alcatraz

VUOI VEDERE CHE LA FUGA DA ALCATRAZ E’ DAVVERO RIUSCITA? - UNA LETTERA INEDITA DI JOHN ANGLIN, UNO DEI TRE EVASI DALL'ISOLA-CARCERE NEL 1962, RIAPRE IL CASO: "NON ANNEGAMMO. CURATEMI E MI CONSEGNO" - IL DOCUMENTO E’ STATO TENUTO NASCOSTO PER EVITARE MACCHIE ALLA REPUTAZIONE DI ALCATRAZ - LA STORIA

Vittorio Zucconi per “la Repubblica”

 

Il mio nome è John Anglin e sono fuggito da Alcatraz». La mano incerta che scrive dalla notte dell' evasione più celebre della storia, la Fuga da Alcatraz, riapre il romanzo dei soli tre uomini che siano riusciti a sfuggire alla fortezza nella baia di San Francisco e a sopravvivere.

I TRE EVASI DA ALCATRAZ

 

Per l' Fbi è una lettera dall' oltretomba. Per i nipoti è la prova che lui, suo fratello Clarence, il complice Frank Lee Morris riuscirono realmente a fare l' impossibile, a fuggire da Alcatraz nel giugno del 1962 e scomparire. «Il mio nome è John Anglin, ho 83 anni e sto morendo di cancro» gratta ondeggiando la mano su un foglio di carta giallina recapitato alla famiglia e poi alla polizia di San Francisco nel 2013 e tenuta finora nascosta per l'inestinguibile imbarazzo delle autorità locali e federali di fronte all' unica macchia nella reputazione feroce di Alcatraz.

 

Una lettera adesso resa nota da una tv californiana. Anglin, come i suoi due compagni di fuga, è ufficialmente morto, classificato come «presunto annegato» nella traversata fra l' isola della fortezza e la costa, inghiottito dalla corrente rapinosa della baia e dai 10 gradi di temperatura dell' acqua. Ma nella realtà, gli Us Marshals, l' agenzia dei cacciatori di evasi, non ha mai smesso, in più di mezzo secolo da quella notte, di cercarli. Le loro foto, ritoccate per invecchiarli e immaginare il loro aspetto cinquantasei anni dopo, sono ancora nell' albo dei fugitives, dei fuggiaschi.

 

ALCATRAZ

Era la notte dell' 11 giugno 1962, circa le 23, quando i fratelli Anglin e Morris, il "cervello" dell' operazione che nel film Clint Eastwood avrebbe interpretato, si lanciarono nella loro missione folle, quella che era costata la vita ai trentasei che nel passato, dal 1933 a quel giorno, l' avevano tentata, quella aveva visto uno scontro a fuoco con i Marines e un solo sopravvissuto alla traversata.

 

Era stato un detenuto trovato assiderato sulla spiaggia e riconsegnato alle autorità. Per sei mesi, i tre avevano lavorato al loro piano con certosina precisione e ingegneristica costanza.

 

Si erano fabbricate, con sapone e carta igienica impastati insieme, tre teste con vaga rassomiglianza a loro, da poggiare sul cuscino, per ingannare le guardie nelle notti mentre lavoravano. Avevano fatto incetta di impermeabili, che si facevano portate da amici e parenti, inspiegabilmente, fino a collezionarne cinquanta.

 

evasi da Alcatraz come potrebbero essere oggi

Da un aspirapolvere rotto e abbandonato tra la spazzatura, avevano recuperato il motorino per forgiare un trapano elettrico, con il quale svitare le griglie dei condotti di areazione e allargarli, mentre Clarence suonava una concertina, una piccola fisarmonica, per coprire il rumore, quella fisarmonica che avrebbero usato come mantice per gonfiare il gommone costruito cucendo insieme i cinquanta impermeabili dopo essere scivolati verso la riva dal passaggio per la lavanderia al molo.

 

In qualsiasi altro carcere federale, dunque amministrato dal governo per criminali ad alto rischio, questo traffico di impermeabili, questo consumo mostruoso di saponi e carta igienica, questo gran pompare di fisarmonica nelle ore della notte avrebbe sollevato più di un sospetto, ma non ad Alcatraz, dove persino Al Capone, ospitato qui, aveva ammesso di essere stato "domato". Non nell'"Isla de los Alcatraces", dei pellicani, come l' avevano battezzata gli esploratori spagnoli, che gangster come John "Machine Gun" Kelly e Robert Stroud, assassino multiplo divenuto famoso come "l' Uomo degli Uccelli", avevano abitato fino alla fine della loro vita. I tre chilometri di mare gelido agitati da correnti violente erano le sbarre che nessun prigioniero avrebbero mai potuto segare.

rapporto fbi sui fuggitivi in brasile

 

Oggi, gli atleti del triathlon lo attraversano regolarmente, attrezzati e allenati. Non nel 1962. Ma all' alba del 12 giugno, dei tre fuggitivi non fu trovata più traccia, né in mare né sulle coste. Si erano dissolti nella nebbia che in giugno, al mattino e alla sera, spesso inghiotte la baia. E ogni Natale, Wendy, la figlia del direttore di Alcatraz, che chiuse l' anno dopo la fuga, nel '63, riceveva auguri firmati da uno dei tre. Prova di nulla, altro che della continuità del mistero.

 

I nipoti di John Anglin, rapinatore seriale di banche, ma non assassino, sono persuasi che lo zio ottantenne fosse vivo, nel 2013 quando scrisse la lettera per offrire allo Fbi uno scambio: «Se mi date le cure mediche delle quali ho bisogno, mi consegno ai Marshal per fare un anno di detenzione». Dicono di sapere che il fratello Clarence sia morto, mentre nessuno ha neppure voci su Morris, il cervello, il "Clint Eastwood", genio che risultava fra l' uno per cento della popolazione nei test di intelligenza. «Volevo farvi sapere che tutti e tre ce la facemmo - scrive la mano del vecchio - giusto per un pelo».

 

la prova del dna mostra che i fuggitivi non annegarono

La fortezza di Alcatraz, abbandonata per i costi altissimi di mantenere e rifornire un penitenziario isola che aveva in gabbia 260 detenuti, è oggi un' attrazione turistica che richiama più di un milione di visitatori all' anno e ha, nella cella che appartenne a John Anglin, la sua principale meta, insieme con quella di Al "Scarface" Capone.

Naturalmente, i custodi e i visitatori sostengono che nella notte, soprattutto quando la nebbia irrompe sulla baia e divora l' isola, le celle si popolano di spettri, ma è un banale trucco di marketing. I fantasmi non scrivono lettere.

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…