IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - CHE VEDIAMO STASERA IN STREAMING? MI SONO VISTO SU AMAZON IL THRILLER "LA CASA DEL PADRE" E L’HO TROVATO GRADEVOLE, PUR SENZA GRANDI ENTUSIASMI, CON UN CRIMINALE CHE TORNA DOPO 20 ANNI A ROMPERE LE SCATOLE ALLA FIGLIA, PROPRIO QUANDO LEI SI STAVA RIFACENDO UNA VITA - MI SONO RIVISTO ANCHE UN FILM DI ERIC ROHMER SU MUBI, IL CELEBRE “LA MIA NOTTE CON MAUD” CHE VI CONSIGLIO ASSOLUTAMENTE, ANCHE SE È MOLTO CATTOLICO E PIENO DI DOTTI DIALOGHI SU PASCAL CHE FORSE OGGI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Ieri sera mi sono visto e l’ho trovato gradevole, pur senza grandi entusiasmi, “La casa del padre”, thriller americano diretto da Neil Burger (“The Divergent”) con padre criminale, Ben Mendelsohn, che torna dopo vent’anni a rompere le scatole alla figlia, Daisy Ridley, proprio quando lei si stava rifacendo una vita con un marito, Garret Hedlund, e una figlioletta.
Ben costruito, con un antefatto, la vita fuori dal tempo, nei boschi e sul lago del padre con la figlioletta, che lo adora, e una madre, Caren Pistorius, che presto scopriremo essere stata rapita dodici anni prima dall’uomo, che la tiene in cattività, un cuore, il recupero della ragazza, ormai donna, che per ha nascosto la sua storia anche al marito, col padre prima in carcere, poi evaso a piede libero, che sappiamo si ripresenterà a lei per portarsela via assieme alla figlia, e un finale, che non riveleremo dove i due ovviamente torneranno a confrontarsi.
Forse un po’ schematico nel protrarre il più possibile il momento dell’incontro tra padre e figlia, il film ha dalla sua la presenza di due bravissimi attori che rendono più profondo del solito il ritratto psicologico dei personaggi. Detto questo, poi mi sono rivisto un altro film di Eric Rohmer su Mubi, il celebre “La mia notte con Maud” con Jean-Louis Trintignant, Françoise Fabian, Marie-Christine Barrault, fotografato in un bianco e nero meraviglioso da Nestor Almendros, che vi consiglio assolutamente di vedere, anche se è molto cattolico e pieno di dotti dialoghi su Pascal che forse oggi non sono più di moda.
Ma era anche un mondo dove nelle case, soprattutto quelle francesi, mettevi una mano sulla libreria e usciva sempre un Pascal, un Rousseau. Più rispettoso stavolta, riguardo i personaggi femminili, de “La collezionista”, che aveva dei punti imbarazzanti, ripropone però il meccanismo di schermaglia amorosa vista rigorosamente sempre dal punto di vista maschile. Ma almeno ci mostra quanto la pianificazione della caccia alla donna del maschio diventi vana a causa delle mille variabili che la vita di una donna, in questi film della Nouvelle Vague sempre l’altro da sé, nasconda. Temo che tutto il cinema che abbiamo amato e studiato vanno ristudiato e forse non sempre amato.
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