IL DIVANO DEI GIUSTI/1 – CHE VEDIAMO STASERA? ANDREBBE VISTA LA NUOVA SERIE DI FANTASCIENZA DI APPLE TV+, “CONSTELLATION”, CON NOOMI RAPACE – SU MUBI È STATO INSERITO “DIAZ. NON PULIRE QUESTO SANGUE”: GIRATO NEL 2012, CIOÈ UNDICI ANNI DOPO I FATTI DI GENOVA, CHE LASCIARONO UNA FERITA ANCORA APERTA. COME HANNO DIMOSTRATO I RECENTISSIMI FATTI DI PISA. RIMANE UN FILM IMPORTANTE, ANCHE SE È STATO MOLTO OSCURATO - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Andrebbe vista la nuova serie di fantascienza di Apple Tv+ “Constellation”, ideata da Peter Harness con Noomi Rapace, Jonathan Banks, James D’Arcy, dove Jo, un’astronauta, torna sulla terra dopo un incidente nello spazio, e le sembra che qualcosa nella realtà della sua famiglia sia profondamente cambiata, soprattutto nei legami con la figlia. Produzione ricca, bel cast. Ottime critiche. Otto episodi diretti da Joseph Cedar, Oliver Hirschbiegel, Michelle McLaren.
Non sembra particolarmente riuscita la serie live di Netflix tratta da un celebre anime, “Avatar. La leggenda di Aang” con Gordon Cormier, Kiawentiio, Ian Ousley, anche perché gli autori della serie originale animata, Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko,durante la produzione hanno rotto con Netflix e si sono dissociati. Confesso che non capivo niente già nella serie originale, figuriamoci in questa.
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In attesa di “Dune 2” di Denis Villeneuve in uscita il 28 febbraio, propongo un ripasso rivedendo su Amazon la prima parte di “Dune”. Magari ci aiuterà nelle quasi tre ore di film. In realtà in streaming non c’è moltissimo di nuovo. Posso segnalarvi l’uscita di “Wonka” di Paul Kinng con Timothée Chalamet su Amazon. Ottimo film. Sotto tutti i punti di vista, anche se molto diverso dal capolavoro di Roald Dahl.
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Su Mubi sono stati inseriti due film di Daniele Vicari, “Velocità massima” con Valerio Mastandrea, uno dei rarissimi film sulle corse di macchine fatti in Italia, ma soprattutto “Diaz. Non pulire questo sangue”, girato nel 2012, cioè undici anni dopo i fatti di Genova, che lasciarono una ferita ancora aperta. Come hanno dimostrato i recentissimi fatti di Pisa e Firenze.
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“Diaz” è una ricostruzione fedele e precisa dei giorni di Genova e della “macelleria messicana” operata dalla polizia prima alla Diaz e poi nel carcere di Bolzaneto. Rimane un film importante, anche se è stato molto oscurato. Vicari è stato molto lucido nella scelta di un film che non si butta su nessun psicologismo e su nessuna dietrologia.
Poliziotti e ragazzi sono alla fine figurine riprese dalla realtà e dai racconti dei protagonisti che servono per la ricostruzione minuziosa dei fatti. Alla fine, tutti, anche i poliziotti coinvolti, diventeranno vittime della violenza. Claudio Santamaria, che domina totalmente il film con un’interpretazione magistrale di poliziotto cosciente fino all’ultimo di quel che sta accadendo, si trasformerà nei personaggi tragici che abbiamo visto in “Acab”, reduci di quella violenza e pronti a pagarne le spese.
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Su Netflix trovate, tra i film più visti un disaster movie svedese legato alla miniera più grande del paese, “Abisso”, scritto e diretto da Richard Holm con Tuva Novotny, Felicia Truedsson, Peter Franzen, l’ottimo esordio di Paul Dano, “Wildlife”, piccolo film ambientato nel Montana nel 1960.
Ci sarebbe anche un filmone sentimentale danese, “Toscana”, scritto e diretto da Mehdi Avaz dove un rubizzo cuoco danese, Anders Matthesen, si sposta in Toscana per seguire gli affari del padre, e si innamora di una bella italiana, la Cristiana Dell’Anna di “Gomorra”. Non si sembra affatto un capolavoro, ma leggo buone critiche dai giornalisti stranieri.
Per i patiti di storia e di vecchio cinema australiano, esisteranno, Netflix propone il recupero del glorioso “Eureka Stockade”, drammone minerario del 1949 diretto da Harry Watt con Chips Rafferty, Jane Barrett, Jack Lambert, dove un immigrato irlandese, Peter Lalor, arrivando nel 1854 a Victoria, diventa portavoce dei minatori per farsi sentire dal governo che non vuole ascoltare nessuno in tema di diritti. Ci sarebbe anche un polveroso, ma interessante “Monsieur Vincent” diretto nel 1947 da Maurice Cloche con Pierre Fresnay come San Vincenzo de Paoli che nel 500 decise di mettersi dalla parte die più umili e dei più poveri. Vi mancava, eh?
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