coronavirus vaccino covid

È UNA SOLA DOSE: CHE FACCIO, LASCIO? - LA VACCINAZIONE UN TANTO AL CHILO NON SERVE, IL FARMACO CONTRO IL COVID PERDE EFFICACIA SE SI RITARDA TROPPO IL RICHIAMO - L'IMMUNOLOGO MANTOVANI: "IN ISRAELE C'È UNA PROTEZIONE DALLE FORME PIÙ GRAVI DI MALATTIA DEL 62% DOPO LA PRIMA SOMMINISTRAZIONE, CHE DIVENTA DEL 92% DOPO LA SECONDA. NON TRASMETTIAMO UN MESSAGGIO SBAGLIATO A CHI HA GIÀ RICEVUTO LA PRIMA INIEZIONE..."

Alberto Mantovani per “la Repubblica

 

ALBERTO MANTOVANI

È recentissima l'indicazione ufficiale, da parte del Consiglio Superiore di Sanità, di somministrare una sola dose di vaccino a chi è stato malato di Covid 19. Alla base di questa decisione, che fa seguito alle raccomandazioni di Aifa, i due primi studi sui vaccini a mRna (Pfizer/BioNtech e Moderna) di Florian Krammer e di Maria Rescigno in Humanitas, messi rapidamente in condivisione con la comunità scientifica in open access, insieme ad altri lavori successivi fra cui quello di Francesco Annunziato a Firenze: un contributo concreto della ricerca scientifica rigorosa e condivisa, che può farci risparmiare due milioni di dosi ed aiutarci ad attraversare non solo il tunnel di questa fase critica, ma anche le sfide che abbiamo davanti.

 

IMMUNOLOGO ALBERTO MANTOVANI

Oggi più che mai, dunque, è importante riflettere sul ruolo della ricerca nella lotta a Covid 19. Che cosa ci dicono, ad esempio, i dati disponibili riguardo al numero di dosi da somministrare a chi non si è ammalato di Covid?

 

Partiamo da una distinzione: i vaccini anti Sars-CoV-2 si basano su due piattaforme, adenovirus e mRna. La piattaforma adenovirus (come Oxford-AstraZeneca, Johnson & Johnson, Reithera) si basa su virus attenuati, ed i vaccini realizzati con questa tecnologia - al cui sviluppo ha dato un contributo fondamentale, in Italia, Riccardo Cortese, un pioniere purtroppo deceduto - sono stati originariamente pensati per essere somministrati in dose singola. Nel corso della sperimentazione clinica, il gruppo di Oxford ha introdotto una seconda dose per migliorare il livello e la durata della risposta immunitaria.

 

coronavirus - vaccinazioni all ospedale militare di baggio

Non sorprende, dunque, che i dati ottenuti con questo vaccino mostrino che, con la sola prima dose, si è protetti fino a tre mesi, il tempo ora indicato per la seconda somministrazione. Per il nostro Paese, dunque, nessun problema di ritardo della seconda dose, dato che fra due-tre mesi dovremmo essere usciti dal tunnel della scarsità di vaccini.

 

Diverso il discorso - ed i dati - per i vaccini a mRna (Pfizer-BioNtech, Moderna): una tecnologia innovativa, ma una logica di tempi simile a quella dei vaccini tradizionali, che richiedono una prima dose e un successivo (a volte più di uno) richiamo. Tali vaccini sono nati per essere somministrati in due dosi: dopo la prima danno una protezione significativa, ma decisamente inferiore rispetto a quella che si ottiene dopo due dosi.

 

vaccino covid 2

I dati "sul campo", in Israele, ci parlano ad esempio di una protezione dalle forme più gravi di malattia del 62% dopo la prima somministrazione, che diventa del 92% dopo la seconda dose.

 

Ancora, dopo una sola dose non sappiamo quanto durino - oltre i 20 giorni - la protezione e la risposta immunitaria. Nella letteratura scientifica non vi è nessun dibattito sul "non fare" una seconda dose di un vaccino a mRna: la domanda è solo "se e quanto posticiparla".

 

vaccinazione da ikea in israele 8

Personalmente, seguendo i dati, credo sia meglio effettuarla rispettando il più possibile l'intervallo dei 20-40 giorni, come indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. La Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva suggerisce, sulla base di sagge considerazioni di salute pubblica, che si può ritardare arrivando fino a due mesi.

 

Quali sono i rischi del ritardo di una seconda dose di vaccini a mRna oltre tali limiti? Consideriamo che una dose singola potrebbe dare una risposta immunitaria insufficiente per durata, quantità e qualità: una condizione che potrebbe favorire l'emergere di varianti che sfuggono al nostro sistema di difesa.

 

vaccino pfizer

Tony Fauci, che ha definito "irrinunciabile" la seconda dose, rispetto al rischio che un ritardo della stessa favorisca l'emergere di varianti ha dichiarato: "It may not be the case but it gets risky". Ovvero: "Potrebbe non accadere, ma c'è il rischio".

 

E c'è anche un secondo rischio: trasmettere un messaggio sbagliato a chi ha ricevuto una prima dose e potrebbe essere tentato di non fare la seconda. Ricordiamolo: anche con i vaccini tradizionali non tutte le persone effettuano, come dovrebbero, i richiami. Indispensabile, dunque, fare ricerca, per ottenere al più presto dati certi in merito alla risposta immunitaria associata a ritardo nella seconda dose di un vaccino a mRna.

 

DOSI DEL VACCINO PFIZER IN ITALIA

Un tema analogo si pone anche per le persone fragili, che hanno un sistema immunitario compromesso. Una parte dei pazienti oncologici, reumatologici, con patologie neurodegenerative che possiamo curare ma che, se si ammalano di Covid 19, sono a gravissimo rischio.

 

Non sappiamo, ad esempio, se e in quali condizioni di immunosoppressione i vaccini attivino una risposta immunitaria adeguata ed efficace. Una domanda cui si pone l'obiettivo di rispondere al più presto un Consorzio guidato da Giovanni Apolone e Massimo Costantini e di cui fanno parte molti Irccs italiani.

 

coronavirus vaccino pfizer

In conclusione, le dosi di vaccino anti Covid 19 - assolutamente indispensabili - non possono non essere accompagnate da robuste iniezioni di ricerca scientifica, che rispondano alle questioni aperte il prima possibile, per il bene dei singoli e delle comunità.

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