mari miserendino il manifesto della moglie e degli amanti a palermo

VI RICORDATE DEI MANIFESTI CHE ERANO SPUNTATI A PALERMO IN CUI UNA DONNA, DOPO LA FINE DEL MATRIMONIO, VENIVA SPUTTANATA CON I SUOI “AMANTI”? – LE FOTO DELLA 49ENNE E DI ALTRI 15 UOMINI ERANO COMPARSE IN TUTTA LA CITTÀ, MA I GIUDICI HANNO ARCHIVIATO IL CASO NONOSTANTE LA 49ENNE AVESSE RICEVUTO MINACCE TELEFONICHE E AVESSE VISTO INCENDIARE TRE SUE AUTO: “MI SENTO DELUSA E VIOLENTATA PSICOLOGICAMENTE. LA GIUSTIZIA NON ESISTE…”

Estratto dell'articolo di Sandra La Fico per www.corriere.it

 

Mari Miserendino

«Come mi sento? Delusa e violentata psicologicamente». Mari Miserendino commenta così la richiesta di archiviazione dell’indagine aperta dopo che Palermo è stata tappezzata da manifesti che mostravano “Gli amanti della mia ex moglie”. La sua foto,  e quelle di 15 uomini, in tutta la città. Una gogna accompagnata da minacce telefoniche e tre auto incendiate. «Ma la giustizia non esiste - continua, e da un magistrato donna mi aspettavo un po' più di sensibilità».

 

Mari Miserendino è una donna di 49 anni che dopo la separazione dal marito ha cominciato a vivere un vero e proprio incubo. Imprenditrice di successo, era riuscita a costruire una solida carriera professionale che però è stata anch'essa travolta dalla fine del suo matrimonio.

 

«La separazione è stata molto dolorosa, spiega, e nonostante fossi una donna molto sicura, ho cominciato a vedere la mia vita sottosopra. Tutto è iniziato con telefonate anonime, degli avvertimenti di cose che mi sarebbero capitate. In un primo momento non ho realizzato quello che stava succedendo, poi tre auto incendiate e Palermo tappezzata di manifesti che raccontavano dei miei presunti tradimenti».

Mari Miserendino

 

A questo punto, impaurita, non solo per la sua vita, ma soprattutto per quella dei suoi figli, Miserendino ha deciso di denunciare tutto […]

«[…] Finora il magistrato non ha voluto nemmeno ascoltarmi, nonostante ne abbia fatto più volte richiesta».

 

il manifesto della moglie e degli amanti a palermo

Con dignità, e coraggio, sta portando avanti la sua lotta nella ricerca della verità affinché sia fatta giustizia. «Ogni persona ha la sua storia personale e nessuno può permettersi di sentenziare - spiega. Parliamo di privacy, ma dov’è la privacy? Io sono la vittima principale, ma tutti gli altri che si trovano la foto pubblicata su quel manifesto, non oso immaginare cosa stiano provando». Miserendino non dà mai un nome ai propri sospetti, anche se dice di conoscere bene le persone che le hanno fatto del male. 

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