death to 2020

2020, VAFFANCULO! - NETFLIX ANNUSA IL SENTIMENTO COLLETTIVO E SFORNA UN FILM SULL'ANNO APPENA TRASCORSO, ''DEATH TO 2020''. DAGLI INCENDI IN AUSTRALIA ALLA PANDEMIA, DAI GUAI DELLA CORONA INGLESE ALLE PROTESTE DI BLACK LIVES MATTER. TUTTO CONFEZIONATO COME SE SI TRATTASSE DI UN VERO DOCUMENTARIO, CON UNA PARTE AUTENTICA E UNA DICHIARATAMENTE DEMENZIALE

 

 

ARRIVA DEATH TO 2020, IL FILM PIÙ LIBERATORIO

Ilaria Ravarino per “il Messaggero

 

death to 2020 11

«Per colpa di Trump stavamo sfiorando la Terza guerra mondiale. Ed era solo gennaio». Parte così, dopo un'angosciante sigla da film inchiesta, il finto documentario Death to 2020, ideato dal papà della serie fantascientifica Black Mirror, l'inglese Charlie Brooker, e dalla sua produttrice storica Annabel Jones.

 

Scritto in sei mesi e girato in dieci giorni lo scorso novembre, il film - da ieri su Netflix - ripercorre con sarcasmo (e la voce fuori campo di Laurence Fishburne, il Morpheus della trilogia di Matrix) gli ultimi dodici, faticosi mesi affrontati dall'uomo sul pianeta terra: dagli incendi in Australia alla pandemia da coronavirus, dalla politica americana ai guai della corona inglese, passando per le proteste del Black Lives Matter, il rigurgito dei nazionalismi, le profezie di Greta Thunberg e la cultura delle fake news.

 

REPERTORIO

 Tutto confezionato come se si trattasse di un vero documentario, con una parte autentica illustrata dalle immagini di repertorio del 2020, a partire dal rogo delle riserve naturali fino al primo vaccino dello scorso 8 dicembre, e una dichiaratamente demenziale, con finti esperti e testimoni chiamati a commentare i fenomeni.

 

death to 2020 10

Tra questi, Hugh Grant nei panni dello storico bigotto Tennyson Foss, incapace di distinguere i fatti reali dagli eventi de Il Trono di Spade, Joe Keery (lo Steve Harrington di Stranger Things) in quelli di un millennial arricchitosi producendo contenuti durante il lockdown, un'esilarante Cristin Milioti madre borghese suprematista (Lisa Kudrow di Friends), e Samuel L. Jackson, giornalista militante. «Preferisco il virus alla polizia - dice il suo personaggio commentando le rivolte degli afroamericani dello scorso maggio - almeno non va in giro ad ammazzarti quando dovrebbe proteggerti».

 

IL TAGLIO

 Già autore sulla BBC di una serie di taglio ironico sull'attualità, Weekly Wipe, Brooker ha detto di non aver mai considerato la possibilità di raccontare il 2020 con toni oscuri alla Black Mirror: «Se avessi scritto una puntata di quella serie su una pandemia globale, sarebbe stata molto più violenta - ha spiegato durante la conferenza stampa del film - e sarebbe terminata con il collasso della società. Io sono un paranoico, un nevrotico pessimista. Ma il 2020 in un certo senso mi ha rassicurato: gestisco meglio i pericoli concreti che le minacce invisibili».

death to 2020 7

 

Volutamente «catartico, ma anche demenziale», e in parte sperimentale perché rimaneggiato in montaggio fino all'ultimo («Eravamo pronti a qualsiasi sorpresa»), Death to 2020 sorvola su tragedie minori (nessuna menzione alla morte di icone come Sean Connery o Diego Armando Maradona) per concentrarsi sui mali globali: «L'aspetto più singolare di quest' anno - ha commentato Jones - è che le tragedie hanno avuto una portata più o meno universale». Grande, inevitabilmente, lo spazio dedicato al coronavirus, «una palla da basket con la grafica di una Playstation 2», con più di una stoccata a complottisti, no-vax e negazionisti: «Mentre l'Italia si chiudeva in lockdown - ricorda la voce fuori campo del documentario - in Inghilterra Boris Johnson diceva a chi non era già morto di tornare a lavorare. Paragonare il covid al raffreddore è come paragonare una banana all'Uruguay».

 

death to 2020 4

Tornano nel documentario anche personaggi simbolo come Greta Thunberg, «un'adolescente diventata famosa - spiega Jackson - nonostante dica cose deprimenti come Billie Eilish», eroi pop come i duchi del Sussex Harry e Meghan, celebrità come Tom Hanks («contagiato dal virus in cerca di attenzione»), una finta regina Elisabetta che confonde nel film la serie di Tiger King con quella di The Crown, e naturalmente Donald Trump, la cui presenza ingombra tutta l'ultima parte del documentario.

 

IL PERICOLO

death to 2020 5

Un evento - la presidenza Trump prima, e la cocciuta resistenza all'ascesa di Joe Biden poi - che finisce per occupare, nel film, il gradino più alto sul podio delle catastrofi del 2020. Più dannoso del covid, il trumpismo - incarnato da una finta politica paladina delle fake news, pronta a smentire anche se stessa - è per Brooker il vero virus contro cui vaccinarsi per sopravvivere al 2021. Ed evitare di ritrovarsi, ancora una volta, con un leader inadeguato al momento storico, uno di quei politici «che magari ti ritrovi a fare giochi strani con le uova sode in prima serata - chiude feroce il documentario - su qualche programma della tv italiana». Ilaria Ravarino

death to 2020 2death to 2020 3death to 2020 8death to 2020 6death to 2020 9death to 2020 1

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…