LA REGINA DI CAPRI IN MOSTRA - A UN ANNO DALLA SUA MORTE (IL 16 GENNAIO), NAPOLI CELEBRA IL “LATO A” DI GRAZIELLA LONARDI BUONTEMPO - ERA COME SE A UNA SOFIALOREN FOSSE CAPITATO IN SORTE DI ESSERE TANTO INTELLIGENTE QUANTO BELLA, TANTO POPOLANA QUANTO RAFFINATA. PIGRA E LABORIOSISSIMA. DOTATA DI UNA GRAZIA CHE TI CONSENTE DI DIRE CHE L’ASPETTO PIÙ ECLATANTE DELLA TUA VITA È AVERE AVUTO UN BEL SEDERE, SENZA PER QUESTO APPARIRE FRIVOLA - UNA VITA DEDICATA A PROMUOVERE ARTE, CINEMA, FOTOGRAFIA, SCAMBI CULTURALI; E L’AMATA CAPRI…

Giordano Bruno Guerri per "il Giornale"

A chi (io) le chiese di raccontargli la sua vita, rispose un giorno: «Avevo il più bel culo di Capri». Fu una civetteria più intellettuale che fisica. Graziella Lonardi Buontempo sapeva bene che oltre a quell'amabile caratteristica (vera), la sua vita si pregiava di ben altri accadimenti. La bellezza, certo, ché era una delle donne più splendide mai viste, capolavoro di architettura antropologica mediterranea. L'intelligenza, pure, che le dava quel dono speciale e raro di arrivare subito all'essenza delle cose.

Il senso del bello che, unito a quello del nuovo, le permise di essere una straordinaria anticipatrice del gusto e scopritrice di talenti. Gallerista, mecenate e mercante internazionale d'arte sono definizioni riduttive per chi ha visto la sua casa a Palazzo Taverna. A un passo da Piazza Navona: affrescata e decorata in ogni stanza dai più grandi e celebri artisti della seconda metà del '900, e non con opere comprate, ma fatte apposta per lei, dedicate a lei, regalate a lei, come uno dei primi ritratti multipli e multicolori di Warhol.

A Palazzo Taverna impiantò anche la sede degli Incontri Internazionali d'Arte: biblioteca, archivio, e motore di iniziative originali, instancabili, spesso curate da Argan, Celant, Bonito Oliva. La sua dote davvero speciale, però, era la grazia, quella dote così rara che permette di essere sempre se stessi e comunque graditi agli altri. Che ti consente di dire che l'aspetto più eclatante della tua vita è avere avuto un bel sedere, senza per questo apparire frivola.

Napoletana verace, era come se a una sofialoren fosse capitato in sorte di essere tanto intelligente quanto bella, tanto popolana quanto raffinata. Pigra e laboriosissima, la si ricorderà fino al 16 gennaio, a un anno dalla morte, in una mostra nella sua Napoli. A cura degli Incontri Internazionali d'Arte e della nipote Gabriella Buontempo, che ne prosegue l'attività, la mostra sarà la sintesi di una vita dedicata a promuovere arte, cinema, fotografia, scambi culturali; e l'amata Capri, dove aveva una casa e dove fondò l'Associazione Amici di Capri.

Conobbi Graziella Lonardi agli inizi degli anni '80 quando, poco più che trentenne (io), rustico e digiuno di bel mondo, ricevetti il suo invito a far parte della giuria del Premio Malaparte, di cui era la regina. Mi ritrovai così, di punto in bianco, a giudicare i più grandi scrittori del mondo in una giuria presieduta dal Alberto Moravia e composta da Ugo Pirro, Giovanni Russo, Raffaele La Capria, Giuseppe Merlino, Lamberti Sorrentino, Gilles Martinet e, poi, Furio Colombo.

È vero che avevo appena scritto non un libro, ma «il» libro su Malaparte, però so per certo che quel saggio da solo non sarebbe bastato, che Graziella vide nel ragazzo che ero l'uomo che sarei diventato, mala parte compresa.

Tra il 1983 e il 1998 premiammo, senza tante riunioni o regolamenti complessi, con pochi scambi di telefonate, grandi autori, alcuni dei quali di lì a qualche anno avrebbero ricevuto il Nobel: Anthony Burgess, Saul Bellow, Nadine Gordimer, Manuel Puig, John Le Carré, Fazil Iskander, Zhang Jie, Vaclav Havel, Predag Ma­tvejevic, Susan Sontag, Michael Tournier, Breyten Breytenbach, A.S.Byatt,Isabel Allende.

Ogni anno il premio era onorato dal manifesto di un grande artista, da Paladino a Pistoletto, ogni anno aveva una nuova iniziativa, per le traduzioni o i giovani autori, ogni anno si ammantava di una mondanità spontanea e più goliardica che snob: mi trovai, un giorno, in gita su una barchetta per pescatori con Nureyev, Eco, Havel, Gianni De Michelis.

Eppure il premio consisteva in un cesto di limoni, uva, alloro e gelsomini, a volte un modesto assegno e - soprattutto - la possibilità di passare un periodo nella casa caprese di Graziella, per oziare o scrivere, restituendo l'isola al suo ruolo di musa incantata. Ma la musa incantevole era lei, Graziella.

 

GRAZIA LONARDI BUONTEMPO GRAZIA LONARDI BUONTEMPO IN UN QUADRO DI ANDY WARHOL GRAZIA LONARDI BUONTEMPO E ALBERTO MORAVIA GRAZIA LONARDI BUONTEMPO E ACHILLE BONITO OLIVA

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