camionista prende a cinghiate i migranti a ventimiglia

LA VERITÀ DIETRO LE CINGHIATE - LE NOVE RAGAZZE ERITREE FRUSTATE DA UN CAMIONISTA RUMENO A VENTIMIGLIA AVEVANO PAGATO 150 EURO A TESTA PER SUPERARE IL CONFINE E ARRIVARE IN FRANCIA: UN “PASSEUR” HA INCASSATO I SOLDI, E QUANDO L’AUTISTA DEL TIR SI È ALLONTANATO, HA ROTTO I SIGILLI DEL CASSONE E LE HA FATTE SALIRE. LE GIOVANI HANNO RESISTITO QUALCHE MINUTO, POI SI SONO IMPANICATE PER IL CALDO E HANNO INIZIATO A URLARE. IL CAMIONISTA È TORNATO, HA SENTITO IL RUMORE E SI È INCAZZATO…

 

Estratto dell'articolo di Niccolò Zancan per "la Stampa"

 

camionista prende a cinghiate i migranti saliti sul suo tir a ventimiglia 6

Dalla carestia di un villaggio in Eritrea, a queste cinghiate sulla schiena in Europa.

Qui, alla frontiera Nord-Ovest italiana. «Eravamo davanti alla stazione di Ventimiglia. Un uomo ha detto: "Francia?"."Sì", abbiamo risposto. "Francia, Francia! È lì che vogliamo andare". Dovevamo pagare 150 euro a testa».

 

Così nove ragazze appena maggiorenni unite dalla stessa origine, dalla stessa fame e dallo stesso viaggio terrificante - deserto, Libia, Mediterraneo, Lampedusa - si sono ritrovate domenica all'autoporto di Ventimiglia. Il passeur ha incassato i soldi. Qualcuna aveva solo 100 euro, ma non ha fatto storie. «Per questa volta va bene», ha detto. Erano rintanate sul retro di un furgone in attesa del momento giusto.

 

camionista prende a cinghiate i migranti saliti sul suo tir a ventimiglia 4

Quando l'autista di un Tir con targa romena si è allontanato per andare a prendere da bere e da mangiare, era l'ora di pranzo, il passeur è entrato in azione. Ha rotto i sigilli del cassone posteriore. Ha aperto il Tir e ha urlato alle ragazze di muoversi: «Salite!». Poi, richiudendo il portellone, ha aggiunto: «Buon viaggio». Aveva assicurato che sarebbe arrivate in Francia nel giro di un'ora.

 

Solo che l'autista non tornava. Il Tir non partiva e faceva un caldo spaventoso lì dentro.

«Mancava l'aria, non si respirava», ha raccontato una ragazza a chi l'ha soccorsa. Così hanno iniziato a urlare, a picchiare con i pugni sul portellone. Quando l'autista è tornato, ha sentito quel rumore. La scena successiva, poi, l'hanno vista tutti.

 

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C'è un uomo grande e grosso in bermuda che si sfila la cinghia e colpisce sulla schiena le ragazze che saltano giù dal suo Tir. Se questa violenza è diventata di dominio pubblico, è perché a pochi metri di distanza un'altra persona, forse un altro camionista, ha acceso la telecamera del suo telefono e poi ha spedito quel video a un sito di notizie in Romania.

 

«Le ragazze erano molto spaventate per quello che è successo, molto provate», racconta adesso Christian Papini direttore della Caritas di Ventimiglia. «Quella notte sono state da noi. Parlano quasi solo in tigrino, per questo abbiamo avuto bisogno di un interprete.

Erano stanche, ma anche arrabbiate per il fallimento del viaggio. Infatti sono già ripartite. È così che succede a questa frontiera. Tutti ci provano allo sfinimento. O ci riescono o impazziscono o diventano alcolisti disperati e dormono sotto il ponte dello stradone».

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[…] Le nove ragazze eritree sono già ripartite. Come tutti quelli che passano da qui sanno che devono sbarazzarsi del loro passato, ovvero delle tracce del loro viaggio in Italia. Se gli agenti della gendarmerie francese trovassero prove, avrebbero 48 ore di tempo per rispedirle indietro.

 

[…] Le nove ragazze in questione sono già in Francia. Manca l'identificazione del passeur, uno dei tanti in azione in questa zona. E manca, soprattutto, l'identificazione del camionista con la cinghia nelle mani.

 

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«Potrebbe essere di nazionalità romena o bulgara», dice una fonte qualificata della polizia di frontiera. «Abbiamo aperto un'indagine sulla base di quel video. Dalla targa risaliremo alla società, dalla società a chi era di turno alla guida in quel preciso momento. Ma resta un problema: è un tipo di reato, quello di percosse, per cui si può procedere solo per querela. Noi presenteremo un rapporto all'autorità giudiziaria». Ma nessuna di quelle ragazze farà mai denuncia, perché proprio quell'atto formale sarebbe la prova del loro passaggio in Italia. Sarebbe peggio di uno scontrino, peggio di una scheda telefonica.

Fare denuncia le inchioderebbe per sempre qui. Ma non è qui che vogliono stare: «In Francia. Andiamo in Francia. Dove ci sono dei nostri amici che ce l'hanno fatta».

migranti a ventimiglia flavio di muro con i vigilantes del cimitero di ventimiglia tendopoli di migranti al confine di ventimiglia 3vigilantes al cimitero di ventimiglia tendopoli di migranti al confine di ventimiglia migranti al cimitero di ventimiglia migranti al cimitero di ventimiglia. camionista prende a cinghiate i migranti saliti sul suo tir a ventimiglia 5

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