IL DIVANO DEI GIUSTI/2 - E IN CHIARO CHE VEDIAMO STASERA? VI CONSIGLIO DI RIVEDERE PER LA VENTESIMA VOLTA L’EDIZIONE INTEGRALE, DA 220 MINUTI, DI “C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA”, MA AVETE ANCHE L'OTTIMO “HIGHLANDER. L'ULTIMO IMMORTALE” - IN SECONDA SERATA PASSA “IL PERMESSO – 48 ORE FUORI”, FILM CARCERARIO DURO, IGNORANTE, COATTO E DE CORE, MA OCCHIO A “LA SCHIAVA. IO CE L’HO E TU NO”, RITENUTO VIOLENTEMENTE ANTIFEMMNISTA DA QUASI TUTTI E ALLA COMMEDIA BIRICHINA MOLTO AVANTI RISPETTO AI TEMPI “BELLE AL BAR”… - VIDEO
Marco Giusti Per Dagospia
E in chiaro che vediamo stasera? Vi consiglio di rivedere per la ventesima volta l’edizione integrale di “C’era una volta in America” di Sergio Leone con Robert De Niro, James Woods, Elizabeth McGovern, Tuesday Weld, Treat Williams, Joe Pesci, Burt Young, Danny Aiello, Jennifer Connelly, Rai4 alle 21, 20. Lo scrissero in tanti, da Berneradi e Benvenuti a Franco Ferrini, da Stuart Kaminsky a Enrico Medioli. L’idea del flash back iniziale venne a Kim Arcalli, che Leone adorava perché montatore e sceneggiatore di Bertolucci. Tra le scene recuperate nel director’s cut è venuta fuori quella al cimitero con Louise Fletcher. Il montaggio iniziale era tra le otto e le dieci ore.
Poi Leone e Baragli ne fecero una versione di sei cercando di presentarlo in due parti. Ma dovettero stringere tutto e farne una da tre ore e 49 minuti, che è poi quella che venne presentata a Cannes. Ma in America uscì ulteriormente tagliata a due ore e 19 minuti, così voluta dalla Ladd Company. Massacrato e incomprensibile, il film non andò bene in America, ma il tempo è stato galantuomo. Leggo che Joe Pesci avrebbe voluto fare il ruolo di Max, ma per Leone non andava bene. Finì per fared Frankie, che venne massacrato però al montaggio. Stasera vedrete la versione da 220 minuti.
Rai Tre alle 21, 20 lancia un buon film, “Tra due mondi – Ouistreham” dello scrittore Emmanuel Carrère con Juliette Binoche, Hélène Lambert, Léa Carne, Emily Madeleine, Patricia Prieur, dove una scrittrice si finge una donna povera in difficoltà e diventa una lavoratrice invisibile. Ma quell che perde in visibilità lo acquista in solidarietà umana. Cielo alle 21, 20 ci ripresenta l’ottimo “Highlander. L’ultimo immortale” di Russell Mulcahy con Christopher Lambert, Roxanne Hart, Clancy Brown, Sean Connery, Beatie Edney, Alan North. Grandi duelli in ogni parte del mondo.
natalie wood le colline bruciano
Bruttino lo zorro con due Zorri, uno giovane e uno Vecchio, cioè “La maschera di Zorro” diretto da Martin Campbell con Antonio Banderas, Anthony Hopkins, Catherine Zeta-Jones, Canale Nove alle 21, 25. Alternative? Il western di Sturat Heisler “Le colline bruciano” con Natalie Wood, Tab Hunter, Skip Homeier, Eduard Franz. Leggo che Louis L’Amour aveva scritto il romanzo con l’idea che i protagonisti fossero Gary Cooper e la messicana Katy Jurado. Si pensò anche a John Wayne come protagonista. Si finì con la coppia giovanile Tab Hunter e Natalie Wood. E Natalie Wood non era credibile come messicana.
Ci sarebbe anche su Canale 20 alle 21, 05 “xXx: Il ritorno di Xander Cage”, diretto da D.J. Caruso con Vin Diesel, Nina Dobrev, Samuel L. Jackson, Ice Cube, Ruby Rose, Toni Collette. Moscetto. Su Rai Movie alle 21, 10 è la volta di “L’implacabile” diretto dall’attore Paul Michael Glaser (cioè Starsky), tratto d aun romanzo di Stephen King con Arnold Schwarzenegger nel suo periodo di maggior gloria, Maria Conchita Alonso, Yaphet Kotto, Jim Brown, Jesse Ventura, Mick Fleetwood e perfino il mitico Edward Bunker, che da solo vale il biglietto, dove, nel 2019, i colpevoli di terribili delitti finiscono come gladiatori in una serie di corse mortali, il Running Man Game show.
Colpa dell’insuccesso del film fu la scelta del regista, totalmente inesperto. Ma Rob Cohen, come produttore, ne aveva eliminati troppi perché non andava d’accordo con nessuno, né con George Pan Cosmatos, né con Carl Schenkel, né con Ferdinand Fairfix, né con Andrew Davis, che dopo otto giorni di riprese era già fuori budget di 8 milioni di dollari e indietro di quattro giorni come lavorazione. Minchia.
Passiamo alla seconda serata con la replica del kolossal “I cannoni di Navarone” di J. Lee Thompson con Gregory Peck, Anthony Quinn, David Niven, Irene Papas, Rai Movie alle 22, 50. Divertente, ma non funzionò proprio la commedia costruita su Angela Finocchiaro, “Ci vuole un fisico bestiale” diretto da Sophie Chiarello con Raul Cremona, Elio, Jurij Ferrini, Antonella Lo Coco, Laura Marinoni, Cine 34 alle 22, 50. Elio come marito borghese però faceva ridere.
paolo ruffini chiara francini tutto molto bello
Su Iris alle 22, 50 avete “La guida indiana”, ma è meglio il titolo originale, “Yellowstone Kelly” di Gordon Douglas con il grosso Clint Walker nel ruolo del trapper Yellowstone Kelly, Edd Byrnes, John Russell, Ray Danton, Andra Martin, Claude Akins e perfino Warren Oates, tutto ambientato nel mezzo della guerra coi Sioux nel Missouri del 1870. Scritto da Burt Kennedy e tratto da un romanzo di “Clay Fisher” cioè Heck Allen, geniale sceneggiatore dei cartoon violenti di Tex Avery alla MGM. Su Cine 34 alle 0, 30 avete il giovanilistico “Tutto molto bello” diretto e interpretato da Paolo Ruffini con Paolo Ruffini con Frank Matano, Chiara Francini, Paolo Calabresi, Gianluca Fubelli.
Iris alle 0, 55 presenta il giallo di Agatha Christie in versione vecchiotta, ma funzionante, “Assassinio sul palcoscenico” di George Pollock con la grande Margaret Rutherford, Ron Moody, Charles Tingwell. Adoro il thriller erotico di Jane Campion “In the Cut” con Meg Ryan, Mark Ruffalo, Jennifer Jason Leigh, Nick Damici, Susan Gardner, Cielo all’1, 25. Aveva il suo perché il carcerario “Il permesso – 48 ore fuori” diretto e interpretato da Claudio Amendola con Luca Argentero, Giacomo Ferrara, Valentina Bellè, Ivan Franek. Vado a recuperare la mia vecchia critica, perché il film mi era piaciuto.
luca argentero il permesso 48 ore fuori
Duro, ignorante, coatto, ma soprattutto de core, torna il film di genere alla Fernando Di Leo, scrivevo. Lo dobbiamo a Claudio Amendola, attore e regista di questo sentito, notevole, magari anche un po’ ingenuo Il permesso – 48 ore fuori, al suo produttore di sempre Claudio Bonivento, e alla penna di Giacomo De Cataldo, che ha sceneggiato il film assieme a Roberto Jannone. Attorno a un mondo di duri, di ragazzini, di balordi, si muovono i quattro protagonisti del film, in permesso dal carcere per 48 ore. Le loro sono realtà diverse, ma tutti e quattro sono pronti a giocarsi la propria vita in quelle 48 ore, per seguire un sentimento o difendere la famiglia.
ivan franek claudio amendola il permesso
“La telefonata alla mignotta è gratis”, dice a un torvo, cupissimo, palestratissimo Luca Argentero, nel ruolo di Donato, appena uscito di carcere un barista non meno torvo e cupo. Donato cerca la bella Sonia, che un tempo si chiamava Irina, che ora fa la vita per colpa di un piccolo boss di Ostia, Sasà, Antonino Iuorio, come sempre cattivissimo. Donato combatterà a pugni nudi, nella notte, per lui, per cercare di ritrovare il suo amore. Intanto la bella Rossana, la new entry Valentina Bellé, stangona figlia di papà in carcere per essersi portata dieci chili di coca dal Brasile, si toglie la voglia di un gelato e di una scopata nella macchina con autista che le ha mandato la mamma, col bulletto del Pigneto Angelo, Giacomo Ferrara, lo “Spadino” di Suburra, anche lui appena uscito di carcere.
Angelo è orfano, gli è morta anche la nonna. E’ in carcere dopo una rapina, ma non ha fatto i nomi degli amici, che lo aspettano a casa della nonna e lo vogliono coinvolgere in altri colpi balordi. Il più ingrugnato di tutti è il malavitoso di vecchia data Luigi, Claudio Amendola, che esce di galera con la stessa faccia del Gastone Moschin di Milano calibro 9.
Luigi si ritrova una moglie che lo aspetta da troppo tempo, ma soprattutto un figlio che ha scoattato forte del nome di papà e si è messo contro il boss della zona, il feroce Goran, Ivan Franek, un tempo allievo proprio del padre. Luigi, in 48 ore, deve sistemare le cose e salvare la sua famiglia. Così sposta la madonnina dal giardino, spezza la base di cemento e si riprende le sue vecchie pistole. Bang! Bang! Tutte le storie sono belle e credibili, la mia preferita è quella di Luca Argentero, puro Sin City, e lui bravissimo.
la schiava io ce l'ho e tu no 5
Su Cine 34 all’1, 55 avete “La schiava. Io ce l’ho e tu no” di Giorgio Capitani con Lando Buzzanca, Catherine Spaak, Adriana Asti, Gordon Mitchell. Storia ritenuta violentemente antifemmnista da quasi tutti, tranne che da Giorgio Capitani, che allora difendeva il film così: «Mi è piaciuto subito il soggetto, perché secondo me è il primo film veramente femminista che si realizzi da quando si parla dell’emancipazione della donna. È un film, ne sono sicuro, che contribuirà a chiarire con divertenti equivoci come si intende da noi la vita a due» (Il Messaggero, 24 luglio 1973).
la schiava io ce l'ho e tu no 3
Beh, non fu così. «La schiava», ha detto Lando Buzzanca a Stracult, «fa parte del nostro lessico mentale, se si può dire. Il protagonista, alla fine, si stufava della schiava che si era inventato. E veniva fuori la parte comica del grottesco». Il film ha un successo pazzesco di pubblico da subito. Guglielmo Biraghi non ne parla affatto male su Il Messaggero: «Tutto ciò è raccontato con toni garbatamente tiepidi, a metà strada tra farsa dichiarata e satira di costume: senza eccessivo impegno, beninteso, ma attraverso trovate e trovatine che vellicano facilmente al sorriso.
la schiava io ce l'ho e tu no 1
E intonata all’assunto è la recitazione di Lando Buzzanca nei panni di Demetrio, di Catherine Spaak, la cui presenza dà inevitabilmente alla figura della moglie un peso che alla lunga non merita, di una Adriana Asti spassosamente scatenata nella follia dell’amante, e della squisita Veronica Merin, schiavetta davvero da sogno». Ma fioccano i giudizi negativi. Come quello di Tim Pulleine su Monthly Film Bulletin che bolla il film come «senza forma, senza vergogna, una farsa conservatrice».
alessandro benvenuti eva robins belle al bar
Su Iris alle 2, 25 passa il roibusto biopic sulla vita di Dalton Trumbo, sceneggiatore e comunista a Hollwyood, “L’ultima parola. La vera storia di Dalton Trumbo” diretto da Jay Roach con Bryan Cranston, Elle Fanning, Dean O'Gorman, John Goodman, Helen Mirren, Diane Lane. Commedia birichina molto avanti rispetto ai tempi è “Belle al bar”, scritta, diretta e interpretata da Alessandro Benvenuti con Eva Robin's, Assumpta Serna, Andrea Brambilla, Rete 4 alle 2, 50. Su Rai Movie alle 3, 15 avete l’ottimo fantasy di Juan Antonio Bayona “Sette minuti dopo la mezzanotte” con Lewis MacDougall, Felicity Jones, Sigourney Weaver, Toby Kebbell, Geraldine Chaplin.
Su Cine 34 alle 4, 10 avete il poliziesco di Damiano Damiani “Goodbye&Amen” con Tony Musante, Claudia Cardinale, John Forsythe, John Steiner, Renzo Palmer, Angela Goodwine, Anna Zinnemann, tutto ambientato a Roma. Chiudo con due ottimi film francesi oggi un po’ lontani, “Smoking” di Alain Resnais con Sabine Azéma, Pierre Arditi, Iris alle 4, 25 e “Le belle della notte” di René Clair con Gérard Philipe giovane che sogna avventure impossibile e bellezze clamorose, Martine Carol, Gina Lollobrigida, Magali Vendeuil, Marlyn Bufferd, rete 4 alle 4, 30.
gina lollobrigida le belle della notte
Leggo che in una scena, supercoreografata, Gina avrebbe dovuto spogliarsi in mezzo alle odalische, mostrarsi nuda da dietro e entrare nell’acqua della piscina. Non voleva farsi vedere nuda. Si cercò allora di combinare il passaggio di una odalisca per non farle vedere il sedere. Un disastro. Alla fine accettò. La scena era perfetta. Ma René Clair chiese che al musicista, Georges Van Parys, di cambiare le parole della musiche che dovevano accompagnare la scena in plaback. “Nel breve momento in cui la vediamo nuda, disse Clair, la canzone dice 'Quando sorge la luna...'. Non possiamo lasciarlo." Ecco…
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