piazza califano

TUTTO IL RESTO E’ NOIA! A 10 ANNI DALLA SCOMPARSA ARRIVERÀ IL NULLA OSTA PER AVERE FINALMENTE UNA PIAZZA DEDICATA A FRANCO CALIFANO AD ARDEA. NEL 2015 L’INTITOLAZIONE DI UNO SPAZIO PUBBLICO AL "CALIFFO" FU REVOCATA. L’ALLORA PREFETTO DI ROMA FRANCO GABRIELLI DISSE CHE LA PROCEDURA ADOTTATA DAL COMUNE PULLULAVA DI ERRORI - IL PRIMATO DI JOHN LENNON TRA LE VIE DEDICATE AI MUSICISTI E IL MALCONTENTO PER LE STRADE DEDICATE A BATTISTI E DE ANDRE'

Michele Bovi per Dagospia

 

piazza califano

In Italia le vie intitolate a musicisti sono in aumento. Ma se non ti chiami Enrico Caruso o John Lennon non è tanto semplice trovare posto nella odonomastica, ovvero il complesso dei nomi delle strade. Leggi, norme e burocrazia rendono macchinoso dedicare a un artista un’ area pubblica.
 
Non basta una delibera del Comune: il nulla osta spetta alla Deputazione Storia Patria, un apposito ufficio delle prefetture. Che non di rado boccia le decisioni comunali, quasi sempre a causa del mancato rispetto della regola fondamentale: il prescelto dev’essere scomparso da almeno 10 anni. Ne sanno qualcosa gli amici e i sostenitori di Franco Califano, del quale il prossimo 30 marzo ricorreranno i 10 anni dalla morte. Il geniale artista è titolare a tutt’oggi di un primato riguardo all’odonomastica: ha perso per due volte l’area a lui destinata.
 
Gli scongiuri del Califfo

targa vuota

La prima a Borbona, in provincia di Rieti. Era il 1976 e quella “Piazza Franco Califano, poeta e cantautore” non sembrò piacergli: “Ahò, mica so’morto!”, sbottò il Califfo con un gestaccio di scongiuro ma poi sorprese tutti presenziando all’inaugurazione. Una dedica che resistette una ventina d’anni finché l’area rimase di proprietà del costruttore: col passaggio a patrimonio comunale diventò Piazza San Venceslao. Un’altra Piazza Franco Califano, musicista e poeta fu inaugurata dal sindaco ad Ardea, in provincia di Roma, nel 2015, a soli 3 anni dalla sua scomparsa. Troppo pochi per la prefettura che ne ordinò dopo 30 giorni la cancellazione.
 
Ancora oggi in quella piazza anonima campeggia una targa vuota. Il prefetto di Roma era Franco Gabrielli. Mi disse che la procedura adottata dal comune di Ardea pullulava di errori. Apprezzava l’artista ma dovette revocargli la piazza”, racconta Antonello Mazzeo che ad Ardea, dove Franco Califano lasciò detto che voleva essere sepolto, coordina l’attività della fondazione intitolata a lui.
 
Il 30 marzo il nuovo sindaco di Ardea Fabrizio Cremonini riattiverà la procedura per restituire alla piazza il nome cancellato. Un analogo iter sarà intrapreso da Lello De Prisco, sindaco di Pagani in provincia di Salerno dove Califano trascorse l’infanzia. Tra i due comuni c’è in programma anche un gemellaggio in nome di Franco – annuncia Mazzeo – Entrambi i sindaci sono espressione del centrodestra. Ma è una coincidenza svincolata dalla politica: uno dei più fervidi sostenitori della memoria di Califano è il senatore del Pd Francesco Boccia, ex ministro per gli affari regionali del governo Conte. Insomma c’è accordo bipartisan per onorare in termini di odonomastica l’autore di “Minuetto”,“Tutto il resto è noia”, “La nevicata del‘56” e altri tra i più fascinosi testi del pop italiano.
 
