saman abbas

“SIAMO SICURI CHE IL CORPO SIA SEPPELLITO LÌ” – CONTINUANO LE RICERCHE DEL CADAVERE DELLA POVERA SAMAN ABBAS, SCOMPARSA A NOVELLARA NELLA NOTTE DEL 30 APRILE. GLI INVESTIGATORI SONO CONVINTI CHE IL CORPO SI TROVI DA QUALCHE PARTE TRA LE SERRE DELL’AZIENDA AGRICOLA DOVE LAVORAVANO TUTTI GLI UOMINI DEL CLAN ABBAS. 500 MILITARI HANNO GIÀ SCANDAGLIATO IN LUNGO E IN LARGO I 100 ETTARI IN QUESTIONE – LA STRUTTURA DI ACCOGLIENZA DA CUI SI ERA ALLONTANATA: “AVVERTIMMO GIÀ L’11 APRILE…”

Alessandro Fulloni per il “Corriere della Sera”

 

novellara le ricerche dopo la scomparsa di saman abbas 3

«Certo, siamo sicuri che il corpo di Saman sia seppellito lì, tra quelle serre. Le ricerche interrotte? Attendiamo un fatto che dia luogo a nuove evidenze investigative. Poi ripartiremo». Il carabiniere che parla lo sa bene: in certe indagini serve solo pazienza e aspettare. Nel caso della ragazza pachistana sparita a Novellara nella notte del 30 aprile, l'attesa riguarda ciò che può emergere da un'inchiesta giudiziaria che vede la fattiva collaborazione dell'Interpol e che è estesa in tutta Europa.

 

«Soprattutto in Francia e Spagna, dove potrebbero essersi rifugiati due dei ricercati per l'uccisione della ragazza, lo zio Danish Hasnain e il cugino Nomanulhaq Nomanulhaq» osserva l'investigatore del gruppo di Reggio Emilia diretto da Cristiano Desideri e Stefano Bove.

 

LA FOTO DI SAMAN ABBAS CON IL LIVIDO SULLA GUANCIA

Non semplice, la decisione di sospendere le ricerche dopo 67 giorni: «Non avremmo fatto altro che tornare a setacciare gli stessi luoghi già controllati. Un dispendio di risorse senza risultati» scandisce l'investigatore. Le ricerche sono state poderose. Con droni, georadar e cani molecolari, le serre dei circa 100 ettari dell'azienda Bartoli - quella dove lavoravano tutti gli uomini del clan Abbas - sono state battute da circa 500 militari.

 

«Saman è seppellita qui», è la convinzione dell'investigatore che scuote la testa all'ipotesi che la diciottenne sia stata rapita e portata in Pakistan. A parlarne, più nella speranza di immaginarla viva che non per una certezza, è stato nei giorni scorsi il fidanzato di Saman, il connazionale ventunenne Saqib Ayub che, assistito dall'avvocato Claudio Falleti, sarà ascoltato il 23 luglio in incidente probatorio.

SAMAN ABBAS

 

In Procura, il giovane riferirà delle minacce che il padre di Saman, Shabbar (fuggito in Pakistan con la moglie all'indomani del delitto) aveva indirizzato alla sua famiglia a febbraio, presentandosi, in un villaggio del Punjab, scortato da sei auto e con un kalashnikov. Minacce delle quali la giovane aveva detto agli operatori della struttura d'accoglienza in cui, da novembre, era ospite nel Bolognese dopo essersi opposta al matrimonio combinato con un cugino.

 

SAMAN ABBAS PADRE

«Anche per questo, in considerazione di ulteriori possibili pericoli, con i Servizi sociali di Novellara avevamo ipotizzato il trasferimento di Saman in un'altra parte d'Italia, in un centro ancor più protetto e segreto». A raccontarlo al Corriere è il presidente della cooperativa che, a stretto contatto con la Regione Emilia-Romagna, si occupa dell'assistenza a minori vittime di violenze e fuori famiglia. Saman «aveva già avuto un primo colloquio nella nuova struttura», spiega l'educatore professionale e pedagogista, 57 anni. Convincerla però non era semplice. La diciottenne «prevedeva solo un suo futuro di vita con il compagno».

 

DANISH HASNAIN ZIO DI SAMAN ABBAS

Per questo l'11 aprile lasciò il centro dal quale «era già scappata quattro volte» sempre per stare con Saqib a Bologna. Se si sia trattato di «una fuga o di allontanamento volontario poco cambia: era maggiorenne, poteva decidere liberamente». Anche se gli operatori «le avevano palesato i rischi della sua scelta e dei quali lei era consapevole, forse, solo in parte».

 

Dal centro, in quelle stesse ore dell'11 aprile, tramite Pec partì la segnalazione di scomparsa alle forze dell'ordine e ai Servizi sociali di Novellara, responsabili del dossier Saman e informati di ogni passo. Furono questi ultimi, il 20 aprile, a dire ai carabinieri che lei forse era tornata a casa. Il 22 il maresciallo Lufrano, comandante della stazione, se ne accertò andando proprio dagli Abbas.

 

saman abbas 2

Quando la vide, per parlarle lontano dai genitori, con un pretesto la portò in caserma. Qui le propose di rientrare nel centro protetto se lui avesse recuperato il suo passaporto in possesso del padre. La giovane acconsentì, ma sorse un problema: per i Servizi sociali, spiegò il maresciallo al Corriere , non poteva tornare nella stessa struttura nel Bolognese, la cui sicurezza adesso era a repentaglio per quei continui allontanamenti. Della nuova sistemazione se ne sarebbe riparlato il 3 maggio. Intanto Saman è sparita.

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