ROMA, LA GRANDE MAMMELLA DELLE MAFIE - LE TANTE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI NELLA CAPITALE, SIA ITALIANE CHE STRANIERE, NON SI FANNO MAI LA GUERRA MA COOPERANO, SOPRATTUTTO TRAFFICO DI DROGA E ARMI - ROMA È IL CENTRO NEVRALGICO DEL RICICLAGGIO
Guido Ruotolo per “la Stampa”
Ancora non c' erano stati i primi arresti di Mafia capitale, nel dicembre scorso, che il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, insisteva nel porre l' attenzione sul tema della «complessità», come «caratteristica principale dei fenomeni criminali nella capitale».
Non che a Roma la criminalità si fosse affacciata solo da poco tempo. Ma c' è sempre stata a New York, a Parigi, a Marsiglia, nelle grandi metropoli, perché mai Roma avrebbe dovuto salvarsi?
Dunque, non è certo una novità la presenza delle gang che spacciano cocaina e pasticche nelle varie capitali del mondo moderno. E quindi anche a Roma. Bande etniche latino-americane, nella Grande Mela. Romani, calabresi, napoletani e sinti nella città eterna.
la cupola di mafia capitale carminati
In un rapporto riservato, la Mobile di Roma scriveva alla vigilia della esplosione di Mafia capitale, nel dicembre scorso: «Roma è un vero e proprio centro di riciclaggio per il denaro sporco derivato dal traffico della droga e delle armi, dalle estorsioni, dall' usura e dalla prostituzione». Gli investigatori romani precisavano: «La criminalità organizzata a Roma è un fenomeno che non ha le stesse caratteristiche visibili che possiede in altre regioni come la Sicilia, la Campania, la Puglia e la Calabria, dove si registra o si registrava una vera e propria presenza militare delle mafie. Nella capitale e in provincia operano diverse consorterie mafiose in combutta con la criminalità locale».
USCIRE ALLO SCOPERTO
MAFIA CAPITALE - MONDO DI MEZZO
Ecco perché ha lasciato turbati la potenza mediatica e simbolica del funerale del Padrino, del capo dei Casamonica, ceppo abruzzese di una famiglia di sinti trapiantata a Roma agli inizi del secolo scorso, clan dedito all' usura e al traffico di droga. Clan in rapporti con la 'ndrangheta e presente in un' importante fetta del territorio.
Stiamo parlando dei quartieri orientali e della fascia sud-est della capitale, dove coabita con il clan Senese, che nasce legato alla camorra: Genzano, Nettuno, Lanuvio, Cerveteri, e i quartieri della Romanina, Anagnina, Tuscolana, Porta Furba. Mille affiliati, più di cento arrestati, indagati, processati. E una difficoltà tecnico-giuridica a poter contestare al clan Casamonica il reato di associazione mafiosa.
Sta nella rivendicazione della «visibilità», infatti, la novità di questa criminalità romana che affronta il «pubblico» uscendo dall' ombra. La carrozza con i cavalli, la colonna sonora, il manifesto-poster, l' elicottero che lancia petali di fiori. Sicuramente un' altra caratteristica tutta romana di questa criminalità moderna è la coabitazione delle diverse mafie in città. Cosa nostra, 'ndrangheta, camorra, mafia capitale, clan vari, piuttosto che farsi la guerra per la conquista di una fetta del territorio o del mercato criminale (droga, usura, riciclaggio, prostituzione) cooperano tra loro.
LE MAFIE CHE COABITANO
«Mafie italiane e mafie straniere - si legge nel rapporto della questura di Roma - convivono senza conflitti tra loro. E fanno affari in comune, soprattutto nell' ambito degli stupefacenti e delle armi».
Poi è arrivata Mafia capitale con la retata di dicembre scorso, e la sentenza della Cassazione che ha posto il sigillo notarile sul riconoscimento a livello della giurisdizione dell' esistenza di un' organizzazione mafiosa autoctona, Mafia capitale appunto. E gli altri arresti di giugno.
È con i Carminati e i Buzzi che si scompone il caleidoscopio criminale romano e tutto torna al suo posto, si rimette a fuoco. Le immagini ora appaiono nitide. In fin dei conti le indagini del procuratore Pignatone raccontano che la mafia moderna della capitale non ha bisogno di sparare. Usa la corruzione per raggiungere i suoi obiettivi. In perfetta sintonia con il contesto della città eterna. È una mafia che compra burocrati e funzionari comunali, assessori e consiglieri comunali. Conquista appalti e forniture, dà lavoro per assistere i migranti e fa affari nel settore dei rifiuti. Con il ramo dell' organizzazione che fa traffici criminali.
CLAN E ZONE D' INFLUENZA
Il segreto di Roma, infatti, sta nella sua «complessità». Anche quando si tratta di narcotraffico o reati informatici, di delitti contro l' ambiente e contro i soggetti deboli, anche quando si tratta di terrorismo o criminalità politica. Roma, è convinto il procuratore Pignatone, è «la complessità criminale»: 45 clan distribuiti sul territorio, 383 beni sequestrati (immobili e aziende).
Dal «Café de Paris» di via Veneto alla Casa del Jazz, dalle catene di pizzerie ad alberghi, appartamenti, alla «Boutique del gioiello» di via Trionfale (dei clan della 'ndrangheta di Africo), agli allevamenti di animali da macellare, alla ristorazione. A Ostia regnano due clan mafiosi, uno collegato a Cosa nostra, l' altro autoctono. Stiamo parlando dei clan Fasciani e Spada.
Stabilimenti balneari, chioschi-bar, esercizi di ristorazione, concessionarie di auto. C' è poi la Roma Nord, la città bene dei Parioli, dell' Olimpico, della Balduina. Polvere bianca, affari, estorsione, usura. Qui aveva la sua base operativa, (un benzinaio di corso Francia) Mafia capitale. Che è stata una sponda di «opportunità» anche per la 'ndrangheta, nel settore degli appalti sui rifiuti.
La mafia calabrese che ricicla in alberghi e bar, pizzerie e ristoranti è sempre quella che fa affari con la droga. Nei mesi scorsi sono stati arrestati trafficanti di San Luca, Aspromonte, per un traffico di 600 chili di cocaina. I boss vivevano a Centocelle, San Giovanni, Appio, Primavalle e Aurelio. A dimostrazione, che la mafia a Roma esiste. Eccome.