 
Le eccezioni Raffaella Carrà e Pino Daniele

demetrio stratos

Tra i simpatizzanti c’è anche chi fa notare che l’inderogabile norma dei 10 anni in realtà è stata più di una volta valicata. L’ultima con Raffaella Carrà che lo scorso anno, soltanto 12 mesi dopo la scomparsa, è stata gratificata nella sua Bellaria dando il nome a un tratto di lungomare. O ancora prima Pino Daniele: a lui è stato intitolato nel 2015 a soli 5 mesi dalla morte il vicolo di Napoli dov’era cresciuto. Un’ iniziativa caldeggiata da Giorgio Napolitano, appena lasciata la carica di presidente della Repubblica.
 
Il più singolare strappo alla regola è il Parco Rufus Thomas a Porretta Terme. La cittadina emiliana che ospita da 34 anni il più popolare festival europeo del rhythm& blues dedicò nel 1995 l’area pubblica al cantante afroamericano: Rufus Thomas era vivo e presenziò alla cerimonia assieme al prefetto di Bologna Enzo Mosino. All’eccezione aveva lavorato Roberto Maroni, già ministro dell ’Interno, ospite fisso della rassegna di Porretta Terme anche in veste di tastierista del suo gruppo Distretto 51 & The Capric Horns.
 
Il dato dell’avanzata della musica nell’odonomastica è inconfutabile. Negli ultimi vent’anni le aree pubbliche intitolate ad artisti hanno avuto la meglio rispetto a politici e militari. Se Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Goffredo Mameli, Niccolò Paganini erano già ampiamente rappresentati nel competere con Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Raffaele Cadorna ora i cantanti sembrano prossimi a sopravanzare gli storici compositori. Il numero uno delle Voci resta ancora oggi il “tenore dei tenori“ Enrico Caruso, con 80 aree pubbliche intitolate, inseguito nel panorama della lirica da Beniamino Gigli (57), Maria Callas (36), Mario Del Monaco (14). Solo 4 targhe ricordano Luciano Pavarotti, ma il tenore ci ha lasciati nel 2007, c’è tempo per raggiungere Caruso. Sempreché non sia il Pop nel frattempo a conquistare tutti gli spazi.

parco rufus thomas

 
Si è diffusa infatti nei municipi italiani la tendenza a orientarsi per l’odonomastica nei repertori leggeri, tra esecutori e soprattutto cantautori. Al punto che Fabrizio De André (scomparso nel 1999) campeggia per 76 volte in lungo e in largo per l’Italia, dando nome a vie, piazze, lungomari, parchi e persino una scuola statale a Prato.
 
Al secondo posto c’ è Lucio Battisti con 24 aree, al terzo Domenico Modugno con 19, seguono Luigi Tenco con 17, Mia Martini e Rino Gaetano con 8, Claudio Villa con 7, Fred Buscaglione e Renato Carosone con 4. Strade per tutti i generi: dal melodico Mino Reitano al poliedrico Demetrio Stratos.
 
John Lennon dappertutto
È oltremodo potente la concorrenza degli stranieri, non solo compositori come Wolfgang Amadeus Mozart ricordato con 87 vie o piazze o Ludwig van Beethoven con 35, ma anche artisti contemporanei come John Lennon.
 

lennon daolio

L’ex componente dei Beatles scomparso nel 1980 ha lasciato segni tangibili nella memoria degli amministratori comunali tricolori che gli hanno dedicato ben 40 aree pubbliche. Lennon ha letteralmente stracciato colleghi stranieri pur leggendari come il “re del rock” Elvis Presley, citato solo 3 volte,o 'the Voice' Frank Sinatra titolare di un’unica strada a Casteltermini, in provincia di Agrigento. John Lennon è dappertutto: gli hanno dedicato un parco a Pordenone, a Brescia, e a Monte San Vito (Ancona); una piazza a Palermo, Ravenna, Bollate (Milano), Tolentino (Macerata), Bibbiena (Arezzo), San Gabriele (Bologna).
 

