1- ARRIVANO IN GITA A ROMA QUEI QUATTRO STRACCIAROLI DEL GRUPPO BILDERBERG E LA GRANDE STAMPA SI VOLTA DALL’ALTRA PARTE. NON SOLO: TOLTO UN BEL PEZZO IN PRIMA PAGINA SU LIBERO (“LA SETTA DEI POTENTI COLTA SUL FATTO: OGGI VERTICE A ROMA PER LA SETTA DI MONTI”), BRILLA UN’IMBARAZZANTE DIFESA A BOCCONI DI STEFANO FELTRI SUL “FATTO”: “UN ARTICOLO ANONIMO DI DAGOSPIA ED E’ SUBITO COSPIRAZIONE” 2- A PARTE CHE DI “ANONIMO” C’E’ SOLO STEFANO FELTRI MA IL BOCCONIANO, DOPO AVER RIDOTTO IL SUMMIT A UNA CENETTA TRA BUONTEMPONI, VIENE CONTRADDETTO DAL SOMMARIO: “QUESTA SERA L’INCONTRO PROMOSSO DA BERNABÈ È ATTESO MEZZO GOVERNO 3- ANCHE QUESTO È “PLURALISMO INFORMATIVO”. DEL RESTO IERI C’È STATO IL CONFRONTO TV “ALL’AMERICANA” DEI CANDIDATI ALLE PRIMARIE, E QUINDI OGGI PAGINATE INSOPPORTABILI E ZUCCHERINE. SE NE RICAVA ALMENO UNA LEZIONE: DAL MONDO ANGLOSASSONE IMPORTIAMO I FORMAT PEGGIORI, MA NON IL GIORNALISMO CON LA SCHIENA DRITTA

a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

1 - LA SCOMPARSA DELLE NOTIZIE...
Marco Tronchetti Dovera viene rinviato a giudizio per ricettazione nello scandalo dei dossier illegali Telecom e la grande stampa si volta dall'altra parte. Idem per quei quattro stracciaroli del Gruppo Bilderberg in gita a Roma. Del resto ieri c'è stato il confronto tv "all'americana" dei candidati alle primarie del centrosinistra, e quindi oggi paginate insopportabili e zuccherine su un "evento" - come direbbero i pr - trasformato in notizia. Se ne ricava almeno una lezione: dal mondo anglosassone importiamo i format peggiori, ma non il giornalismo con la schiena dritta.

Il piccolo incidente di percorso dell'Afeffato vale un mezzo sputino su Repubblica (p. 23), due colonnine nell'ultima pagina di economia sulla Stampa (p. 24), un trafiletto di 30 righe senza foto sul Messaggero ("Tronchetti a processo", p. 13), tre colonnine in economia su Libero (p. 23). E poi un balconcino con foto sul Cetriolo Quotidiano (p. 6) e una notizia all'incontrario sul Giornale: "Processo Tronchetti, società parte civile. La difesa: ‘Non ci fu alcun illecito" (p. 23).

Più che dignitoso il pezzo del Corriere, osservato speciale su uno dei suoi padroncini. Con una certa eleganza, Luigi Ferrarella fa capire nelle prime righe del suo pezzo che anche per le severissime toghe dell'incensatissimo Francesco Greco non è stato facile occuparsi dell'ex datore di lavoro di Tavaroli, Cipriani, Sasinini, Fancello, Ghioni e compagnia. "A sei anni dall'inizio delle indagini sul massiccio dossieraggio illecito praticato dalla security di Telecom-Pirelli nell'era di Giuliano Tavaroli, arriva il primo processo per il presidente di Pirelli ed ex numero uno di Telecom" (p. 25). Ecco: sei anni.

Ma se a essere processato per ricettazione fosse Silvio Bananoni, lo spazio dato dai giornali alla notizia sarebbe lo stesso? E lo zelo delle toghe meneghine anche?

2 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN...
I legali di Adusbef hanno dovuto girare 15 procure della Repubblica con il loro dossierino, un po' come fanno i Ros dei carabinieri quando hanno poca ciccia e cercano il pm "giusto" in provincia. Ma sulle agenzie di rating la ciccia c'è eccome e alla fine toccherà al tribunale di Trani imbastire un processo dagli esiti imprevedibili. Lo raccontano bene Giovanni Di Benedetto e Giuliano Foschini su Repubblica: "Agenzia di rating, inchiesta chiusa. A giudizio Standard & Poor's e Fitch. Decisione della procura di Trani: sette manager dovranno rispondere di manipolazione del mercato" (p. 22).

