"C'E' UN TASSELLO CHE MANCA: CAPIRE PERCHE' L'ARMA MI HA CANCELLATO. IO NON SONO UN ASSASSINO" - TORNA A PARLARE L'EX CARABINIERE MARIO PLACANICA CHE SPARÒ DUE COLPI DI PISTOLA UCCIDENDO CARLO GIULIANI: "SE AVESSI SAPUTO SUBITO CHE C'ERA UN RAGAZZO A TERRA, GLI AVREI PRESTATO SOCCORSO. PENSAI: 'COME HO FATTO A PRENDERE QUESTO RAGAZZO?', PERCHE' ERO ALLUCINATO DAI LACRIMOGENI: NON L'AVEVO VISTO! MI SONO LIMITATO A DUE COLPI, ERA UNA COSA PER ALLONTANARLI NON PER UCCIDERE, SENNO' VOLAVANO 15 COLPI. POTESSI TORNARE INDIETRO NON SPAREREI COME NEL 2001 METTEREI PIU' A RISCHIO LA MIA VITA…" - VIDEO
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Se avessi voluto uccidere, dalla mia pistola sarebbero volati almeno 15 colpi. Invece ne ho sparati solo due per difendermi, per allontanare i manifestanti e perché ho avuto paura". A vent'anni dai tragici fatti del G8 di Genova, Mario Placanica, nell'intervista rilasciata a Ketty Riga, ricorda la guerriglia urbana che il pomeriggio del 21 luglio 2001 culminò poi nella morte di Carlo Giuliani.
Oggi Placanica è un uomo di 40 anni, segnato profondamente da quel terribile evento: esonerato dall'Arma dei Carabinieri, nel processo che lo vedeva indagato per omicidio è stato prosciolto per legittima difesa e uso legittimo delle armi. "Il mio più grande rammarico - aggiunge - è non aver saputo subito cosa fosse successo".
"Non sono un assassino"
"Altrimenti mi sarei messo il casco, sarei sceso dal Defender e avrei prestato soccorso a Carlo Giuliani: io ero lì non solo con la pistola, ma anche come volontario della Croce Rossa e avrei potuto fare qualcosa". Poi rivolgendosi ai genitori di Carlo Giuliani, dice: "Starò sempre dalla loro parte, comprendo il loro dolore, ma io non sono un assassino".
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