
SIETE ROSI DALL'ANSIA, DALLA TRISTEZZA O DALLA RABBIA? BENE! E' QUESTA LA STRADA PER RAGGIUNGERE LA FELICITA' - IN UN LIBRO TUTTO IL POTERE POSITIVO DEL PENSIERO NEGATIVO, OVVERO COME TRASFORMARE IN FORZA OGNI NOSTRA DEBOLEZZA
Dr Tim Lomas per “Daily Mail”
Ci dicono continuamente che le persone felici hanno carriere più gratificanti, matrimoni più duraturi, rapporti migliori coi figli. E se non riusciamo a sentirci felici sempre? Se siamo più spesso tristi o arrabbiati?
Be’, da medico della psicologia positiva, vi do un messaggio rivoluzionario: i sentimenti negativi non sono solo naturali ma sono anche la strada verso la felicità. Simili emozioni non sono sbagliate, spesso sono anzi le più appropriate. Non scegliamo di provarle ma, quando arrivano, possiamo trasformarle in una forza positiva.
La tristezza, ad esempio, è un’espressione di amore. La proviamo quando le persone che amiamo sono minacciate, ferite, andate via.
Per sopportarla scegliamo la penitenza, l’auto-esilio che non ci fa più uscire di casa. Ma non è così negativo. Ci chiudiamo per proteggerci, perché ci sentiamo troppo vulnerabili. Restiamo nel rifugio a leccarci le ferite, finché non ci sentiamo abbastanza forti da uscire. Per i neurologi è una forma di ibernazione. Piangere è catartico, ci rende più chiare le cose. La tristezza può renderci più consapevoli, farci delle rivelazioni che ci porteranno sulla strada della felicità.
La noia? Il suo peso può essere opprimente ma possiamo attingere alle nostre risorse nascoste e inventarci qualcosa. Grandi opere di Michelangelo o scoperte di Einstein, furono fatte durante i momenti in cui la mente cessava la sua grande attività. Come se, durante la noia, il subconscio emergesse con nuove soluzioni a vecchi problemi. La noia può essere virtuosa, svegliare il circuito di interconnessioni cerebrali e dare adito a visioni artistiche.
A un certo punto della vita, quasi tutti avvertiamo un senso di colpa. Per vari motivi. Perché abbiamo tradito il nostro partner o le confidenze di un amico, perché viviamo in una società piena di poveri e profughi che fuggono dalle guerre. Ma il senso di colpa riesce anche a migliorarci e solo riflettendo sui nostri errori troviamo la motivazione per affrancarci.
Nel vasto spettro di provocazioni quotidiane, la rabbia esplode in due modi diversi. Può accadere nel traffico, ma si tratta più di frustrazione, e infatti battiamo i piedi come bambini. Basta ammettere che non abbiamo pazienza, iscriverci a un corso di meditazione o cambiare orari, per risolvere. Se invece la furia deriva dal tradimento del partner, si fa più eloquente e assertiva.
Se è una figura del passato, vi tormenta. A questo punto, usate la rabbia per diventare le persone che non erano quelle che vi hanno ferito. La missione è rifiutare e sovvertire il potere che avevano su di voi, fino a rendere innocui quei ricordi.
La malattia del ventunesimo secolo si chiama solitudine. Siamo tutti connessi e separati. Non vogliamo stare soli ma allo stesso tempo spesso non vogliamo vedere gli altri. E’ normale volersi rifugiare in oasi di pace, senza interazione umana. Ma c’è una bella differenza fra cercare la solitudine e temerla o subirla. La soluzione è non vedere la situazione come vuota e desolata ma piena di potenziale. E vivere i momenti di solitudine al meglio, per rafforzare il senso di autonomia e indipendenza.
la tristezza protegge la nostra vulnerabilita
L’ansia? E’ comune, il segno che stiamo mettendo alla prova i nostri limiti e disegnando un nuovo percorso. Essenzialmente è un detector che ci avvisa dei rischi che corriamo, un radar interiore per allertarci riguardo ai pericoli. E’ meglio essere preoccupati che compiaciuti. Basta che poi riusciate comunque ad aprire un nuovo eccitante capitolo della vostra vita.