LO VOI O NON LO VUOI? IL TAR ANNULLA LA NOMINA DI FRANCO LO VOI A PROCURATORE DI PALERMO: “È ILLEGITTIMA” - GLI ALTRI CANDIDATI HANNO PIÙ ESPERIENZA E ANZIANITÀ

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

Franco Lo Voi Franco Lo Voi

Fu una nomina faticosa, contrassegnata da veti e controveti (anche «istituzionali», disse qualcuno) che il 18 dicembre scorso divise il Consiglio superiore della magistratura in tre schieramenti contrapposti: il procuratore di Palermo Franco Lo Voi fu scelto con 13 voti, superando gli altri due candidati che vantavano maggiore anzianità ma soprattutto lunghe esperienze direttive e semidirettive in uffici giudiziari antimafia.

 

A differenza di Lo Voi. Fu un esito contestato dentro e fuori l’organo di autogoverno dei giudici, che ieri il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha deciso di annullare: nomina illegittima, dal momento che non venne adeguatamente motivato il «salto» professionale effettuato per arrivare alla designazione di Lo Voi.

 

Franco Lo Voi   Franco Lo Voi

A rivolgersi al Tar sono stati i due bocciati: Guido Lo Forte, procuratore di Messina dopo un decennio da vice trascorso proprio a Palermo, e Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta, anche lui con un passato da aggiunto all’antimafia palermitana. Consideravano ingiusta la loro esclusione: non solo il nominato non aveva mai guidato un ufficio inquirente, ma aveva svolto le funzioni di pubblico ministero (pure lui a Palermo) per un periodo limitato e ormai lontano nel tempo.

 

Queste le motivazioni ufficiali del ricorso, che ovviamente non poteva entrare nel merito delle divisioni correntizie che caratterizzarono la scelta del Csm (la sinistra di Area con Lari, i centristi di Unicost irremovibili su Lo Forte e i moderati di Magistratura indipendente con Lo Voi, insieme a tutti i «laici»), né sulle polemiche e congetture legate al processo sulla cosiddetta trattativa fra Stato e Cosa nostra, che pure hanno avuto un peso sulla decisione finale.

GUIDO LO FORTE GUIDO LO FORTE

 

E limitandosi alle motivazioni ufficiali della nomina e dei ricorsi, il Tar ha emesso la propria sentenza. Stabilendo che quando si sceglie un candidato che sul piano delle «attitudini» e del «merito» presenta un curriculum più scarno degli altri, occorre «un onere speciale di motivazione rafforzata, secondo logica e razionalità». In altre parole, ci vogliono ragioni eccezionali che nel caso specifico i giudici amministrativi non hanno trovato indicate. Di conseguenza, dovendo valutare se il Csm, nel caso specifico ha applicato correttamente i «criteri e canoni di logicità e ragionevolezza» richiesti, il Tar ha ritenuto che la scelta di Lo Voi non sia stata sufficientemente motivata.

 

Il PM Sergio LariIl PM Sergio Lari

Al momento la decisione non cambia nulla, non ci saranno effetti immediati perché ora dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato e in ogni caso sarebbe poi il Csm a doversi esprimere nuovamente. Dunque il procuratore Lo Voi resta a capo della Procura di Palermo, con pieni poteri, sebbene il pronunciamento del Tar possa forse indebolirne l’immagine.

 

Chi ritiene che la sua nomina fu decisa perché non si voleva un capo gradito ai pm (e agli ex pm, come Ingroia) titolari dell’inchiesta sulla trattativa, potrà ora brandire un argomento in più a sostegno della propria tesi: l’organo di autogoverno si sarebbe spinto a compiere un atto definito illegittimo dal Tar pur di nominare un procuratore che segnasse un punto di discontinuità e di rottura rispetto alla gestione precedente, quella che aveva consentito la costruzione di un processo che fece entrare l’ufficio in rotta di collisione col presidente della Repubblica (e del Csm). Tuttavia le gestione della Procura da parte di Lo Voi, in questi primi mesi, ha smentito chi paventava una «normalizzazione» della Procura più esposta d’Italia, che da sempre ha alimentato polemiche, divisioni e veleni.

LA SEDE DELLA PROCURA DI PALERMO LA SEDE DELLA PROCURA DI PALERMO

 

 

 

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