crisi di avvocati in italia 4

LIVIN' LA VIDA TOGA - TROPPI E PAGATI POCO: GLI AVVOCATI IN ITALIA STANNO ABBANDONANO LA PROFESSIONE, PREFERENDO UN POSTO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - NEL FORO DI MODENA PER LA PRIMA VOLTA SI CONTANO PIÙ CANCELLAZIONI CHE ISCRIZIONI, COSÌ COME A NAPOLI, ROMA, TORINO - C'È ANCHE DA DIRE CHE NEL NOSTRO PAESE CI SONO CIRCA 245 MILA LEGALI: LA FRANCIA NE HA 60 MILA, LA GERMANIA 163 MILA...

Claudia Osmetti per "Libero Quotidiano"

 

crisi di avvocati in italia 6

La toga appesa al chiodo e una nuova vita, magari nell'amministrazione pubblica. Ché vuoi mettere? Uno stipendio fisso, gli orari insindacabili, meno rogne da sbrogliare: gli avvocati italiani si fanno tentare e lasciano la professione.

 

Da Torino, a Napoli, a Bologna: il 2021 è l'anno della "fuga", delle cancellazioni dall'albo, del lavoro che è in crisi e dei tribunali che vanno a singhiozzo. Il coronavirus, certo, che ha paralizzato mezzo Paese - Giustizia compresa - e che ha ridotto il numero delle cause e dei processi celebrati in presenza.

 

crisi di avvocati in italia 5

Ma poi anche il reddito medio, che nell'ultimo decennio è pure diminuito: e chi l'ha detto che gli avvocati non conoscano la recessione? Nel foro di Modena (che rimane una cittadina di provincia, ma forse, e proprio per questo, è una cartina di tornasole del territorio), solo ad agosto, i legali che se ne sono andati sono stati sei.

 

Dall'inizio dell'anno di addii se ne contano però il triplo: se continua così, dice chi in Emilia-Romagna ha il polso della situazione, entro dicembre le cancellazioni supereranno le iscrizioni (ferme a 23). Non era mai successo prima.

 

E non c'è mica solo Modena. L'albo di Torino, nei primi sette mesi di quest'anno, ha registrato un ammanco di 276 iscritti e, nel 2020, i praticanti che archiviata la laurea in Giurisprudenza hanno bussato allo studio di turno per iniziare il loro percorso lavorativo sono stati appena 248 (nel 2018 se ne contavano 371).

 

crisi di avvocati in italia 3

C'è un altro numero, tuttavia, in Piemonte, che certifica l'andazzo: durante la pandemia, sotto la Mole Antonelliana, un avvocato su due ha fatto domanda per il bonus da 600 euro del governo, per uscire dall'incertezza di una crisi che si stava già mangiando i faldoni sulla scrivania.

 

A Bologna - i dati si fermano a luglio - i nuovi avvocati son stati 121, ma le cancellazioni 78: e di queste più della metà per "incompatibilità". Che poi vuol dire che 37 ex avvocati bolognesi han deciso di intraprendere una strada diversa, magari in Comune, magari in un ente pubblico.

 

crisi di avvocati in italia 2

«Più che una crisi di vocazione - racconta Italia Elisabetta d'Errico, la presidente del consiglio dell'ordine bolognese, sulle pagine locali del Corsera di qualche settimana fa -, si tratta di una crisi economica in atto da tempo".

 

A Napoli idem (in 70 han chiesto di andarsene); a Roma lo stesso (335 cancellazioni e siamo solo a metà anno); a Bari ancora (qui sono per lo più i giovani ad arrendersi e a chiudere il codice dentro la ventiquattrore).

 

crisi di avvocati in italia 4

Chiariamo, per non cadere nell'equivoco: la professione forense, presa nel suo complesso, è viva e vegeta. Le facoltà di Legge continuano a sfornare corone d'alloro (secondo l'Istat, l'Istituto nazionale di statistica, si laureano in Giurisprudenza quasi 22mila universitari ogni anno), i concorsi di abilitazione non si fermano e il Consiglio nazionale degli avvocati riceve continue domande di iscrizione nei propri elenchi.

 

Ché di avvocati entusiasti del proprio lavoro ce n'è, non è questo il punto. Però, adesso, inizia a vedersi anche chi ha deciso di invertire la marcia: e il covid non aiuta. Senza contare la concorrenza (spietata) che i professionisti dei cavilli sono costretti a fronteggiare ogni santissimo giorno.

 

crisi di avvocati in italia 1

In Italia ci sono (ancora) circa 245mila legali, quasi la metà di loro (ossia il 45% del totale) opera e lavora nel Sud e nelle Isole. Lo dicono le tabelle fresche fresche del Censis, l'Istituto di ricerca socio economica: si tratta di una professione al femminile (il 50,03% di chi la esercita è donna: e questo è un sorpasso da non sottovalutare, specie se comparato al fatto che i maschietti in toga guadagnano mediamente 54mila euro all'anno mentre le signore appena 25mila) e l'età media degli iscritti all'albo di categoria è di 48 anni.

 

avvocati

Tanto per capirci: in Francia, che ha una popolazione simile alla nostra, gli avvocati abilitati sono appena 60mila, cioè circa quattro volte dimeno; in Germania, altro Stato equivalente, sono 163mila, quasi la metà dei nostri azzeccagarbugli. Noi abbiamo quattro avvocati ogni mille abitanti: saremo anche più "litigiosi" degli altri cittadini europei, il temperamento mediterraneo, epperò i numeri restano altini.

 

Difficile pensare a un ulteriore exploit. In più ci sono i costi della professione: casse previdenziali e quote annuali per gli albi. Vero è che sono esborsi che accomunano tutti i liberi professionisti, ma il risultato (almeno stando ai parziali del 2021) è che il fascino della toga sta iniziando a subire un contraccolpo.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…