anna magnani

“ABBIAMO COMINCIATO A GUARDARLA E LEI: AHO E MICA ME VORETE MENÀ EH?!"; "MA CHE DICE, NOI L'ADORIAMO!". "AHO, MICA SO' LA MADONNA!" – IL “MASCHILISTA” GIANCARLO GOVERNI RACCONTA IN UN LIBRO ANNA MAGNANI, A 50 ANNI DALLA MORTE DI “NANNARELLA” – "HO ABBANDONATO IO IL CINEMA. È POVERO, MISERABILE, PITOCCO. LA TV? TE FANNO I SEGNETTI PER TERRA E LÌ NUN TE DEVI MOVE. E SE A ME ME VA DE BALLÀ?” –  “IO DICO LE PAROLACCE MA ODIO LA VOLGARITÀ” - LA SCENA MADRE DI "ROMA CITTA’ APERTA" - VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Alberto Piccinini per Il Venerdì- la Repubblica

 

 

anna magnani

«Della scena della morte non ho fatto prove (...). Era popolo popolo quello che stava addossato contro i muri. I tedeschi erano tedeschi tedeschi presi da un campo di concentramento. Di colpo non sono stata più io».

 

 

Nel 1970 Anna Magnani ricorda così, per la centesima o millesima volta, la sequenza più importante del nostro cinema: la scena madre di Roma città aperta. Il film ha smesso di vederlo da un po': «Torno a casa e sto male» racconta a Floriana Maudente della rivista Arianna. In un cortocircuito che dice parecchio della società di allora, le sue interviste più complete sono firmate da donne, le ancora pochissime firme di costume. Compare tra i ritratti degli Antipatici di Oriana Fallaci: «Oriana mia, io dico le parolacce ma odio talmente la volgarità».

 

A Lietta Tornabuoni che su Oggi indaga gli ultimi anni da diva appartata coi suoi cani a Palazzo Altieri dice: «Ho abbandonato io il cinema (...) È povero, miserabile, pitocco». Televisione non ne ha fatta mai. La odiava. «Te fanno i segnetti per terra e lì nun te devi move. E se a me me va de ballà?». Niente archivi, canzoncine, techetechetè.

 

anna magnani

Anna Magnani moriva 50 anni fa, il 28 settembre 1973. Giancarlo Governi che nel 1981 pubblicò la sua prima biografia, Nannarella, ora ristampata da Fazi, scelse l'intervista di Maudente per rievocare il momento centrale nella carriera dell'attrice. Si capisce anche perché oggi ricordi quell'incarico come un mezzo incubo. «L'idea fu di Raffaele Crovi, il direttore editoriale di Bompiani: con lui avevo fatto un Totò l'anno prima» spiega al telefono. «Gli risposi subito: ma è una donna! Io sono un maschio, un maschilista, non me la sento. Lui mi fece telefonare dal conte Valentino Bompiani che insistette, mi mandò il contratto con dentro un assegno».

 

Allora quarantenne, giornalista e autore assunto in Rai, Governi si mise all'opera. «Decisi di lavorare di notte, non so bene perché. Avevo già una famiglia, due ragazzini. Il libro l'ho scritto a mano, la mattina mia moglie raccoglieva i fogli e li portava in copisteria.

 

anna magnani

E in fondo al corridoio appariva la Magnani: "A regazzì, me sa che stai a scrive un sacco de fregnacce"». Non posso fare a meno di ricordargli, perché siamo in tema, come nel vecchio cinema romano le mogli degli sceneggiatori fossero spesso le loro dattilografe. Governi sorride: «Le racconto una cosa. Quando Rodolfo Sonego, sceneggiatore di Sordi, ha compiuto 70 anni i suoi allievi gli hanno regalato un computer. Per mesi è rimasto lì imballato. Un giorno gli dico: guarda che è facile, se vuoi te lo insegno. Si avvicina e mi fa in un orecchio: Poi mia moglie che fa? Capito?».

 

(...)

Il lavoro di Giancarlo Governi ricomincia dal suo nome. Magnani è la madre Marina che l'ha avuta a 21 anni da un padre sparito. Figlia di NN, Anna cresce coi nonni ai quali è affidata e cinque zie, quasi tutte sarte (lo stesso ruolo che ripeterà in una mezza dozzina di film). Quando avrà il figlio Luca dall'attore Massimo Serato – col quale ha una relazione alla fine del matrimonio col regista Goffredo Alessandrini – gli darà lo stesso cognome. Magnani.

 

«È una discendenza al femminile forse unica nella storia italiana» dice Governi, che scrupolosamente controllò i certificati ed è tornato a farlo in occasione di questa nuova edizione.

 

governi cover anna magnani

Matrilineare, segno di una civiltà insieme arcaica e futura. In un gioco di specchi e provenienze si confonde la verità prorompente del personaggio di popolana romana per il quale ricordiamo Anna Magnani, sartina o sciantosa che fosse nei suoi film. Era una famiglia romagnola appena emigrata a Roma quella dei Magnani, il nonno usciere di tribunale. In più, la mamma Marina si sarebbe sposata ad Alessandria d'Egitto, dove la figlia la raggiunge in qualche occasione, portandosi in eredità il dubbio di una provenienza esotica. Quanto al padre, «Anna aveva fatto delle ricerche» ha raccontato Osvaldo Ruggeri, ultimo compagno della diva «scoprendo che era calabrese e di cognome faceva Del Duce. Aveva lasciato perdere perché, mi disse, non m'andava d'esse la fija der Duce!».

 

antifascismo istintivo Battuta fenomenale. L'antifascismo della Magnani è sempre stato, quello sì, istintivo. Sprezzante e antiretorico, alla Trilussa. Nei teatri di rivista aperti durante l'occupazione nazista della capitale saliva sul palcoscenico con Totò – la più grande coppia comica del tempo come si può ancora immaginare rivedendo Risate di gioia - e si divertivano a provocare repubblichini e tedeschi in sala, gettando nel terrore gli altri attori della compagnia.

 

aldo fabrizi anna magnani totò

In quel 1980 Giancarlo Governi ha la fortuna di trovare ancora tutti vivi i testimoni dell'epoca, i colleghi Sordi e Fabrizi, le amiche strette Marisa Merlini e Elsa De Giorgi, per ricostruire con loro un mondo davvero perduto: il giro di giovani cinematografari e intellettuali che ruotavano dalla fine degli anni 30 nell'appartamento di via Amba Aradam, dove la Magnani era andata a vivere col marito Alessandrini, uno dei registi della Cinecittà fascista, e poi era rimasta con Massimo Serato. De Giorgi, attrice dei telefoni bianchi, scrittrice e compagna di Italo Calvino, scrive un ritratto bellissimo di "Nanna" in I coetanei, spietato memoir di trentenni romani, tutto da rileggere. Nella prima pagina, sulla spiaggia in compagnia di un amico, l'"efebo Dado", prende in giro con ferocia il gerarca che si avvicina a omaggiarla: «Eccellenza mia, fatece almeno ride! (...) Ma è vero che ve rode de fa la guera mo?». Commenta Elsa De Giorgi: «Odiava l'ipocrisia borghese. Aveva idee confuse su queste cose, ma grandiose di ribellione e coraggio».

 

teatro e verità Tornando alla scena madre di Roma città aperta, tutti i racconti raccolti da Governi confermano che nessuno l'aveva scritta davvero così. Aldo Fabrizi – tra i due non correva buon sangue – dice che è successo tutto per caso: Anna cadde veramente sull'asfalto e si fece pure male. Amidei, lo sceneggiatore, ricorda che l'ispirazione forse venne durante le riprese, una notte a Trastevere, quando lei fece una scenata al suo compagno Massimo Serato e gli corse dietro, mentre lui si allontanava su una camionetta della produzione.

 

anna magnani l amore film di roberto rossellini 2

Le scenate di Anna Magnani ai suoi uomini, Alessandrini, Rossellini, Serato, spesso in pubblico, erano un misto di teatro e di verità che faceva impazzire il gossip dell'epoca. Fu ancora Serato a raccontare a Governi un'altra curiosa reminiscenza della scena di via Montecuccoli: il giorno in cui fu chiamato alle armi e Anna Magnani incinta di lui in taxi lo venne a tirare giù dal camion già alla stazione Termini, e riuscì a tenerlo a Roma smuovendo ogni sua conoscenza di gerarchi e ministeri. Suso Cecchi D'Amico avrebbe voluto scriverci sopra un film, lei non volle.

 

anna magnani mamma roma

Insieme firmeranno però L'onorevole Angelina, commedia neorealista con la prima parte più sovversiva/femminista del cinema italiano. «Io l'ho vista solo una volta di persona» ricorda infine Governi. «Avevo 15 anni e facevo la claque al teatro Sistina. Finito lo spettacolo, vado a prendere l'autobus con degli amici, e la vedo a un angolo della piazza. Abbiamo cominciato a guardarla e lei, che non abbassava mai lo sguardo, fa: Aho e mica me vorete menà eh?!" Mi sono fiondato in ginocchio le ho baciato la mano "Ma che dice, noi l'adoriamo!". "Aho, mica so' la madonna!"».

ANNA MAGNANI E RAIMONDO LANZA DI TRABIA anna magnani e pier paolo pasolini a veneziaanna magnani bellissima anna magnani mamma romaanna magnani suso Cecchi d'amico ANNA MAGNANI E GIULIO ANDREOTTIgiulio andreotti anna magnanianna magnani mamma roma anna magnanianna magnani e pier paolo pasolini mamma romaanna magnani mamma roma ettore garofalo anna magnani mamma romaanna magnani. mamma romaanna magnani luchino viscontianna magnani l amore film di roberto rossellini 1

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…