ZUCKERBERG A CAVO DURISSIMO - META VORREBBE COSTRUIRE "LA MADRE DI TUTTI I CAVI SOTTOMARINI". UN PROGETTO LUNGO OLTRE 40MILA CHILOMETRI, A FORMA DI "W", CHE PARTIREBBE DALLA COSTA EST DEGLI STATI UNITI FINO ALLA "WEST COAST", PASSANDO PER IL SUDAFRICA, L'INDIA E L'AUSTRALIA - IL PERCORSO È STATO STUDIATO PER EVITARE TUTTI I LUOGHI "CALDI" E LE AREE A RISCHIO DI CONFLITTI, COME IL MAR ROSSO, IL MAR CINESE MERIDIONALE, LO STRETTO DI MALACCA E SINGAPORE - L'AZIENDA DI MENLO PARK SAREBBE L'UNICA PROPRIETARIA DELL'INFRASTRUTTURA...
Estratto dell'articolo di Stefano Guarrera per www.corriere.it
Lo aveva anticipato un mese fa l'esperto di infrastrutture AI Sunil Tagare su LinkedIn parlando della «madre di tutti i cavi sottomarini». La notizia, che Meta non ha voluto commentare, è stata poi ripresa da alcune testate americane. Menlo Park avrebbe intenzione di costruire un gigantesco sistema di cavi sottomarini in fibra ottica attraverso quattro continenti per migliorare la capacità del suo traffico dati e potenziare lo sviluppo dell'intelligenza artificiale in India. Un progetto dai numeri spaventosi: 40mila chilometri di lunghezza, 10 miliardi di costi complessivi, velocità di trasmissione dati a mille terabit per secondo.
La 'W' dei cavi a cui starebbe pensando Meta
LE SPECIFICHE DELLA "W"
Questa gigantesca infrastruttura avrebbe la forma di una "W". Partirebbe dalla costa est degli Stati Uniti (tra Virginia e Carolina del Sud) e raggiungerebbe il Sudafrica. Da qui punterebbe sull'India, e prima di approdare in California farebbe tappa nel nord dell'Australia. Questo percorso sarebbe studiato per evitare tutti i luoghi "caldi" della geopolitica e le aree a rischio di conflitti: il Mar Rosso e l'Egitto, il Mar Cinese Meridionale, lo stretto di Malacca e Singapore.
Si pensi al primo caso, dove i guerriglieri yemeniti Houthi non solo hanno attaccato navi commerciali intorno allo stretto di Bab el-Mandeb, ma hanno anche danneggiato cavi sottomarini fondamentali per il collegamento tra Europa e India. O ancora al caso del Mar Baltico di pochi giorni fa. Questi rischi Meta vorrebbe evitarli nonostante esista una rete di navi in tutto il mondo che questi tubi li ripara, anche con interventi a oltre 6 chilometri di profondità.
È un progetto che potrebbe vedere la luce segmento dopo segmento: la "prima tratta" potrebbe essere attivata tra il 2029 e il 2030. Ci vorrebbero in ogni caso anni, considerando il fatto che le aziende capaci di realizzare queste infrastrutture, come Subcom, sono poche e hanno già grandi clienti come Google. Secondo Tagare, tra cablaggio e costi energetici l'esborso di Meta arriverebbe a 4 miliardi. Altri 6 miliardi sarebbero investiti in AI datacenter in India.
LA COMPETIZIONE TRA LE BIG TECH
La differenza sostanziale rispetto a tutti gli altri cavi sottomarini intercontinentali ad oggi esistenti è che Meta, stavolta, sarebbe l'unica proprietaria dell'infrastruttura. Questi preziosi tubi che collegano tra loro i server e rendono possibile la nostra connessione a internet, infatti, sono di proprietà degli stati o al massimo sono in comproprietà tra più aziende. Solamente alcune diramazioni regionali sono attualmente di proprietà di una singola società. […]
Meta quindi, il secondo più grande driver di internet nel mondo (rappresenta il 10% del traffico fisso e il 22% del traffico globale) dopo Google, supererebbe Google stessa in capacità infrastrutturale. A oggi, la società di Mark Zuckerberg, è comproprietaria di 16 reti esistenti, tra cui il cavo 2Africa, che circonda il continente.
mappa cavi internet sottomarini nel mar rosso
[…] Avere l'esclusiva per l'uso di un'infrastruttura vuol dire maggiore capacità e quindi una migliore qualità del servizio. Cosa fondamentale se si considera che Menlo Park fa più utili fuori dal Nord America rispetto al mercato interno. In ogni caso, è vero che questi progetti contribuiscono allo sviluppo delle economie che ne sono toccate: nel 2022, Meta stimava in 500 miliardi di dollari il contributo alle economie di Asia-Pacifico ed Europa entro il 2025.
Il secondo motivo, quello geopolitico, è sorprendentemente semplice: Meta sarebbe l'unica proprietaria di corridoi sicuri, lontani da scenari di tensione: questo sarebbe un vantaggio davvero importante sulla concorrenza. […]
Last but not least, l'India. Meta vorrebbe costruire lì dei datacenter per la formazione e il lavoro con i modelli di intelligenza artificiale. Secondo Tagare, il primo sorgerebbe a Chennai dove c'è già una struttura che si chiama MAA10. L'India è un mercato enorme, troppo importante per Meta. È il paese con il maggior numero di utenti Facebook (375 milioni), Instagram (363 milioni) e Whatsapp (536 milioni), le tre grandi società di Meta. Inoltre, in quel paese, i costi per il funzionamento del traffico dati sono solo una frazione rispetto agli Usa.
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