igor matovic vladimir putin

LA SLOVACCHIA NON RUSSA – IL PREMIER IGOR MATOVIC SI È DIMESSO PER LO SCANDALO DELL’ACQUISTO SEGRETO DEL VACCINO RUSSO SPUTNIK V. MATOVIC AVEVA AGGIRATO IL VETO POSTO DA UNO DEI PARTITI DI MAGGIORANZA E AVEVA AUTORIZZATO L’ARRIVO IN PATRIA DI UNA PARTITA DA 200MILA DOSI DEL VACCINO RUSSO CHE PUTIN STA USANDO A FINI GEOPOLITICI

 

 

 

 

Emanuel Pietrobon per https://it.insideover.com/

 

igor matovic

In Slovacchia all’emergenza sanitaria è subentrata la crisi politica. È accaduto, infatti, che la decisione del governo Matovic di dare semaforo verde ad un accordo con il Fondo sovrano russo per l’acquisto di un ingente carico di Sputnik V – due milioni di dosi – abbia comportato il collasso del già fragile esecutivo multicolore.

 

L’evento potrebbe sorprendere i più, ma sulle nostre colonne avevamo pronosticato lo scenario instabilità quando i negoziati tra le parti erano ancora in corso e il carico era in attesa di essere spedito a Bratislava. Perché in Slovacchia, come nel resto d’Europa, in questi mesi si sta scrivendo uno dei capitoli più importanti del braccio di ferro tra Stati Uniti e Russia, ovverosia quello della “dominanza vaccinale“.

igor matovic sputnik

 

Il vaccino della discordia

Igor Matovic, primo ministro slovacco, nella giornata del 28 marzo ha posto fine al ciclo di polemiche innescato da una parte del proprio esecutivo e dai partiti di opposizione annunciando le proprie dimissioni nell’ambito del “caso Sputnik”. L’annuncio è giunto al culmine di un mese di intenso dibattito, poi sfociato in crisi, che ha visto sei ministri rassegnare le dimissioni in segno di protesta.

vladimir putin

 

Le consultazioni tra i partiti di maggioranza per il rimpasto di governo sono cominciate informalmente il giorno successivo, cioè con l’inizio della nuova settimana, e stanno vedendo la partecipazione del presidente, Zuzana Caputova, in qualità di intermediario e negoziatore.

 

Fonti slovacche asseriscono che la carica potrebbe essere assunta da Eduard Heger, attuale titolare del ministero delle Finanze e membro dello stesso partito di Matovic, Gente Comune. Heger, secondo le stesse indiscrezioni, avrebbe già accettato il posto e starebbe sondando il terreno per capire cosa come distribuire i ministeri.

 

Le origini della crisi

Le dimissioni di Matovic erano inevitabili: l’esecutivo era nato già fragile – in quanto composto da ben quattro partiti solo in parziale sintonia tra loro – e la questione Sputnik ha accentuato le divisioni esistenti. Due le forze politiche che, in particolare, hanno strumentalizzato l’affare concluso tra Matovic e il Fondo sovrano russo per provocare una crisi: Libertà e Solidarietà – in possesso di tre ministeri – e Per il popolo – a capo di un dicastero.

 

igor matovic 2

Gli esponenti dei suddetti avevano chiesto le dimissioni di Matovic dopo che questi aveva autorizzato l’arrivo in patria di una prima partita di 200mila dosi di Sputnik V, parte di una più ampia commessa di due milioni, nonostante la loro contrarietà e, soprattutto, senza il loro consenso. Il primo ministro, infatti, aveva aggirato astutamente il veto posto da Per il popolo facendo asse con Marek Krajci, titolare del ministero della Salute e membro di Gente Comune,  chiedendogli di avvalersi dei propri poteri straordinari per varare un decreto emergenziale dettato da ragioni di salute pubblica.

vladimir putin 3

 

Krajci aveva acconsentito alla richiesta del primo ministro, permettendo l’arrivo all’aeroporto di Kosice della prima partita il primo marzo scorso. A partire da quel momento, materializzatosi l’accordo della discordia, avrebbe avuto inizio la caduta libera di Matovic, pressato dai piccoli ma fondamentali partitini della coalizione, dall’opposizione e dai sondaggi. La partita, peraltro, è rimasta in magazzino perché nessuno ha avuto il “coraggio” di avviarne la somministrazione negli ospedali in assenza del via libera dell’Agenzia europea per i medicinali.

 

Una crisi prevedibile

RUSSIA E CINA - DIPLOMAZIA DEL VACCINO

Noi, ad ogni modo, avevamo previsto che “acconsentire alla richiesta–ordine di Matovic” avrebbe comportato inevitabilmente il rischio “di indebolire la solidità di un governo sfaccettato, ed eterogeneo, tenuto in piedi esclusivamente dal concerto”. Nulla di sorprendente, comunque, perché lo Sputnik V è stato prima demonizzato a priori e dopo, una volta comprovata la sua efficacia, trattato alla stregua di un'”arma geopolitica” da evitare ad ogni costo.

MEME SUL VACCINO RUSSO

 

Ne consegue, alla luce dell’inquadramento dell’intera questione nel contesto della nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, con riferimento al paragrafo della “dominanza vaccinale”, che “in assenza di maggioranze di governo schiaccianti e composite, portare a compimento l’acquisto di un vaccino geopoliticamente divisivo quale è lo Sputnik V può risultare più arduo del previsto”.

 

il vaccino russo

La Slovacchia è l’evidenza lapalissiana del punto di cui sopra: non ha importanza che sia in corso la pandemia più grave della storia recente dell’umanità, gli eventi mostrano e dimostrano come il calcolo politico prevalga (spesso) sull’interesse collettivo. Poche nazioni appartenenti al blocco occidentale hanno avuto la forza e trovato il coraggio di sfidare l’alt imposto da Washington, come la piccola (ma coesa) Ungheria, mentre la stragrande maggioranza si è autocondannata all’eterna attesa di una panacea che tarda ad arrivare.

 

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…