favale di maio

ALT: È DI POCHI GIORNI FA LA SENTENZA DI CASSAZIONE CHE RIAPRE IL CASO DI PAOLO FAVALE, AVVOCATO INTERNO DELLA RAI CHE FU LICENZIATO PER GIUSTA CAUSA E ORA È IN LIZZA PER IL CDA IN QUOTA GRILLINA. LA SUPREMA CORTE HA RIMANDATO IN APPELLO LA DECISIONE - RENATO PARASCANDOLO, EX PRESIDENTE RAI TRADE: ''TUTTE LE PERSONE IN BUONA FEDE SAPEVANO E LO DICEVANO (TROPPO SOMMESSAMENTE) CHE FAVALE ERA VITTIMA DI UN’INGIUSTIZIA''

 

Renato Parascandolo, ex presidente di Rai Trade fino al 2011 e direttore di Rai Educational dal 1998 al 2002, per www.articolo21.org 

 

PAOLO FAVALE

Finalmente, a quattro anni di distanza, si comincia a fare chiarezza su uno degli episodi più sconcertanti degli ultimi anni della Rai: il licenziamento in tronco dell’avv. Paolo Favale, alto dirigente della Direzione affari legali, con la motivazione di aver redatto un documento interno di critica giuridica contro la paventata cancellazione dall’Albo professionale degli avvocati interni assegnati alla consulenza e non al contenzioso.

 

L’enormità di questo licenziamento – che colpiva un dirigente cui tutti, indistintamente, riconoscevano integrità, senso di responsabilità e di appartenenza alla Rai – fu accolto con inquietudine e rabbia anche perché sottraeva alla Rai, nel periodo delicatissimo del rinnovo della Concessione e del nuovo Contratto di servizio (2014), il dirigente più esperto di legislazione del servizio pubblico e il più intransigente nel difenderlo da ministri e sottosegretari che tendevano a ridimensionarne la natura e la missione (ripartizione del canone, messa a gara europea della Concessione, prelievo forzoso dal canone di 150 milioni di euro, ecc.)

 

Parascandolo

A fare chiarezza ci ha pensato la Cassazione che, con sentenza depositata il 10 luglio 2018 ha annullato il provvedimento della Corte d’Appello di Roma di licenziamento per giusta causa. In particolare, il Supremo Collegio ha affermato che nel parere espresso dall’Avv. Favale assume “rilievo l’esposizione veritiera e corretta di un fatto nell’esercizio del diritto di manifestazione del pensiero sia dal punto di vista sostanziale che formale… Tale documento, anche considerando il suo contenuto, … non risulta esorbitare dal diritto di critica legittimante esercitabile dal dipendente nei limiti della continenza e della veridicità dei fatti menzionati”.

 

La Corte Suprema, riconoscendo all’operato di Paolo un carattere sindacale ha, inoltre, affermato che, indipendentemente dalla qualifica del lavoratore (impiegato, dirigente, giornalista) il rappresentante sindacale, in quanto lavoratore subordinato, si pone in relazione all’attività di sindacalista su un piano paritetico con il datore di lavoro, con esclusione di qualsiasi vincolo di subordinazione, giacché detta attività – espressione di una libertà costituzionalmente garantita dall’Art. 39 Cost., in quanto diretta alla tutela degli interessi collettivi dei lavoratori nei confronti di quelli contrapposti del datore di lavoro – non può essere subordinata alla volontà di quest’ultimo”. Pertanto “il documento redatto dal Favale … doveva considerarsi legittimo esercizio del diritto di critica nel contesto dell’attività sindacale”.

cassazione

 

La parola ritorna ai giudici, ma questa vicenda pone un problema che non è solo di natura giuridica perché tutte le persone in buona fede, interne ed esterne alla Rai, sapevano e lo dicevano – magari troppo sommessamente – che Paolo Favale era vittima di un’ingiustizia. Viene da chiedersi, prima di tutto a noi di Articolo 21: se anche la Suprema Corte riconosce la legittimità del suo operato, non sarebbe opportuna, se non doverosa, un’iniziativa aziendale che, nel riconoscergli la sua irreprensibilità, restituisca al servizio pubblico un professionista che saprebbe come difenderne e valorizzarne le ragi

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO