maurizio leo - giancarlo giorgetti - foto lapresse

SEMPRE IN CUNEO AL CETO MEDIO – GIORGETTI E LEO HANNO PROMESSO DI TAGLIARE L’ALIQUOTA FISCALE PER CHI HA REDDITI OLTRE I 35 MILA EURO. MA, PER FARLO, IL TESORO DEVE FARE CASSA CON IL CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE PER LE PARTITE IVA CHE SI CHIUDE DOMANI – SERVONO 2 MILIARDI DI EURO, MA SI RISCHIA IL FLOP: PER I COMMERCIALISTI ADERIRÀ AL MASSIMO IL 15% DEI 5 MILIONI DI PROFESSIONISTI CHE POSSONO APPROFITTARE DEL CONCORDATO…

Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “La Stampa”

 

MAURIZIO LEO GIORGIA MELONI

La deadline per aderire al concordato preventivo biennale scatta domani. Conto alla rovescia per una platea di quasi 5 milioni di Partite Iva che potranno pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall'Agenzia delle Entrate, regolarizzando la loro posizione fiscale a prezzo di saldo.

 

Il governo punta forte su questo strumento ideato dal vice ministro Maurizio Leo, tanto che negli ultimi mesi il centrodestra non ha mai lesinato le promesse sul gettito in arrivo. Sulle entrate del concordato ruota ormai tutta la politica fiscale dell'esecutivo da qui a fine anno.

 

FISCO - CONCORDATO PREVENTIVO

Fratelli d'Italia e Forza Italia si sono impegnate a utilizzare le risorse recuperate per tagliare di due punti l'aliquota del 35% dell'Irpef che si applica ai redditi da 28 mila a 50 mila euro. L'idea sarebbe anche quella di allargare la base garantendo lo scaglione del 33% fino a 60 mila euro di reddito.

 

La Lega, invece, preferirebbe uno strumento diverso: estendere la flat tax al 15% dagli attuali 85 mila euro di reddito fino a centomila. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti non si sbilancia, ma ha fatto sapere di lavorare sul doppio binario in vista del passaggio parlamentare della manovra: scaglioni Irpef e tassa piatta.

 

giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli

Il problema è l'extragettito atteso. Il Tesoro non ha mai previsto una stima – almeno nei documenti pubblici – però non è un mistero che nei corridoi dei palazzi sperano di ottenere minimo 2 miliardi di euro. La cifra è quella che serve per dare un segnale alla classe media, ai redditi sopra i 35 mila euro che in questi anni non hanno ricevuto nulla, né bonus né la riduzione del cuneo fiscale.

 

I commercialisti sono scettici. Hanno provato fino all'ultimo a convincere il governo a rinviare il termine del 31 ottobre. I vertici del Consiglio nazionale hanno scritto una lettera a Giorgetti e Leo lamentando il poco tempo a disposizione per elaborare le pratiche, ma non c'è stato niente da fare, l'esecutivo quei soldi li vuole adesso per usarli in legge di Bilancio, pur rischiando di andare incontro a un flop che sarebbe clamoroso.

 

 I sindacati dei commercialisti giudicano la scadenza di domani «una scelta frettolosa, effettuata sulla base di sensazioni e quasi di "scommesse", incompatibili con gli obiettivi delineati dal governo per il sistema Paese». Al momento i professionisti riferiscono di adesioni tra il 10 e il 15% della platea potenziale, quindi molto basse, ma nelle ultime ore sembra ci sia stata un'accelerazione. […]

 

maurizio leo - giancarlo giorgetti

[…] In attesa di eventuali aiuti al ceto medio, però, il rapporto di Itinerari previdenziali del professor Alberto Brambilla sottolinea che sono proprio i redditi sopra i 35 mila euro a pagare le tasse per tutti. In Italia 17 milioni di contribuenti, oltre il 40% del totale, dichiarano di guadagnare meno di 15 mila euro l'anno e pagano poco più dell'1% dell'Irpef complessiva. Se si comprendono i redditi entro i 29 mila euro si arriva al 75% dei contribuenti che corrispondono solo il 24% di tutta l'Irpef. Coloro che invece dichiarano redditi sopra i 35 mila euro sono 6,4 milioni, il 15% del totale, e pagano il 63% dell'imposta sul reddito delle persone fisiche.

 

LA GIORGIA DI LOTTA E QUELLA DI GOVERNO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

«Una grande parte di italiani – spiega Brambilla – paga così poche imposte, o non ne paga affatto, da risultare totalmente a carico della collettività. È il ritratto di un Paese che carica i redditi sopra i 35 mila euro lordi l'anno, che peraltro non beneficiano, se non marginalmente, di bonus, sgravi e agevolazioni». [...]

Ultimi Dagoreport

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?

lapo e john elkann lavinia borromeo

FLASH! - INDAGATO, GRAZIE A UNA DENUNCIA DELLA MADRE MARGHERITA AGNELLI, INSIEME AI FRATELLI GINEVRA E JOHN  NELL'AMBITO DELL'EREDITA' DELLA NONNA MARELLA CARACCIOLO, LAPO ELKANN E' STATO COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DELLA FONDAZIONE BENEFICA DE "LA STAMPA", ''SPECCHIO DEI TEMPI'', PER LASCIARE LA POLTRONA ALLA COGNATA LAVINIA BORROMEO... – LA PRECISAZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DI LAPO ELKANN: “LAVINIA HA ASSUNTO LA PRESIDENZA, MA LAPO RIMANE NEL CONSIGLIO DI ‘SPECCHIO’”