uccelli allo spiedo

CHI CERCA IL FRINGUELLO VIENE UCCELLATO - A BRESCIA 20 FUNZIONARI DELLA COMUNITÀ MONTANA SONO STATI BECCATI A UN PRANZO ILLEGALE A PAPPARSI 65 UCCELLI PROTETTI: QUANDO SONO ARRIVATI I CARABINIERI, C'ERA CHI NASCONDEVA SOTTO IL TAVOLO LA PADELLA COI FRINGUELLI ALLO SPIEDO - GLI ACCERTAMENTI DOVRANNO ANCHE CAPIRE SE AL BANCHETTO C'È STATO ASSEMBRAMENTO, MA INTANTO SI RIACCENDE LA POLEMICA POLITICA SULLA CACCIA...

Mara Rodella per il "Corriere della Sera"

 

uccellini allo spiedo

Quando i carabinieri forestali all'ora di pranzo di venerdì sono entrati nella sede della Comunità montana di Valle Trompia a Gardone Val Trompia, in provincia di Brescia, c'è chi ha fatto finta di nulla, chi ha negato qualsivoglia violazione delle regole e chi, nel frattempo, «nascondeva» sotto il tavolo imbandito una padella ancora piena di uccellini pronti per essere serviti ai commensali. Vietati.

 

uccelli allo spiedo

In tutto, 65 esemplari protetti (tre a testa circa): tutti «fringillidi», oltre a una peppola e due frosoni, particolarmente tutelati dalle normative di riferimento. Tutti finiti sotto sequestro.

 

fringillidi

Al banchetto partecipavano oltre una ventina tra dirigenti e impiegati pubblici dell'ente sovracomunale, non si esclude organizzato anche con un giro di email. La segnalazione arrivata alle forze dell'ordine in realtà era di duplice natura: segnalare un potenziale assembramento in barba alle disposizioni anti Covid e anche il fatto che il menu fosse a base di fauna protetta.

 

peppola

Se gli accertamenti sul primo aspetto sono ancora in corso (la sala era molto grande e il banchetto organizzato a buffet con sedie distanziate), non c'è voluto molto perché uno dei presenti, peraltro munito di regolare licenza di caccia, alzasse la mano e si prendesse tutta la responsabilità: «Sono stato io, quegli uccellini li ho portati tutti io».

 

È stato denunciato per violazione della Legge anti caccia, la numero 157 del 1992, che punisce non solo l'abbattimento delle specie protette, ma anche la loro eventuale ricettazione.

 

spiedo bresciano

Durissime le reazioni alla vicenda, che si è verificata oltretutto in una sede istituzionale. «Dispiaciuto e rammaricato» il presidente della Comunità montana, Massimo Ottelli, che con la giunta si dice «pronto ad adottare i provvedimenti disciplinari previsti in base alle specifiche responsabilità accertate dalle verifiche in corso».

 

frosone

Ricordando come la Comunità montana sia impegnata proprio «per lo sviluppo del territorio», annuncia «laddove ce ne saranno i presupposti, di costituirci parte civile per tutelare l'ente sovracomunale e la collettività che rappresenta».

 

Quella degli uccellini protetti e proibiti, peculiarità dello spiedo non solo bresciano, è da tempo materia di scontro politico sul terreno, scivoloso, della regolamentazione dell'attività venatoria. La Lega ci ha provato anche di recente.

 

uccelli protetti

L'ultima proposta del consigliere regionale Floriano Massardi sulla caccia in deroga, al fine di allentarne le maglie, risale alla fine dello scorso marzo: all'ordine del giorno una serie di modifiche alla Legge regionale 26 del 1993, tra le quali quella di consentire la caccia al cardellino, verdone, lucherino, fringuello, peppola, frosone, pispola, storno e tordela. Nulla di fatto: il Consiglio regionale ha bocciato le mozioni.

 

A fronte di quanto accaduto a Gardone, però, proprio due parlamentari leghisti, Stefano Borghesi e Matteo Micheli, sottolineano «l'incredibile danno d'immagine procurato alla Val Trompia e soprattutto all'ente Comunità montana».

 

uccelli protetti allo spiedo

Enpa Brescia esprime il suo sdegno in un post sul profilo Facebook: «Siamo amareggiati e arrabbiati, perché spesso chi dovrebbe dare l'esempio e far rispettare le regole è in realtà il primo che se ne frega».

 

Dello stesso tenore il commento della Lac (la Lega anti caccia): «Quanto avvenuto è vergognoso, ennesimo sintomo della ridottissima percezione dell'illegalità venatoria nelle valli bresciane, non a caso al primo posto in Italia, e ai primi in Europa, per l'incidenza del bracconaggio».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…