a sinistra salvatore rinzivillo

LA VERA “MAFIA CAPITALE” - LA SCALATA DI SALVATORE TOTO’ RINZIVILLO, IL PADRINO DI GELA CHE HA MESSO LE MANI SU ROMA - IL BACIO FRA IL BOSS E UN AGENTE DEI SERVIZI SEGRETI, UNO DEI CARABINIERI EROI SOPRAVVISSUTI ALL' INFERNO DI NASSIRIYA - IL RUOLO DEL PADRINO GUTTADAURO, GLI INCONTRI CON “LA COMBRICCOLA DEL SINDACO”  

 

Salvo Palazzolo per “la Repubblica”

 

ARRESTO DI UN UOMO DEL CLAN RINZIVILLO

I suoi uomini dicono di lui: «È ben voluto da tutti, e chi non lo vuole bene gli porta rispetto». E se ne danno una ragione: «Un conto è la mafia cattiva, la mafia infame, e un conto è la mafia buona». Il boss di Gela Salvatore Rinzivillo era così "buono" che uno stimato avvocato romano, Leonardo Ferlito, gli baciò la mano non appena lo vide entrare al ristorante "Da Brando", sulla Flaminia vecchia. Era il 23 maggio dell' anno scorso, i finanzieri del Gico osservavano a distanza. L'altro avvocato al tavolo, Giandomenico D'Ambra, fu più discreto.

 

Lui era già a libro paga del padrino siciliano, per suo conto si occupava di "sistemare" processi in Cassazione. La "mafia buona" di Roma. Si è sorpreso persino il giudice che ha firmato gli ordini di arresto per Rinzivillo e D'Ambra, qualche giorno fa: «Evidentemente, il baciamano non esiste solo nelle sceneggiature cinematografiche», ha scritto il gip di Caltanissetta David Salvucci.

 

A SINISTRA SALVATORE RINZIVILLO

Eccola, l' ultima versione della mafia Capitale, una storia che nasce da un'indagine nel cuore della Sicilia e arriva fino ai salotti della Roma che conta. Il 6 luglio dell' anno scorso, alle 10 del mattino, un insospettabile emissario di Rinzivillo, il dirigente della Regione Siciliana Filippo Guarnaccia si preparava a un incontro molto particolare, gli investigatori della squadra mobile di Caltanissetta lo intercettavano mentre parlava col boss: «Stamu aspittannu all'amico, chiddu da fotografia». Stiamo aspettando l' amico, quello della fotografia. E precisava: «Chissu è na combriccola ca fici acchianari u sinnacu nuovo».

 

L'uomo che Guarnaccia stava per incontrare «è nella combriccola che ha fatto eleggere il sindaco nuovo». Chiosa il gip: «Si ritiene che il nuovo sindaco a cui faceva riferimento Guarnaccia nella conversazione fosse il nuovo sindaco di Roma, Virginia Raggi, che veniva eletta proprio poco prima». Chi è l'uomo legato al nuovo corso della politica romana che ha incontrato l'emissario del padrino siciliano? Di quali affari dovevano discutere? Una cosa è certa, Guarnaccia curava il rampo immobiliare della holding Rinzivillo.

ARRESTI DEL CLAN RINZIVILLO

 

Sono tante le sorprese di questa indagine, coordinata dalle procure di Caltanissetta, di Roma e dalla procura nazionale antimafia. Salvatore Totò Rinzivillo (fratello di due ergastolani) non è uno dei tanti mafiosi in cerca di affari nella Capitale. Rinzivillo si muove da ambasciatore con un mandato autorevole, un mandato che sembra gli sia stato conferito proprio a Roma.

 

IL BURATTINAIO

È il capitolo più misterioso. Il grande burattinaio della nuova (vecchia) "mafia buona" della Capitale sarebbe un pezzo da novanta di Cosa nostra palermitana che da qualche tempo si è trasferito in una bella casa nella zona della stazione Ostiense. Lui è Giuseppe Guttadauro, u dutturi, l'ex aiuto primario del Civico di Palermo e capomafia del quartiere Brancaccio, il fratello Filippo è il cognato del superlatitante Messina Denaro: in Sicilia, il salotto del dutturi era frequentato da politici e professionisti, poi un giorno l'allora governatore Cuffaro fece sapere che il Ros aveva piazzato una microspia in casa, e la processione si fermò.

 

BLITZ CONTRO CLAN RINZIVILLO

Guttadauro, come Rinzivillo, si è fatto diversi anni in carcere. Adesso, il primo conduce una vita da pensionato (almeno ufficialmente), fa anche volontariato in un'associazione. Il secondo, è ossequiato dai colletti bianchi. E, intanto, il figlio di Guttadauro, Francesco, imprenditore ittico sempre in viaggio fra il Marocco e Roma, telefonava a Rinzivillo: «Mio padre mi sta dicendo, ma perché non viene con sua moglie che mangiamo qua insieme?».

 

IL BOSS E LO 007

L'indagine coordinata dai procuratori Amedeo Bertone e Giuseppe Pignatone sembra il sequel della serie Tv "Suburra". Un altro scatto riprende il bacio fra Rinzivillo e un agente dei servizi segreti, uno dei carabinieri eroi sopravvissuti all' inferno di Nassiriya. Marco Lazzari è stato intercettato mentre svelava l' ultima inchiesta su Messina Denaro, che ruotava proprio attorno a Rinzivillo. «Ti devi allontanare da zio - così diceva all' avvocato D'Ambra - io già ci ho parlato». Ma continuava a dire un gran bene del boss: «Mi faccio certe chiacchierate... è un maestro di vita, da stringergli la mano e stare zitti».

 

CLAN RINZIVILLO

VOGLIA DI MAFIA

A scorrere il numero di colletti bianchi che cercavano Rinzivillo non c'è da stare tranquilli. In un altro scatto finito nell'indagine c'è l'ennesimo saluto affettuoso, con l'immancabile bacio, fra il boss Rinzivillo e un chirurgo ortopedico romano, Giuseppe La Cava. Il padrino si atteggia a gran signore, d'altro canto abita in una villetta che gli è stata già confiscata, nella zona di Monte Pietra Pertusa.

 

Per i mafiosi è un punto d'onore non lasciare i propri beni. Il boss siciliano condiva tutto con il suo realismo da gran filosofo del crimine: «A me mi fanno ridere questi poliziotti, questo ministero dell'Interno. Sono dei moscerini, non possono fare niente. Il mondo così è, è nato corrotto e corrotto morirà».

 

VIA VENETO CLAN RINZIVILLO 3

Ed era anche un motto per avviare nuovi affari con imprenditori in cerca di occasioni spregiudicate. Rinzivillo era diventato un' autorità al mercato ortofrutticolo di Fondi. Imponeva ai ristoratori di Roma più merce di quella che ordinavano. E se qualcuno si ribellava, arrivava un pizzino con minacce di morte. La mafia buona non esiste.

 

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