lungomare raffaella carra

C’è anche Piazza della Pace John Lennon a Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia) per ricordarlo non solo come musicista ma anche per il suo impegno sociale. Poi c’è Largo John Lennon a Campogalliano (Modena). E giardini pubblici a Napoli, Genova Pegli, Ravenna, Bologna. Nel capoluogo emiliano è stato anche ideato un compromesso odonomastico tra generi musicali, con il Giardino John Lennon-Charlie Parker. Poi tante strade: c’è Via John Lennon a Roma, Reggio Emilia, Nuoro, Imola, Monza, Grosseto, Jesolo (Venezia), Guastalla (Reggio Emilia), Francolino (Ferrara), Fucecchio (Firenze), Melegnano (Milano), Rutigliano (Bari), Acri (Cosenza), Melicucco (Reggio Calabria), Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), San Martino in Rio (Reggio Emilia), Pieve Santo Stefano (Arezzo). C’è Via John Lennon in due comuni della provincia di Udine: Tolmezzo e Cervignano del Friuli e in tre comuni della provincia di Bologna: Valsamoggia, Castelvecchio di Reno e Granarolo dell’Emilia.
 

lungomare fabrizio de andre

L’incrocio tra via John Lennon e via Augusto Daolio a Rimini Un altro compromesso musicalodonomastico è stato concepito a Rimini, dove i Beatles incontrano i Nomadi, con Via John Lennon che incrocia Via Augusto Daolio. In Umbria nel 2001 era sorto invece un problema. La Deputazione Storia Patria aveva dato parere contrario a intitolare Via John Lennon in un nuovo quartiere di Castiglione del Lago in provincia di Perugia. Il nome di Lennon avrebbe dovuto incrociare quello di Giovanni Paolo II: due nuove strade comunicanti. Inadeguato fu il commento della prefettura del capoluogo umbro. Così il comune di Castiglione del Lago ha dovuto modificare la propria delibera: da Via John Lennon a Via The Beatles.
 
Solo in gruppo gli scarafaggi hanno potuto alloggiare, dal 2021 ,accanto a un papa santo. È l’Emilia-Romagna la regione più propensa all’odonomastica canterina, ma anche Campania, Sicilia,Toscana, Lombardia dimostrano una particolare attenzione a scegliere nomi di artisti per l’intitolazione delle nuove strade.
 

via the beatles

Malcontento per Battisti e De André
Non sempre la realizzazione soddisfa le aspettative. La Via al Mare Fabrizio De André nella sua Genova secondo i sostenitori del cantautore è inadeguata: ha sostituito Via del Campo, un luogo e un titolo cari all’artista, ma è lontana dal centro, minuscola e introvabile. Meglio il Lungomare De Andrè nel comune genovese di Arenzano.
 

statua battisti

Largo Lucio Battisti a Roma Per i fan è deplorevole Largo Lucio Battisti a Roma, non più di un parcheggio periferico destinato alla raccolta della nettezza urbana. Per non parlare della statua eretta nella piazza di Poggio Bustone, il paese reatino che gli dette i natali: i suoi familiari ne hanno addirittura chiesto la demolizione definendola una mostruosità. “Sì, il vero problema è che spesso la soluzione è indecorosa” dice Antonello Mazzeo, coordinatore della fondazione Franco Califano.
 
“Per il nostro artista diversi comuni ci hanno proposto stradine in nuove zone periferiche. Che abbiamo rifiutato. D’altronde riconosciamo che cambiare nome a una via o a una piazza, in cui risiedono abitazioni, uffici, esercizi, presenta complicazioni non soltanto catastali, ma anche sociali. Per questo insistiamo su Piazza Franco Califano ad Ardea. Altrimenti, piuttosto di un vicolo, preferiamo una targa di ottone in qualunque città, purché si tratti di una zonacentrale”

 

via elvis presleylargo battistivia pino daniele napoliroberto maroni gruppo

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen donald trump xi jinping cina unione europea stati uniti

