ ABU MOHAMMED AL JOLANI, L’ARTEFICE DELLA COALIZIONE SUNNITA CHE HA TRAVOLTO IL REGIME IN UNDICI GIORNI - IL LEADER JIHADISTA HA IMPARATO DAGLI ERRORI DI BIN LADEN E DEL SUO MAESTRO ABU MUSAB AL ZARQAWI, FONDATORI DI AL QAEDA E ISIS: NON VUOLE INCUTERE TERRORE E SI PRESENTA COME MODERATO, PROMETTENDO UNA GESTIONE "INCLUSIVA" DEL PAESE MA SOTTO SOTTO…

mohammed al jolani 6

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

[…] Tutti, a partire da Israele, temono che la Siria cada nelle mani di Abu Mohammed al Jolani, l’artefice della coalizione sunnita che ha travolto il regime in undici giorni. Il leader jihadista ha imparato dagli errori di Osama Bin Laden e del suo maestro Abu Musab al- Zarqawi, rispettivamente fondatori di Al Qaeda e Isis, e non vuole incutere terrore: si presenta come un moderato, promettendo una gestione del Paese che includerà ogni etnia e ogni religione.

 

mohammed al jolani 5

Ad Aleppo i suoi uomini hanno rispettato le altre comunità e rilasciato i soldati catturati, applicando subito il metodo di efficienza amministrativa messo in campo da anni a Idlib: i servizi pubblici funzionano meglio di prima. Ma la sua legione di mujaheddin è formata da reduci della guerra santa e sulla via per Damasco si è gonfiata di uomini molto meno disciplinati, assetati di vendetta: l’ingresso nella capitale potrebbe trasformarsi in un bagno di sangue.

 

festeggiamenti a damasco per la fine del regime di bashar al assad 4

Le schiere di al Jolani finora si sono impadronite delle città più importanti: con Damasco avranno il dominio dei centri nevralgici di un Paese dove i sunniti sono maggioranza.

C’è chi crede che il leader voglia costruire un modello innovativo di Stato islamico, meno feroce e più inclusivo ma comunque fondamentalista, in cui le altre confessioni verranno progressivamente emarginate. E la sua vittoria potrebbe in ogni caso riaccendere i focolai jihadisti oltre il confine, in particolare in Iraq, in Giordania e in Egitto, oltre a creare un bastione coranico che dal Golan già minaccia Israele.

bashar al assad

 

Per questo adesso c’è la corsa ad accelerare la decomposizione della Siria, tentando di creare contrappesi all’avanzata di al Jolani. È il destino probabile per la regione di Latakia, dove un milione di alawiti si stanno armando e possono contare sulla protezione russa: Mosca ha lì le basi strategiche nel Mediterraneo a cui non intende rinunciare. La difesa di questo territorio però non è facile […] ecco che un patto con i sunniti appare come l’unica speranza di sopravvivenza.

 

bashar al assad

Nell’estremo sud, sul confine giordano, una ribellione guidata dai drusi con i gruppi tribali sunniti ha preso il distretto di Daraa: i drusi siriani sono più di 700 mila. Hanno detto di stare dalla parte di al Jolani, ma cercheranno di imporre una loro zona autonoma imitando i cugini libanesi guidati dal clan Jumblatt. L’altro cantone è quello curdo, già diviso in due. C’è il Rojava presidiato dalle milizie del Ypg. E c’è più a sud la provincia strappata all’Isis tra Raqqa e Deir ez-Zor dalle Syrian Defense Forces equipaggiate dagli Usa. I curdi sono combattenti ostinati ma il loro futuro è precario. Erdogan vuole espellerli dalla regione sulla frontiera turca, usando i giannizzeri del Syrian National Army e l’aviazione.

BASHAR AL ASSAD ABBRACCIA ALI KHAMENEI

 

Inoltre il messaggio diffuso ieri da Donald Trump - «questa non è la nostra guerra» - fa prevedere tempi duri per i curdi che potrebbero perdere il sostegno dei jet Usa. Corsi e ricorsi storici: la situazione complessiva ricorda molto quanto è accaduto nel 2013. Anche allora la guerra civile aveva aperto un vuoto spaventoso, dal quale era emerso con ferocia il mostro dell’Isis.

ribelli abbattono la statua di basel el assad ad aleppo

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI