
A ROMA NESSUNO PAGA PIU’ LE MULTE - INCHIESTA DEL MENSILE “QUATTRORUOTE”: NELLA CAPITALE INCASSI DELLE CONTRAVVENZIONI CALATI DEL 78%. I VIGILI: COLPA DEI RICORSI - A MILANO IL RECORD DEGLI ESBORSI
Chiara Pellegrini per Libero Quotidiano
Circa 6.000 unità tra istruttori, funzionari e dirigenti, venti automobili dotate di streetcontrol, oltre 200 smartphone per multare chiunque infranga il codice della strada, eppure a Roma gli incassi delle multe erogate dai vigili urbani sono crollati del 78%.
Stando all' inchiesta del mensile Quattroruote, infatti, nel primo semestre del 2015 il Comune di Roma ha incassato 66.759.807,84, nello stesso semestre del 2016 30.205.972,45. Nel secondo semestre 2015 78.888.378,53 nello stesso periodo del 2016: 1.195.741,53.
Proprio lo scorso gennaio il Campidoglio aveva vagheggiato un «bonus multe», una sorta di premio ai vigili che avessero comminato più verbali. Un' iniziativa non soltanto criticata da Federconsumatori Lazio, che indicava il provvedimento come «dannoso e poco corretto per far fronte ai tagli degli stipendi dei vigili nella Capitale e all' assenteismo dilagante del corpo municipale», ma osteggiata persino dai sindacati. Secondo Marco Milani, coordinatore romano dell' Ugl "polizia locale" «la presenza dei vigili urbani dovrebbe garantire prevenzione e la sicurezza. Non certo trasformare il Corpo in un esercito di motivati esattori».
Anche le tabelle fornite dal corpo dei vigili urbani confermano lo stesso andamento al ribasso degli incassi. Dai 2 milioni e 538.000 euro nel 2015, si è passati a 1 milione e 944.000 del 2016.
In realtà però, come spiegano il Comando dei vigili urbani, non sono i poliziotti di strada a comminare meno multe e i dati lo confermano. Nel 2016 infatti le multe staccate dai vigili sono state 1.191.175 contro 1.191.175 vale a dire un aumento di appena lo 0,37%. Dal Comando chiariscono che i conteggi presi in esame dal mensile tengono conto degli incassi e non delle multe erogate. Tre le sanzioni e gli incassi passano infatti i ricorsi: attraverso i giudice di Pace il prefetto.
Poi c' è una quota di automobilisti che non fa ricorso ma che direttamente non paga le multe e aspetta che arrivi direttamente la cartella di Equitalia o che magari confida in una sanatoria. «Quindi», aggiungono, «nonostante il numero di agenti in forza al Corpo, notoriamente ridotto, di 5800 unità su di un organico previsto di 8300, sia sceso negli ultimi due anni di un ulteriore -3,98%, il Comando Generale conferma che l' attività sanzionatoria è stata caratterizzata da continui incrementi, come peraltro accaduto nell' anno precedente».
Certamente il dato resta anomalo, perché questo crollo verticale degli incassi? Possibile che solo a Roma si contestino le multe? In questo senso dal comando generale non sono stati in grado di fornire spiegazioni. Tuttavia, tornando ai numeri di Quattroruote, il confronto tra Roma e gli altri capoluoghi di provincia italiani è disarmante. È Milano la capitale d' Italia 2016 per le multe: con 157 milioni di euro incassati e una media di 116,78 euro a contravvenzione. Rispetto ai dati di un anno prima, però, c' è un calo sensibile, il 21,6%. E forse è proprio per questo motivo che la giunta guidata da Giuseppe Sala ha deciso un' altra infornata di autovelox fissi in città. Da notare, poi, che il capoluogo lombardo primeggia anche nella top ten pro capite. Milano precede sul podio degli «importi medi più elevati per verbale». Seguono Padova e Parma, rispettivamente con 92,30 e 90,78 euro, ed entrate comunali di 19,42 milioni di euro (+12,8% sul 2015) e 17,5 milioni di euro (+34,8%).
Milano, che a onor di cronaca ha visto scendere in un anno la cifra raggranellata dai «ghisa» e dagli ausiliari della sosta del 21,6%, precede quanto a incassi complessivi Torino con 47 milioni di euro (-2,1%), e Firenze con 34,5 milioni di euro (+15,1%). Per Quattroruote si tratta di un dato importante ed in controtendenza: mentre la classifica dei ricavi assoluti è logicamente dominata dalle città più grandi, la top ten dei ricavi pro capite registra la presenza di ben cinque città con meno di 100mila abitanti.
I tartassati nel frattempo possono ricorrere alla «rottamazione» delle vecchie multe (2000-2015) annunciata dal governo Renzi lo scorso novembre. Si tratta di quei verbali per infrazioni al Codice della Strada, che non sono stati pagati dagli automobilisti entro 60 giorni dalla notifica effettuata dal Comune e che sono finiti ad Equitalia, dove hanno subito una maggiorazione. Ma c' è ovviamente un problema, erano 4.725 i Comuni italiani chiamati a decidere entro l' 1 febbraio 2017 se applicare anche sul proprio territorio la possibilità di rottamare le ingiunzioni per tributi locali e multe stradali.
Non tutti hanno aderito. Palazzo Marino, per esempio, ha rifiutato di prendere alla procedura di definizione agevolata, ovvero la facoltà di annullare le sanzioni applicate a multe e tributi notificati (sulle infrazioni al Codice della strada, Tasi, Tari, Imu e una serie di altri oneri). Il motivo? La rottamazione «produrrebbe una chiara disparità di trattamento a danno di chi ha regolarmente pagato». Insomma è meglio informarsi di comune in comune, sempre che le amministrazioni locali abbiano deciso il da farsi.