E ALLORA VE LA CERCATE! - A VENEZIA CA’ DARIO, IL PALAZZO "MALEDETTO" CHE DA PIÙ DI CINQUE SECOLI "UCCIDE" CHIUNQUE LO ABITI, È STATO VENDUTO ALLA MODICA CIFRA DI 18 MILIONI DI EURO – L’EDIFICIO È FAMOSO PER LA SUA LUNGA SCIA DI SVENTURE: LA FAMIGLIA CHE LO COMMISSIONÒ FU COLPITA DA UNA SERIE DI TRAGEDIE E I SUCCESSIVI PROPRIETARI O SONO MORTI O SONO FINITI IN ROVINA – WOODY ALLEN RINUNCIO' ALL'ACQUISTO, CHRISTOPHER "KIT" LAMBERT, IL BASSISTA DEGLI WHO, FINÌ IN BANCAROTTA, IL FINANZIERE RAUL GARDINI, COINVOLTO NELLO SCANDALO DI TANGENTOPOLI, SI SUICIDO' E…
Estratto dell'articolo di Giorgia Zanierato per www.corriere.it
Ca’ Dario, il palazzo «maledetto» che da più di cinque secoli «uccide» chiunque lo abiti, è stato venduto. Persino Woody Allen, che a metà degli anni Novanta aveva messo gli occhi sull’edificio in stile gotico rinascimentale sul filo del Canal Grande, si convinse di lasciar perdere all’ultimo minuto: ora qualcuno di «meno scaramantico» del grande regista si è fatto avanti, lasciando da parte le credenze e acquistando Ca’ Dario al prezzo di 18 milioni di euro. Attorno all’identità dell’acquirente del palazzo che fu di Raul Gardini, al momento vige il più stretto riserbo, ma certo è che l’agenzia toscana Romolini Immobiliare, incaricata da Christie’s di occuparsi della vendita, è riuscita laddove da tempo più nessuno riusciva.
L’edificio di mille metri quadri di superficie, con le sue otto camere da letto, gli otto bagni, l’altana, il giardino di 170 metri quadri sul retro e le due porte d’acqua, era tornato a fare la sua comparsa sul mercato libero la scorsa primavera
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Che il nome di chi compra Ca’ Dario rimanga sconosciuto non è comunque una novità: anche l’identità del suo ultimo proprietario, che lo acquistò nel 2006, rimase sempre celata dietro il titolo di una società americana. Noti sono invece i nomi di tutti i proprietari che hanno abitato il palazzo dal 1479 al 2006 i quali, con le loro tragiche vicende, non hanno fatto altro che accrescere sempre più la nomea di «maledetto» accollata nei secoli a Ca’ Dario.
L’edificio fu infatti teatro di sventure fin dalla sua nascita: a commissionarne la costruzione fu il segretario del Senato veneziano Giovanni Dario, che lo diede in dote alla figlia Marietta per il suo matrimonio. Il cognato di Dario, Vincenzo Barbaro, venne assassinato dopo aver subito un tracollo finanziario, Marietta per la disperazione si tolse la vita e il loro figlio Vincenzo morì anch’esso poco tempo dopo in un agguato in Grecia. Il palazzo a questo punto continuò ad essere ereditato dai discendenti di Barbaro fino a inizio Ottocento, quando passò nelle mani di un commerciante armeno di pietre preziose, Arbit Abdoll, il quale però finì presto in rovina e fu costretto a cederlo per sole 480 sterline.
Nel 1896 il poeta francese Henri de Régnier restò a Ca’ Dario fino a quando non contrasse una terribile malattia che lo portò alla morte, mentre il tenore Mario Del Monaco non riuscì nemmeno ad acquistarlo: rimase gravemente ferito in un incidente automobilistico dopo aver avviato la trattativa per renderlo proprio. Il successivo acquirente, l’americano Charles Briggs, fu costretto a lasciare Venezia con l’accusa di omosessualità poco dopo esservici trasferito, e nel 1970 il conte Filippo delle Lanze morì all’interno del palazzo per mano del suo amante croato.
A questo punto Ca’ Dario divenne di proprietà del manager del gruppo musicale The Who Christopher «Kit» Lambert: fu proprio durante la sua permanenza a Venezia che Kit diventò sempre più dipendente dalle sostanze stupefacenti fino a che questa sua condizione lo portò ad un arresto per detenzione di droga con un successivo tracollo economico. I The Who tornarono poi protagonisti della storia di Ca’ Dario nel 2002, quando il bassista del gruppo, John Entwistle, dopo averlo preso in affitto per una vacanza di una settimana venne stroncato da un infarto.
Prima di morire Kit Lambert, ancora proprietario del palazzo, riuscì a cederlo a Fabrizio Ferrari, un veneziano che vi si trasferì con la sorella Nicoletta: che morì in un misterioso incidente stradale. Lo stesso Ferrari subì un crack finanziario e un arresto con l’accusa di aggressione nei confronti di una modella. A questo punto il palazzo passò nelle mani del finanziere Raul Gardini, coinvolto nello scandalo di Tangentopoli e morto suicida nel 1993.
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