ERBA VELENOSA – CUNO TARFUSSER, IL MAGISTRATO CHE VUOLE RIAPRIRE IL CASO DELLA STRAGE DI ERBA, FINISCE SOTTO ACCUSA – LA PROCURA GENERALE DELLA CASSAZIONE AVVIA UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE NEI SUOI CONFRONTI PER AVER “VIOLATO I DOVERI DI CORRETTEZZA, RISERBO ED EQUILIBRIO” DEPOSITANDO DI PROPRIA INIZIATIVA LA RICHIESTA DI REVISIONE DELLA CONDANNA DEFINITIVA DI OLINDO ROMANO E ROSA BAZZI – TARFUSSER È ACCUSATO ANCHE DI AVERE TENUTO I CONTATTI PER MESI CON GLI AVVOCATI DEI DUE CONDANNATI, SENZA ALCUNA AUTORIZZAZIONE DALLA PROCURA…
Estratto dell’articolo di Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Sotto procedimento disciplinare non per la fondatezza o meno della messa in dubbio degli ergastoli per la strage di Erba, ma per il modo di farlo, disciplinato o no da un regolamento: un’altra azione disciplinare raggiunge un magistrato milanese, ma stavolta non è azionata dal ministro della Giustizia (come per gli arresti domiciliari al russo Artem Uss in attesa di estradizione), bensì scaturisce da una denuncia proprio della dirigente la Procura generale di Milano per un conflitto insorto con un suo magistrato, Cuno Tarfusser, che ritiene errore giudiziario l’ergastolo ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi.
[…] la competente Procura generale della Cassazione ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Tarfusser, contestandogli (sulla scia di quanto lamentato appunto dal suo capo Francesca Nanni) di aver «violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio» quando il 31 marzo Tarfusser depositò di propria iniziativa in cancelleria la richiesta di revisione della condanna definitiva dei due ergastolani, «in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale» (che in caso di dissenso ha l’ultima parola) «la facoltà di richiedere la revisione di sentenze» qualora sopravvengano nuove prove dell’innocenza.
Il sostituto pg milanese Tarfusser è disciplinarmente accusato di avere, appunto senza alcuna delega dal capo, per mesi tenuto contatti con i difensori Fabio Schembri e Paolo Sevesi, e da essi ricevuto consulenze scientifiche sulle asserite nuove prove a favore dei coniugi Romano-Bazzi: sulla cui base Tarfusser ha poi scritto e depositato a Nanni […] una richiesta di revisione degli ergastoli inflitti alla coppia per il quadruplice omicidio nel 2006 del bimbo di 2 anni Youssef Marzouk, di sua madre Raffaella Castagna, di sua nonna Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini, nonché per il tentato omicidio di Mario Frigerio.
Tarfusser, ex procuratore di Bolzano, poi sino al 2018 giudice e vicepresidente della Corte Penale Internazionale, è stato interrogato a Roma nel disciplinare dal sostituto pg di Cassazione Simone Perelli, di fronte al quale ha ritenuto di rivendicare la propria imparzialità nell’accertare anche possibili circostanze a favore degli imputati, e l’assurdità a suo avviso di far dipendere dall’interpretazione di un regolamento interno la sorte di due ergastolani da egli ritenuti innocenti […]
Al pg di Cassazione, che dovrà decidere se farlo processare o no dalla sezione disciplinare del Csm, Tarfusser sostiene che il regolamento interno (che indica competenti i due vertici di una Procura Generale) sarebbe pensato per i casi ordinari in cui a chiedere la revisione è il difensore, non per l’inedito caso di una revisione chiesta d’iniziativa da un singolo magistrato. E ribalta sulla pg Nanni l’accusa di non averla informata, affermando d’averle invece chiesto in una mail il 24 marzo un incontro per parlarle di una cosa delicata e urgente, senza ricevere risposte.
In più, per spiegare al pg di Cassazione l’urgenza di depositare la richiesta entro il 31 marzo, non nasconde il riverbero del processo mediatico sul processo vero, giacché motiva d’aver voluto evitare che la Procura generale milanese sembrasse muoversi solo dopo la spinta dello speciale de «Le Iene» annunciato per il 2 aprile.
La pg Nanni ribatte che la mail inviatale da Tarfusser non conteneva alcun riferimento specifico alla strage di Erba, Tarfusser controlamenta di non essere neppure stato richiamato da lei al telefono in quei sette giorni, Nanni gli rimprovera di aver lavorato mesi senza dirle nulla. […]