Sulla Stampa, ampio pezzo di Guido Ruotolo: "Trani chiede di processare Standard & Poor's e Fitch". Sette manager dovranno rispondere di manipolazione del mercato" (p. 22). La storia vale invece tre colonnine in taglio basso basso sul Messaggero (p. 5). Ne capisce ancor meno Libero, che se la cava in 14 righe (p. 2). Il Giornale la butta sul vittimista, ma almeno spiega la faccenda ai suoi lettori con un degno pezzo: "Trani incastra le agenzie di rating che fecero cadere il Cav. Per i pm, Fitch e Standard &Poor's manipolarono il mercato. Danni per 120 miliardi" (p. 3 e non P3, fare attenzione).

3 - TELECOM A UN ALTRO NIPOTE DI MUBARAK?...
Bombetta a orologeria depositata sulla porta della super-indebitata Telecom: "Sawiris pronto a investire. Può diventare il primo azionista. L'ex patron di Wind contatta Bernabè, la Borsa ci crede" (Repubblica, p. 23). Ma le grandi banche creditrici reagiscono a mezzo Stampa: "Telecom, Sawiris vuole investire ma i grandi soci restano freddi. Il no di Telefonica all'aumento in cui il Faraone metterebbe 2,5-3 miliardi" (p. 23). "Sawiris cerca il colpo grosso con Telecom. L'ex patron di Wind vuole entrare con un aumento di capitale da almeno due miliardi. Freddezza di Generali e Mediobanca", scrive il Giornale (p. 23).

Il vero notizione è che Goldman Monti sarebbe contrario. "Il premier è preoccupato che l'operatore tlc finisca in mani straniere", scrivono Maddalena Camera e Gian Maria De Francesco, che probabilmente non hanno mai dato un'occhiata alla lista dei partecipanti italiani ai meeting del Gruppo Bilderberg.

A proposito. Alla Telecom di Franchino Bernabè non fa piacere che si parli della riunione del Bilderberg al De Russie di Roma, rivelata da questo sito di disgraziati. E allora, tolto un bel pezzo di Brunella Bolloli in prima pagina su Libero ("La setta dei potenti colta sul fatto: oggi vertice a Roma per la setta di Monti"), ecco un'imbarazzante difesa d'ufficio sul Cetriolo Quotidiano (p.4) e il silenzio su tutti gli altri "organi di informazione". Anche questo è "pluralismo informativo".

4 - LA COSCIENZA COME RIGURGITO...
Forse, e sottolineiamo forse, allo scandalo degli esodati dimenticati si riesce a mettere una qualche pezza. "Le risorse per gli esodati dalle pensioni sopra 2.900 euro. Niente aumenti agli importi sei volte più alti del minimo. Sì del tesoro. Dalla nuova platea esclusi i lavoratori di aziende che hanno chiuso nel 2011" (Messaggero, p. 3). "Esodati, forse è fatta. Pagheranno i pensionati ‘ricchi'" (Libero, p. 7). "Trovati i fondi. Finisce il balletto sugli esodati" (Stampa, p. 1).

5 - SANTISSIMO RIGOR MONTIS...
La Repubblica degli Illuminati, per una volta, non fa sconti a Goldman Monti. Durissimo, in prima pagina, Gianluigi Pellegrino: "Mentre Mario Monti ribadisce la religione del rigore, il suo esecutivo cerca di confezionare un regalo miliardario per gli enti ecclesiastici. Un buco finanziario, ma soprattutto una voragine di ingiustizia e diseguaglianza. E il rischio di una figuraccia in Europa".

Poi, un bello scoop di Fiorenza Sarzanini sul Corriere conferma che alcuni enti ecclesiastici sono molto bisognosi: "Il tesoro a rischio dei Salesiani. Oggi la decisione sul blocco dei beni. Il cardinal Bertone scrive ai giudici: io truffato" (p. 1-27).

6 - MA FACCE RIDE!...
"Tav, Parigi cancella i dubbi. ‘Il progetto resta prioritario". Stampa in festa perché "il via libera definitivo arriverà con il summit del 3 dicembre" (p. 2). Peccato che la scorsa settimana, sui giornali della Sacra Cazzuola Unita, fosse un'impresa da entomologi trovare notizia dei "dubbi" dei francesi, culminati con un rapporto della Corte dei conti che parlava di costi gonfiati e opera diseconomica. Ma si sa, a volte le "smentite" valgono più delle notizie.

7 - FREE MARCHETT...
Rubrica sospesa per mancanza di forze. Con le meglio intelligenze giornalistiche ventre a terra a sotterrare le notizie spiacevoli su Lorsignori, non c'è stato tempo per confezionare marchette di un certo livello.

Per il campionato Ultra-trash, comunque, vince a ginocchia basse "Torna Mengacci. ‘Scene da un matrimonio'. Lo show che anticipò i reality" (Libero, p. 30). Che spreco, il Mengacci. Sarebbe perfetto per le primarie del Pdl.

Per liberarvi di noi, ma anche no: colinward@autistici.org

 

 

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