“LA MIA PASSIONE È IL MIO LAVORO. NON SO QUANTO VIVRÒ, MA NON C'È MAI TEMPO DA PERDERE” - VIALLI TORNA IN NAZIONALE PER ITALIA-MACEDONIA MA SU NETFLIX CONFESSA: “LA MALATTIA NON È ESCLUSIVAMENTE SOFFERENZA. HO PAURA DI MORIRE. MI SONO RESO CONTO CHE NON VALE PIÙ LA PENA DI PERDERE TEMPO E FARE DELLE STRONZATE. FAI LE COSE CHE TI PIACCIONO E DI CUI SEI APPASSIONATO, PER IL RESTO NON C’È TEMPO” - VIDEO
Salvatore Riggio per corriere.it
Nessuno potrà mai dimenticare l’abbraccio tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli a Wembley l’11 luglio scorso, al termine della finale degli Europei vinta dall’Italia ai rigori contro l’Inghilterra.
Rimarranno nella mente di tutti le lacrime tra i due amici, simbolo indelebile della nostra Nazionale e di quel trionfo indimenticabile. Otto mesi e mezzo dopo gli azzurri si sono complicati un po’ (anzi, un bel po’) l a vita nel cammino verso Qatar 2022.
Il pareggio di settembre contro la Bulgaria (1-1, 2 settembre 2021) e i due pari – con due rigori falliti in due gare da Jorginho, che invece al Chelsea dagli 11 metri è un cecchino – con la Svizzera, hanno relegato l’Italia a questi insidiosi spareggi. Giovedì 24 marzo c’è la prima gara a Palermo, contro la Macedonia del Nord. In Nazionale torna Gianluca Vialli, che ha celebrato l’evento sul proprio profilo Instagram, con una foto che lo ritrae sorridente allo stadio di Palermo, in attesa appunto della prima gara dei playoff. «Trasformare una passione in un lavoro e in un proposito (come è successo a me!) è una cosa rara e un privilegio assoluto. Quando succede contano solo due cose: essere grati e lavorare ogni giorno per andare oltre i propri limiti. Forza Italia! Forza Ragazzi!», si legge nella didascalia del post, con tanto di cuore azzurro come emoticon.
pagliuca vialli mancini boskov
Vialli sta lottando con tutto se stesso contro un brutto male e si è raccontato nella serie tv Netflix, «Una semplice domanda», ad Alessandro Cattelan: «Se muori all’improvviso di notte, tante cose rimangono incompiute. Oggi so che ho il dovere di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò. Quindi ti dà questa opportunità di scrivere le lettere, di sistemare assolutamente le cose». E ancora: «La malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in là rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un’opportunità.
Non ti dico che arrivo fino a essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia. L’ho detto più volte. Se mi mettessi a fare la battaglia col cancro, ne uscirei distrutto. Lo considero una fase della mia vita, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi e mi dica “Ok, ti ho temprato. Ti ho permesso di fare un percorso, adesso sei pronto. Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle s….e. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato per il resto non c’è tempo. Siamo qui per cercare di capire il senso della vita e io ti dico, ho paura di morire».
abbraccio tra gianluca vialli e roberto mancini
Infine: «Spero di vivere il più a lungo possibile. Però, mi sento molto più fragile di prima e ogni comportamento mi porta a fare questo ragionamento, “È la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie?”. E in questo senso cerco di essere un esempio positivo, cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva attraverso la quale tu guardi la vita. Cerco di spiegare loro che non devi darti delle arie, devi ascoltare di più e parlare di meno, migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso e aiutare gli altri. Secondo me, questo è un po’ il segreto della felicità. E soprattutto cerco di fare in modo che abbiano l’opportunità di trovare la loro vocazione».
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