FLASH! - COME REAGIRE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE DI TRUMP? PIU’ CHE UNA WEB-TAX SULLE BIG TECH, PER METTERE IN GINOCCHIO IL DAZISTA DELLA CASA BIANCA, FACENDO RITORNARE DI COLPO LE ROTELLE AL LORO POSTO, SAREBBE SUFFICIENTE LA VENDITA DEL 10% DEI TITOLI DEL TESORO AMERICANO IN POSSESSO DI CINA E UNIONE EUROPEA (AL 2024 PECHINO NE DETENEVA 768 MILIARDI, MENTRE I 27 PAESI UE NE HANNO IN PANCIA OLTRE DUEMILA MILIARDI) – DI TALE MOSSA MORTALE, CONFERMATA A DAGOSPIA DA FONTI AUTOREVOLI, NE STANNO DISCUTENDO NELLA MASSIMA RISERVATEZZA GLI EMISSARI DEL DRAGONE DI XI JINPING E GLI SHERPA DEI CAPOCCIONI DI BRUXELLES (COME DICONO A QUARTICCIOLO: ‘’EXTREME EVILS, EXTREME REMEDIES…’’)

donald trump matteo salvini giuseppe conte vladimir putin

DAGOREPORT – ALLEGRIA! RICICCIA L’ALLEANZA DEGLI OPPOSTI POPULISMI: SALVINI E CONTE - SABATO SCORSO, I GEMELLI DIVERSI SI SONO RITROVATI IN PIAZZA A SBANDIERARE LE COMUNI POSIZIONI TRUMPUTINIANE CHE DESTABILIZZANO SIA LA MAGGIORANZA DI GOVERNO CHE L’OPPOSIZIONE - IL LORO RUOLO DI GUASTATORI NEI RISPETTIVI SCHIERAMENTI FA GODERE TRUMP, CHE HA PRESO DUE PICCIONI CON LA SUA FAVA: CONDIZIONA IL GOVERNO MELONI E SPACCA IL PD DI ELLY SCHLEIN – SFANCULATO BEPPE GRILLO, ANNIENTATO LO ZOCCOLO DURO PENTASTELLATO, AL POSTO DELL'ELEVATO", COME "IDEOLOGO", CONTE HA MARCO TRAVAGLIO - IL RUOLO DI CASALINO NEL SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE ANTI-RIARMO DI SABATO... - VIDEO 

giorgia meloni donald trump economia recessione dazi

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI VOLERÀ FINALMENTE NEGLI STATI UNITI PER IL TANTO AGOGNATO FACCIA A FACCIA CON TRUMP: MA COSA ANDRÀ A FARE? SOPRATTUTTO: QUALE RISULTATO OTTERRÀ? -L’UNICO SPAZIO CHE OGGI HA A DISPOSIZIONE LA THATCHER DELLA GARBATELLA È IL PERIMETRO STABILITO DA KAISER URSULA CON MACRON E MERZ, CHE SI RIASSUME IN TRE PUNTI: DIALOGO, REAZIONE E DIVERSIFICAZIONE DEI MERCATI - L'EVENTUALITA' CHE, DOPO OCCHIONI E MOINE MELONIANE, IL TRUMPONE RINCULI DAL 20% A ZERO DAZI E' DA ESCLUDERE: IL TYCOON BANCAROTTIERE PERDEREBBE LA FACCIA - MA L'UNDERDOG NON PUO' TRATTARE NEMMENO UN DIMEZZAMENTO DELLE TARIFFE RECIPROCHE AL 10% PERCHE' LA NEGOZIAZIONE DEVE PASSARE PER BRUXELLES – LA DUCETTA PUÒ SOLO PROVARE A ESERCITARE UNA MORAL SUASION SUL SUO AMICO TRUMP E FARSI SCATTARE QUALCHE FOTO PER FAR ROSICARE DI INVIDIA MATTEO SALVINI - VIDEO

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…