
MISTERI D’EGITTO - RITROVATO IL CORPO SENZA VITA DI GIULIO REGENI, IL DOTTORANDO SCOMPARSO IL 25 GENNAIO AL CAIRO - ERA PRIVO DI VESTITI E PRESENTAVA SEGNI DI TORTURE E FERITE - POTREBBE ESSERE FINITO PER SBAGLIO IN UNA RETATA
Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
Quella sera ci furono manifestazioni, il centro era semiparalizzato Regeni doveva scendere vicino a piazza Tahrir dove lo aspettavano degli amici. Giulio Regeni, 28 anni, il dottorando italiano dell’Università di Cambridge scomparso il 25 gennaio al Cairo, è morto. «Un tragico epilogo», ha dichiarato la Farnesina. Il corpo è stato ritrovato ieri sera dalla polizia, su segnalazione di alcuni passanti, in un fosso nella periferia della città, sull’autostrada per Alessandria.
Lontano dalla stazione della metropolitana dove Giulio sarebbe dovuto arrivare in quella tragica serata, segnata dalle manifestazioni in memoria dell’estromissione di Mubarak di cinque anni prima. I media egiziani aggiungono particolari agghiaccianti: era privo di vestiti e presentava segni di torture e ferite su tutto il corpo.
La città era paralizzata quella sera del 25 gennaio: malgrado il divieto della prefettura di inscenare proteste, erano nati spontaneamente piccoli cortei ovunque che le forze dell’ordine – più numerose dei manifestanti – avevano represso senza troppi complimenti. Tanto che la gente preferiva restarsene in casa, e il Cairo aveva l’aspetto inusuale di una città fantasma. Alle 8 di quella tesa serata Giulio era salito sulla linea 2 della metro alla stazione di Bohoot, quartiere di Giza.
Un’area semiperiferica, separata dal centro storico dal Nilo. E in direzione del centro si dirigeva Giulio: doveva scendere a Bad Al Louq, non lontano da Piazza Tahrir, il cuore della città dove aveva preso corpo la “primavera” del 2011. Al di qua del Nilo, cinque chilometri in linea d’aria di distanza. Lo attendevano gli amici, che non lo hanno visto arrivare e hanno dato l’allarme.
E qui cominciano i gialli. Giulio stava specializzandosi in cultura e letteratura araba. Parlava quattro lingue, aveva vinto diverse borse di studio, amava l’Egitto, la sua gente, le sue tradizioni.Veniva spesso al Cairo, qui si era fidanzato, si divertiva a cucinare i piatti locali nelle case degli amici che lo ospitavano. Originario di Fiumicello, vicino a Udine, chi lo conosceva non lo accostava a movimenti di piazza che in Egitto, sottoposto a un rigido regime militare, sono a dir poco pericolosi.
Però che fosse incappato in una retata, magari solo perché passava per caso per Piazza Tahrir, in quell’angosciosa serata lo hanno pensato subito in molti, finché il ministero dell’Interno ha smentito che fosse stato ristretto in alcun tipo di carcere, della polizia, dei servizi o di altre forze di sicurezza. Si sono intensificate le ricerche, condotte da agenti egiziani con la cooperazione dei servizi italiani. I genitori già il 27 gennaio si erano trasferiti nella capitale per seguire le indagini.
rivolta a piazza tahrir cairo 2011
Intanto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, raccomandava al suo omologo egiziano di seguire con la massima attenzione la questione. E lo stesso capo dello Stato, il generale Abdel Fattah al Sisi, assicurava non più tardi di ieri mattina, poche ore prima del ritrovamento, al ministro dello Sviluppo italiano Federica Guidi il suo interessamento.
Il ministro era arrivato al Cairo in mattinata con uno stuolo di 60 imprenditori per rilanciare la partecipazione italiana alla rinascita economica dell’Egitto, sfiancato dalla doppia crisi del turismo – stroncato a sua volta dai ripetuti atti di terrorismo – e del petrolio, fonte primaria di entrate valutarie per il Paese.
Era stato un incontro, quello della Guidi con al Sisi, caratterizzato da uno spirito cordiale ma venato di un marcato pessimismo da parte egiziana. La visita era andata avanti fra incontri, conferenze stampa, brindisi alla cooperazione. Alla sera, cena di gala all’ambasciata: era appena cominciata, con i calici alti e un’atmosfera distesa, quando qualcosa è stato bisbigliato all’orecchio del ministro e dell’ambasciatore Massari, che si sono alzati precipitosamente nello sgomento generale. Al piano di sopra dell’ambasciata c’erano i genitori di Giulio, convocati in tutta fretta, ed è toccato al ministro e all’ambasciatore dare loro la terribile notizia. Missione ovviamente annullata, e rientro a Roma in nottata.
EGITTO MANIFESTANTI ANTI MORSI A PIAZZA TAHRIR