gino cecilia strada

“SONO STATA MOLESTATA A NOVE ANNI” - LA PRESIDENTE DI EMERGENCY, CECILIA STRADA, RACCONTA LA SUA ESPERIENZA: “UN IMPORTANTE E STIMATO PROFESSIONISTA, AMICO DI PAPÀ, CHIAMO’ A CASA. IO ERO SOLA. INIZIO’ A CHIEDERMI DI CHE COLORE ERANO LE MIE MUTANDINE E DI INFILARE UNA MANO NEI PANTALONI…”

Gino Strada con la figlia Cecilia Emergency

Da http://www.adnkronos.com

 

"Avevo nove anni, l’apparecchio ai denti ed ero sola a casa". Comincia così il racconto fatto da Cecilia Strada delle molestie subite quando era solo una bambina. "#Metoo": anche io, scrive la presidente di Emercency su Facebook, collegandosi alla lunghissima scia di donne che nelle ultime settimane, dopo l'esplosione del caso Weinstein, hanno raccontato di aver subito molestie e ricatti.

 

"Il mondo era ancora un posto senza cellulari e si chiamava sul telefono di casa - scrive la Strada - “C’è la mamma? C’è il papà?”. Sono a lavorare, dico al signore all’altro capo del filo: quaranta o cinquant’anni più di me, importante e stimato professionista, amico di papà. “Quindi sei sola a casa?”. Qualcosa nel suo tono non mi torna. La me stessa di trent’anni più vecchia dice “metti giù”.

CECILIA STRADA

 

La me stessa di nove anni dice “sì”. “E come sei vestita?”. Il suo tono mi torna sempre meno, ma sono imbarazzata, è un uomo adulto, è un amico di papà, la mamma mi ha insegnato a essere sempre gentile, glielo dico. Ho i jeans e la maglietta. “E le mutandine? Di che colore sono le mutandine?”.

 

La trentanovenne ora strilla “Metti giù! Mandalo affanculo - metti giù - chiama la mamma!”. La novenne si sente gelata di vergogna, ma che cosa posso fare per uscire da questa situazione? Per chiudere prima possibile, ma senza essere maleducata, perché mi hanno insegnato ad essere sempre educata, e comunque questo è un adulto, mi ripeto, un amico di papà, non posso mica mettere giù. Anche se sono fredda gelata e adesso ho anche un po’ paura. Dico “Non mi ricordo”.

CECILIA STRADA

 

“Allora guarda. Metti una mano nei jeans e guarda di che colore sono”. Non lo voglio fare. È tutto sbagliato. Non so come uscirne. Improvviso: “Non posso farlo. Perché… - la trentanovenne: perché sei un porco pedofilo di merda, ecco perché! - perché sono troppo stretti”, dico.“Mi piacciono i jeans stretti”, fa lui - la trentanovenne urla “Cretina! Bella improvvisazione! Allora potevi anche dirgli scusa-ma-sto-facendo-merenda-con-una-bella-banana!”.

 

Lui va avanti: “se sono così stretti devi tirarli giù, per guardare bene”. A quel punto divento un blocco di pietra. Una sensazione fisica: mi sento tutta dura, fredda. Un unico blocco. Di pietra. Dico “No, non posso”. Insiste. Insisto anch'io: “No, non posso, sono troppo stretti per tirarmeli giù”. Mi attacco alla mia improbabile scusa, mi rendo conto che è assurda, ma la ripeto e la ripeto, insisto. No. Dopo un po’ desiste, saluta, mette giù".

CECILIA STRADA

 

Nel lungo post-denuncia, Cecilia Strada prosegue ricordando le sensazioni contrastanti provate subito dopo aver agganciato la cornetta. "Rimango per un’ora seduta per terra vicino al telefono, sentendomi schifosa. La trentanovenne mi dice: “Lo sai che tu non hai fatto niente, vero? Ha fatto tutto lui”. Ma io mi sento uno schifo".

 

CECILIA STRADA

"Non so che cosa abbiano fatto, ma il tizio non ha più telefonato a casa mia. Qualche anno dopo è morto. E mi spiace aver perso l’occasione di chiamarlo finché ne avevo il tempo, per fargli fare due chiacchiere con la me stessa grande. “Sono quella che aveva nove anni quando volevi guardare le sue mutandine. Che mi dici ora?”. Magari sarebbe rimasto impietrito di vergogna, come me allora, con la cornetta in mano".

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…