E ALLA FINE SE LA PRENDONO NEL CULO I POVERI CHE NON HANNO TRUFFATO LO STATO – LO STOP DEL SUPERBONUS AL 110% METTE IN GINOCCHIO 1,5 MILIONI DI FAMIGLIE CHE SI RITROVANO CON LE CASE SVENTRATE, LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE LASCIATI A METÀ E, NEL PEGGIORE DELLE IPOTESI, SENZA UN TETTO SULLA TESTA - TRA LE CRITICITÀ PIÙ GRAVI C’È L’IMPOSSIBILITÀ DI ACCEDERE ALLA CESSIONE DEL CREDITO O LO SCONTO IN FATTURA: UNA MISURA DISCRIMINANTE PROPRIO VERSO QUEI CITTADINI PIÙ POVERI, CON REDDITO COSÌ BASSO DA ESSERE IMPOSSIBILITATI A...
Estratto dell’articolo di Sandra Riccio per “la Stampa”
Sul futuro del Superbonus al 110%, la misura per risanare casa e renderla energeticamente efficiente, il dibattito è ancora in primo piano. A poco più di un mese dalla conversione in legge del Dl Giorgetti, cresce l'emergenza che lo stop a questo incentivo sta creando tra famiglie e imprenditori.
Sono migliaia i lavori fermi e migliaia le famiglie che patiscono enormi disagi perché impantanate nelle maglie di una misura che dal suo varo è stata modificata oltre 30 volte, per giunta in maniera retroattiva.
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Ci sono famiglie rimaste senza casa e con bambini disabili sulle spalle e pensionati che si ritrovano a pagare rate di finanziamento che non riescono a sostenere con le loro pensioni. Molte delle persone coinvolte stanno patendo problemi di salute e sono in cura con antidepressivi. Secondo i conti fatti dall'Associazione degli Esodati del Superbonus, le vittime dell'incentivo per ristrutturare casa sono circa 1,5 milioni di famiglie e 500mila tra imprese in difficoltà o rischio chiusura.
Nata come comitato spontaneo nel 2022, l'Associazione è impegnata in manifestazioni, appelli alle istituzioni e cerca di portare avanti le istanze di migliaia di cittadini che si trovano senza casa o con una casa inagibile, con debiti, problemi familiari e in alcuni casi senza lavoro. C'è chi è costretto a farsi ospitare da amici e parenti, chi dorme in un garage, chi si trova a pagare affitto e mutuo perché la sua casa è stata sventrate da lavori iniziati e che le imprese non hanno più la liquidità per continuare.
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L'Associazione ha scritto una lettera-appello al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti chiedendo modifiche al Dl 39 con urgenza proprio per sostenere le famiglie in difficoltà. «Nonostante l'incontro avvenuto il 12 giugno e i successivi solleciti, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta» scrivono i delegati dell'Associazione che chiedono al Tesoro un nuovo incontro per discutere le proposte e trovare soluzioni concrete.
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Tra le criticità più gravi, l'Associazione punta il dito contro i limiti all'esercizio delle opzioni per la cessione del credito o lo sconto in fattura. Una disposizione che ha creato enormi difficoltà a chi ha già sostenuto le spese per i lavori e che ora si trova nell'impossibilità di cedere i crediti a causa di una norma che impedisce, retroattivamente, la cessione di crediti ai privati che li avevano già maturati per spese ante 2024.
Questa ultima misura si configura come discriminante proprio verso quei cittadini più poveri, percettori di un reddito così basso da essere impossibilitati a beneficiare della detrazione che spetta a loro […] Il divieto di cessione delle rate residue avrà delle conseguenze devastanti proprio su queste migliaia di contribuenti che, rischiano di perdere i risparmi di una vita di lavoro investiti confidando in una legge dello Stato.
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