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“SE MI SONO SALVATA DA UN EPILOGO PEGGIORE È PERCHÉ HO ASSUNTO UN INVESTIGATORE” – PARLA LA 40ENNE DI CINISELLO BALSAMO, VICINO MILANO, PRESA DI MIRA DALL'EX CHE HA DIFFUSO VOLANTINI CON IMMAGINI HOT DELLA DONNA: “HA INIZIATO CON LE TELEFONATE ANONIME. POI MI HA SFASCIATO LA MACCHINA. QUINDI I BIGLIETTINI. HA RECUPERATO L’INDIRIZZO DEI MIEI GENITORI E HA LASCIATO FOGLIETTI SUL LORO ZERBINO. E IO INTANTO DENUNCIAVO, DENUNCIAVO, DENUNCIAVO" - ORA IL 44ENNE DOVRA' INDOSSARE IL BRACCIALETTO ELETTRONICO

Estratto dell’articolo di Federico Berni per il “Corriere della Sera”

 

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Di questo persecutore, di anni 44, nazionalità italiana e professione saldatore, non scriveremo altre coordinate, dall’identità alla residenza, fermandosi il diritto di cronaca al fatto che ha dei figli che vanno protetti dall’eco mediatica; si sappia che l’uomo, condannato dalla Procura di Monza al braccialetto elettronico e all’obbligo di firma, tace al telefono.

 

Del resto cosa mai avrebbe da dire? Ha rovinato l’esistenza all’ex fidanzata, che abita a Cinisello Balsamo, hinterland di Milano, con fogli A4 appesi ovunque per mesi e riportanti nome e cognome, numero di telefono, insulti d’ogni sorta, tipologia e luogo di lavoro, foto senza vestiti estrapolate da video girati di nascosto...

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Il Corriere ha parlato con la vittima, anch’ella italiana. Questo è il suo resoconto. Gli appostamenti «Faccio una premessa, ci tengo: non voglio attaccare le forze dell’ordine, nello specifico i carabinieri ai quali da novembre, da quando è iniziato questo terrore, ho presentato una decina di denunce. Ho incontrato personale empatico, però non hanno i mezzi, non hanno abbastanza pattuglie. O meglio, i tempi della giustizia, per noi comuni cittadini, sono lunghi. Troppo lunghi.

 

Se mi sono salvata da un epilogo peggiore, tragico — poteva avvenire di tutto, forse sarebbe avvenuto — è perché ho assunto un investigatore. Sono un’impiegata, prendo 1.600 euro e ne ho spesi tremila per un detective privato; ho mutuo, i figli piccoli, sono separata, i soldi non cadono dal cielo, ho aggiunto l’ennesimo prestito ai tanti e ho pagato l’investigatore. Lo avevo ingaggiato a ore, si metteva ad attendere sotto casa mia che quell’uomo arrivasse... Sono stata fortunata, l’ha colto mentre distribuiva i volantini... Li aveva messi anche davanti alle scuole dei miei piccoli...

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Ormai avevo preso l’abitudine, prima di svegliarli, di camminare per Cinisello, vedere se c’erano quei maledetti fogli e farli sparire... Per un periodo erano scomparsi: ma pioveva, non appena li depositava a terra diventavano illeggibili, e aveva desistito. Qualche giorno, però: aveva preso a metterli nella pellicola da cucina in maniera tale che non si bagnassero... Se ne stava lì, sulla sua macchina, si addormentava attendendo l’una di notte, le due, per distribuire i fogli...».

 

La relazione era durata nove mesi: «Ci eravamo conosciuti attraverso un gruppo di donne e uomini divorziati... Sembrava uno tranquillo, a modo, anzi lo era, forse perfino troppo educato, non si alterava mai per nulla... Poi ha iniziato a farsi delle idee... Voleva una relazione ancora più seria, insomma, una relazione per sempre... Ma ho quarant’anni, sono reduce da una separazione, ho i bambini, non corriamo... A parte che ho scoperto che, intanto che mi perseguitava, aveva avviato una storia con un’altra donna. Ma non è questo il tema».

 

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Il tema è quello di una non tempestiva protezione: «Era ovvio che lo stalker fosse lui, ma nessun magistrato ha autorizzato le intercettazioni o una perquisizione per analizzargli il cellulare: sarebbe bastato un nulla e lo avrebbero bloccato. Sono una donna forte, almeno mi ritengo tale, ma ora ho attacchi di panico. Violenti, di un impatto spaventoso. Ho, quasi per forza, modificato i rapporti con i figli, l’attenzione e l’affetto, poiché ero prigioniera di quell’uomo; e allo stesso modo ho abbassato, di molto, la mia concentrazione sul lavoro: avevo paura di trovarmelo in metrò, per strada, al bar dove bevo il caffè, in ufficio... Per la verità la paura non è passata: chi mi garantisce che ha smesso per davvero?

 

Conosce i miei luoghi — ogni singolo luogo — e non posso certo cambiare casa. Dove? Con quale denaro? E se rintracciasse anche il nuovo indirizzo? Me ne andrei, d’improvviso, sì: ricevo telefonate di uomini che credono sia una prostituta e mi domandano quanto costo».

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I genitori Un interrogativo scontato, in vicende come questa, però obbligatorio, e ci perdoni: nessuna avvisaglia? «No, nessuna. E non sono una che vive con la testa sulle nuvole,al contrario... La mossa iniziale sono state le telefonate anonime. Giorno, sera, notte. Dopodiché mi ha sfasciato la macchina. Quindi i bigliettini. Ha recuperato l’indirizzo dei miei genitori e ha lasciato foglietti sul loro zerbino. E io intanto denunciavo, denunciavo, denunciavo... Ma per ottenere cosa? Avevo cercato delle telecamere da posizionare vicino al cancello, ma al di là delle telecamere casalinghe, che vanno tre ore col wifi, che potevo comprare? Il solito problema dei soldi. Le mie denunce...

 

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[…]Lo consiglio anch’io: denunciate. Subito. Ma proteggetevi assumendo un investigatore. Se ne avete il denaro: altrimenti affidatevi al cielo, non alla nostra lenta, lentissima giustizia».

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