george pell bergoglio papa francesco angelo becciu vaticano sloane square londra

IL VATICANO HA VENDUTO IL PALAZZO DI LONDRA (AL CENTRO DI UN’INCHIESTA PENALE INTERNAZIONALE) PER 186 MILIONI DI STERLINE: L’AVEVA ACQUISTATO PER OLTRE 300 - LE PERDITE (115 MILIONI) RISPETTO A QUANTO SPESO PER L’ACQUISTO DEL FAMOSO EDIFICIO DI SLOANE SQUARE SARANNO ASSORBITE DALLA SEGRETERIA DI STATO - L’ANOMALIA DELLE SCALATE IN BORSA, IL RUOLO DI BECCIU E DEL FONDO ATHENA GESTITO DAL FINANZIERE RAFFAELE MINCIONE, IL CONTENZIOSO CON IL BROKER TORZI

Mario Gerevini per corriere.it

IL PALAZZO DEL VATICANO A SLOAN SQUARE - LONDRA

Il Vaticano ha venduto il palazzo di Londra, il peggior affare nella storia recente della Santa Sede. I soldi persi sono tanti ma gli effetti secondari, a partire dal processo penale e dal crollo di equilibri secolari, sono stati dirompenti.

 

L’Apsa, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, ha comunicato di aver concluso la procedura di vendita a Bain Capital dell’ex sede di Harrods in Sloane Avenue a Londra per 186 milioni di sterline. «Le perdite riscontrate — è detto in una nota — rispetto a quanto speso per l’acquisto dell’immobile sono state conferite alla riserva della Segreteria di Stato, senza che in nessun modo in questa circostanza sia toccato l’Obolo di San Pietro, e con esso le donazioni dei fedeli».

 

interrogatori processo vaticano

 

La vicenda

Complessivamente l’investimento era stato di 300 milioni di sterline. Quindi si tratta di una perdita molto consistente. Ma non era stata la Segreteria di Stato ad acquistare il palazzo? Già da questo passaggio tecnico si intuiscono gli effetti collaterali di quel surreale quinquennio (2014-2019) durante il quale l’ingente cassa (600 milioni) del più importante dicastero vaticano, la Segreteria di Stato, è stata gestita come se fosse un hedge fund. Se oggi è l’Apsa a occuparsi del palazzo è perché papa Francesco ha di fatto esautorato la Segreteria di Stato nella gestione delle sue finanze, chiudendo i conti svizzeri e trasferendo il patrimonio in mani più capaci dentro il perimetro delle istituzioni vaticane.

RAFFAELE MINCIONE

 

 

Ma perché il palazzo di Londra ha fatto scandalo? In fondo non è un investimento immobiliare come tanti fatti dalla Chiesa? È proprio così: un investimento come tanti. Ma il modo in cui sono stati investiti i soldi fa la differenza. Basta mettere in fila i fatti. E ricordarsi che si tratta di denaro “con l’anima”, cioè la cassa della Segreteria alimentata anche dall’Obolo di San Pietro, ovvero le offerte annuali dei fedeli al papa. Nel 2014 la Segreteria di Stato (numero uno Pietro Parolin, numero due Angelo Becciu) investe 200 milioni di dollari nel fondo Athena gestito dal finanziere Raffaele Mincione. Il fondo acquista dallo stesso Mincione il 45% del palazzo e un’altra parte dei capitali viene indirizzata dallo stesso finanziere su operazioni speculative: le scalate in Borsa alla Banca Popolare di Milano e alla Carige per esempio.

 

GIANLUIGI TORZI PAPA BERGOGLIO

Se all’epoca si fosse saputo che le incursioni di Mincione in Piazza Affari erano finanziate anche con capitali vaticani ci sarebbe stato uno scandaletto e si sarebbe fermato tutto lì. Ma era tutto blindato, coperto, riservato, patrimonio informativo di pochissimi. Tra questi, due uomini chiave nella gestione delle risorse del papa: monsignor Alberto Perlasca e il laico Fabrizio Tirabassi, dipendenti della Segreteria. Quando finalmente si è compreso che il matrimonio d’affari Vaticano-Mincione era insensato, la Segreteria a fine 2018 ha preso come consulente per la separazione Gianluigi Torzi, abile broker di valute ma una figura tutt’altro che istituzionale.

 

 

PAPA FRANCESCO E IL CARDINALE BECCIU

Il contenzioso con Torzi

Nel frattempo l’arcivescovo venezuelano Edgar Peña Parra aveva preso il posto di Becciu come Sostituto per gli affari generali, cioè l’ufficio che, tra l’altro, gestisce la cassa. La Segreteria, che aveva il 45% del palazzo, trova l’accordo con Mincione: rileva il restante 55%, esce dal fondo e paga 40 milioni di sterline di conguaglio. Nasce però un contenzioso con Torzi per la governance del palazzo che si conclude, dopo estenuanti trattative, versando 15 milioni al broker nel maggio 2019. In questo lungo periodo (2014-2019) il Vaticano ha pagato provvigioni a Mincione, Torzi e altri per almeno 100 milioni.

 

GIANLUIGI TORZI

Ma loro sono finanzieri, fanno questo di professione. Il processo penale dirà se lecitamente o meno, così come saranno giudicati anche i protagonisti interni al Vaticano. Ma al netto dei codici, chiunque rileggendo la storia del quinquennio 2014-2019 arriva alla conclusione che la gestione del patrimonio della Segreteria è stata indiscutibilmente scandalosa. A partire dal palazzo di Londra. Che ora per fortuna è stato venduto. Resterà il suo fantasma, per un bel po’.

I CONTATTI DI GIANLUIGI TORZI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…