ROMA BOMBAROLA - LA DIGOS HA TROVATO UN ARSENALE CON 150 BOMBE CARTA IN UN PALAZZO VICINO LO STADIO OLIMPICO, OCCUPATO MESI FA DA ESTREMISTI DI DESTRA - POSSIBILI COLLEGAMENTI CON GLI ULTRÀ DELLA LAZIO

Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano

 

BOMBA 
CARTA
A ROMABOMBA CARTA A ROMA

Quando si sono trovati davanti un “arsenale” di 150 bombe carta gli agenti della Digos di Roma, guidati da Diego Parente, non sono rimasti sorpresi. “Siamo abituati simili quantità di ordigni, ormai si usano come se fosse una cosa normale”, spiega un investigatore. Eppure quell’arsenale trovato due giorni fa nel palazzo dell’ex Cral della Zecca dello Stato è l’immagine della violenza, ma anche di quel mondo ultrà e fascista, che a Roma alcune volte diventa tutt’uno.

 

Il palazzo in questione era stato occupato mesi fa da movimenti di estrema destra che lo chiamavano CampoZero. Si tratta di un centinaio di persone la cui identità politica non è ancora ben definiti, estranei a Casa Pound e a Forza nuova. Quando lo hanno occupato, i militanti spiegavano che lo facevano perchè non si poteva lasciare quell’edificio nel degrado assoluto.

 

Poi il 17 novembre, su sollecitazione della Digos, la polizia li ha sgomberati. Sono passati pochi giorni e quando gli agenti sono tornati sul posto per effettuare perquisizioni più approfondite hanno trovato appunto i 143 ordigni, confezionati in bustine con polvere nera pressata e miccia e nascosti sotto un palco. Il dubbio degli investigatori è che si tratti delle stesse bombe carta utilizzate dagli ultrà, da ultimo lo scorso sabato sera nei pressi di Ponte Milvio prima di Lazio-Juventus.

 

BOMBA 
CARTA
A ROMABOMBA CARTA A ROMA

Chi siano realmente i proprietari degli ordigni forse non si saprà mai, anche se gli accertamenti sono già in corso: la Digos effettuerà sta lavorando sulle impronte digitali.

Più concreto è il collegamento con il mondo ultrà. Il palazzo dell’ex Cral già sede dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, infatti, si trova sul lungotevere dell’Acqua Acetosa, nella zona nord di Roma, non lontano dallo stadio Olimpico, in un’area che ha sempre visto una certa presenza dell’estrema destra che oggi trova lì alcuni punti di riferimento importanti.

 

Da via dell’Acqua Acetosa, sulla sponda sinistra dove c’è il quartiere Flaminio, basta attraversare il Tevere e si ci trova subito in via di Tor di Quinto, che da qualche mese significa anche “Ciak Village”, punto di partenza degli ultrà romanisti protagonisti, lo scorso maggio, della rissa con i napoletani che costò lo vita a Ciro Esposito, giovane partenopeo, poco prima della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina.

 

BOMBA 
CARTA
A ROMABOMBA CARTA A ROMA

A sparare quel 24 giugno è stato, secondo la Procura di Roma, Daniele De Santis, ultrà giallorosso ma anche estremista nero. Nel circolo erano ben visibili croci celtiche e poster di Mikis Mantakas, lo studente greco legato al Msi ucciso nel 1975. Poco lontano dall’edificio perquisito della Digos, sempre sulla sponda destra del Tevere, c’è un altro centro di ritrovo fascista, l’Area 19, alle spalle dell’Olimpico, nei pressi della stazione metropolitana Farnesina.

 

È questa la mappa dell’estrema destra nell’area intorno allo stadio. Ma non si esaurisce qui, non è lontana dai Parioli dove i fascisti trovano soprattutto palestre di pugilato, né da Prati che si trovano in quella zona, né da altre zone tradizionalmente segnate dall’estrema destra come il quartiere Trieste Salario, il rione Prati e la Balduina. Ma la posizione dell’edificio della Zecca dello Stato fa ritenere che quell’arsenale fosse destinato a creare dei disordini durante le partite di calcio. Per questo i militanti, che sarebbero un centinaio, potrebbero essere sentiti dalla Digos.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…