DIRITTI SESSUALI – IL TRIBUNALE DI NAPOLI HA CONCESSO A UNA RAGAZZA LESBICA NIGERIANA LO STATUS DI RIFIUGIATA - “A CASA RISCHIAVO IL LINCIAGGIO” - IN UN PRIMO MOMENTO LA SUA RICHIESTA ERA STATA RIGETTATA DALLA COMMISSIONE TERRITORIALE DI CROTONE, IN CALABRIA
Da la Verità
Il tribunale di Napoli ha concesso a una ragazza lesbica nigeriana lo status di rifugiata. La donna, come ha fatto sapere la sezione di Napoli dell' Arcigay, era scappata dal proprio Paese nel 2015 dopo che il padre aveva saputo della sua omosessualità: aveva attraversato il Niger e la Libia per poi approdare in Italia nel 2016, dove aveva inoltrato la domanda di protezione internazionale.
In un primo momento la sua richiesta era stata rigettata dalla commissione territoriale di Crotone, in Calabria, che aveva considerato «poco credibile il racconto della ragazza, acquisito attraverso una videoregistrazione». In base a quanto aveva raccontato, la donna era stata costretta a scappare per evitare il rischio di essere linciata.
A seguito di un ricorso e alla convocazione personale della ragazza, il tribunale di Napoli invece le ha riconosciuto lo status di rifugiata ribaltando le conclusioni della commissione.
«Una decisione molto importante», ha detto Mara Biancamano, referente legale dello sportello Migraantino di Arcigay Napoli. «Il giudice ha ritenuto che non esistono parametri oggettivi ai quali si possa ancorare il giudizio sull' orientamento sessuale di un individuo, sicché è corretto nel valutare l' attendibilità delle domande di protezione tenere conto di molteplici fattori tra i quali riveste notevole importanza quanto narrato dall' interessata in ordine alla scoperta del proprio orientamento sessuale e a quanto accaduto nel percorso effettuato nell' acquisizione di detta consapevolezza.
La prova, in sostanza, non può consistere in una allegazione materiale o "medica" come spesso è stato richiesto in passato dai giudici».