LA VITA E’ DURA, ANZI DURAZZO - SONO 19 MILA GLI ITALIANI TRASFERITISI A LAVORARE IN ALBANIA - DI QUESTI 16 MILA HANNO CONTRATTI DA LAVORATORE DIPENDENTE - IL COSTO DELLA VITA È CINQUE VOLTE PIÙ BASSO RISPETTO AL NOSTRO, C’È POCA BUROCRAZIA E UNA PRESSIONE FISCALE AL 15%
Carlo Nicolato per “Libero Quotidiano”
Solo un paio di anni fa sembrava uno di quei fenomeni da titoli ad effetto ma destinati ad estinguersi in fretta. Gli albanesi che negli anni Novanta arrivavano a migliaia coi barconi in cerca di lavoro e civiltà avevano avuto la loro rivincita; gli italiani che allora li guardavano con sospetto erano invece costretti a ripercorrere la rotta al contrario, magari non a bordo di barconi, in cerca di fortuna e soprattutto di un po' di respiro per le proprie aziende. Si parlava di qualche centinaio di imprenditori, e di poche migliaia di italiani con permessi di lavoro.
Nel 2017 però non si tratta più di folklore giornalistico. Il fenomeno, con il protrarsi della stagnazione dell' economia del nostro Paese, e con al contrario la crescita costante di quella albanese, si sta facendo cosa seria. Si parla dell' Albania come la 21esima regione italiana, e un fondo di verità c'è.
Secondo i dati ufficiali, sono 19mila gli italiani trasferitisi a lavorare in Albania (su 2 milioni e mezzo di abitanti), dei quali 16mila hanno contratti da lavoratore dipendente. Alcuni di loro lavorano nei call center, certo, ma ci sono anche medici, ingegneri, architetti e professionisti di ogni genere che da quelle parti hanno avuto opportunità che in Italia hanno cercato invano.
QUALITÀ DELLA VITA
METE EUROPEE ECONOMICHE ALBANIA
Gli stipendi in Albania sono decisamente bassi per i nostri standard, con una media di 300 euro al mese, ma per i lavoratori più qualificati si arriva anche ai mille euro - che in una realtà, dove la vita ha un costo perfino cinque volte inferiore al nostro, non è poco. I prezzi al mercato sono un terzo se non un quarto più bassi che in Italia, con 250 euro si affittano appartamenti spaziosi nelle zone più decorose di Tirana o delle località balneari. Per non parlare di altre spese, quali ad esempio il medico o il dentista.
Oltre alle difficoltà a trovare lavoro in patria, c'è dunque un'oggettiva convenienza che spinge l'italiano a emigrare per raggiungere una qualità di vita migliore. E questo è davvero incredibile, se si considera che l'Italia fino agli anni Ottanta e Novanta era uno dei Paesi al mondo con il più alto tenore di vita, mentre l'Albania era esattamente quello con il livello di benessere più basso nel continente.
Queste condizioni hanno allettato anche alcuni dei molti pensionati italiani da 700 euro al mese o poco più in cerca di condizioni di vita più onorevoli. Si parla da anni di quelli che decidono di trasferirsi alle Canarie, dove oltre al clima mite si ritrovano una pensione meno decurtata dalle tasse, ma bisognerà iniziare a parlare anche di quelli, sempre più numerosi, che decidono di passare gli ultimi anni di vita in Albania.
Che oltretutto, rispetto alla Canarie, ha anche il vantaggio di essere relativamente vicina e di avere una popolazione che parla italiano e ben più accogliente di quello che gli italiani generalmente si aspettano. Ma dipendenti e pensionati a parte, ciò che ha fatto dell'Albania una piccola Eldorado per l'Italia sono soprattutto tre fattori: burocrazia, costi e tasse. I primi imprenditori che delocalizzavano a Tirana lo facevano per abbattere le spese di produzione e resistere sul mercato. Il fenomeno naturalmente è continuato, le imprese hanno resistito e con gli anni si sono moltiplicate. Attualmente quelle felicemente registrate oltre-adriatico sono circa seicento.
tirana albania Universit Nostra Signora del Buon Consiglio
Solo nel 2016 si calcola una media di tre aziende italiane aperte al mese grazie a una burocrazia molto snella che permette in una settimana di ottenere tutte le pratiche e i permessi necessari. Le tasse sulle imprese sono tra il 10 e il 15%, paragonabili in Europa solo a quelle irlandesi, e cinque o sei volte inferiori alle nostre. Il risultato è che il Prodotto interno lordo albanese cresce al ritmo del 3,5% l' anno, proprio come quello dell' Irlanda, mentre il nostro stagna attorno agli zero virgola.
STUDENTI IN MEDICINA
Tra gli italiani in Albania ci sono anche gli studenti, specie quelli in medicina che magari non sono riusciti a superare il test del primo anno e non vogliono perdere tempo. Niente a che vedere con le lauree fantasma tipo il Trota, qui si parla di corsi seri. La maggiorparte di loro si iscrivono all' Università Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana, legata a università italiane (tra le quali Tor Vergata di Roma), dove la maggioranza dei docenti sono italiani e dove il livello di insegnamento è considerato buono.