la legge di lidia poet

IL DIVANO DEI GIUSTI/1 - CHE VEDIAMO STASERA? AVRETE VISTO ALMENO LE PRIME PUNTATE DELLA NUOVA SERIE NETFLIX “LA LEGGE DI LIDIA POET”, CON MATILDA DE ANGELIS - I DIFETTI A PARTIRE DAI TROPPI “CAZZO” E DALLE TANTE SCENE DI SESSO (LA PRIMA APPARIZIONE DI LIDIA POET È A LETTO CON L’AMANTE CHE LA LECCA PROPRIO LÌ SOTTO LE LENZUOLA) PER FINIRE AI COLORI TROPPO SGARGIANTI, SONO ESATTAMENTE LE STESSE QUALITÀ CHE SI POSSONO TROVARE PER APPREZZARE LA SERIE - VIDEO

pedro pascal the last of us 2

Marco Giusti per Dagospia

 

Che vediamo stasera? Intanto avete la sesta puntata di “The Last of Us”, Sky, che procede con tono davvero picaresco nel suo viaggio nel cuore dell’America. Non è più una serie di zombi, per fortuna, ma un film di coppia che segue il duro Pedro Pascal e la ragazzina immune Bella Ramsay alle prese con situazioni di volta in volta sempre diverse che li porteranno a aprirsi sempre di più fra di loro. E il Joel di Pedro Pascal è sempre più fragile e meno duro del previsto…

 

matilda de angelis La legge di Lidia Poet

Avrete sicuramente visto, come me, almeno le prime puntate della nuova serie Netflix “La legge di Lidia Poet” prodotta e diretta da Matteo Rovere e interpretata da Matilda De Angelis nel ruolo della prima donna avvocato d’Italia. Leggo su twitter che la serie sta andando benissimo, anche se con Netflix non si capisce mai bene, è prima in Germania, Austria e Belgio, in assoluto la terza serie più vista di Netflix nel mondo questo weekend. Ma il pubblico italiano si è già diviso tra chi lo ama e chi non lo ama affatto. Con motivazioni, va detto, valide.

matilda de angelis La legge di Lidia Poet

 

Perché i difetti che si possano trovare nella serie, troppi “cazzo”, troppe scene di sesso (la prima apparizione di Lidia Poet è a letto con l’amante che la lecca proprio lì sotto le lenzuola), colori troppo sgargianti, una messa in scena troppo sbarazzina per acchiappare un pubblico vasto, sono esattamente le stesse qualità che si possono trovare per apprezzarla. Alle prese con una storia, pur vera, di fine ’800 avreste voluto una regia alla “Don Bosco” di Goffredo Alessandrini o alla “Malombra” di Mario Soldati? O una regia sfarzosa alla Mauro Bolognini?

la legge di lidia poet

O una rilettura realistica da biopic serioso moderno? Matteo Rovere, che assieme a Matilda De Angelis ci aveva dato un film forte e coraggioso come “Veloce come il vento” dimostrandosi autore serio o serissimo, qui ha voluto costruire una serie giovanile per il pubblico vastissimo di Netflix, facendo di Lidia Poet non un’eroina del femminismo o una proto Giulia Buongiorno o una futura Concita De Gregorio, ma qualcosa di estremamente attuale e giocoso.

 

eduardo scarpetta matilda de angelis la legge di lidia poet

Matilda De Angelis, bravissima per me e irritante per altri, tiene in mano perfettamente il personaggio perché riesce a entrarci e uscirne quando vuole facendoci capire che sì, certo, le cose magari non si svolsero esattamente così, ma che ci piace immaginarle così. Ci fa capire che quel mondo si sarebbe ovviamente evoluto, lo sappiamo bene, e per questo lei lo guarda da un punto di vista delle ragazze di oggi, non della militante incazzata e repressa di allora o di tutto il novecento.

 

matilda de angelis la legge di lidia poet 3

Solo così Lidia Poet diventa qualcosa di moderno, da poter far capire alle ragazze millenials di 15-20 anni. E Rovere le offre un montaggio rapidissimo, le musiche giuste, costumi coloratissimi che non ritroviamo certo nei quadri del nostro 800, battute piene di “cazzo” per giustificare il suo essere una ragazza di oggi, un comportamento irriverente. Un partner sorridente che non ha nulla di antico come Edoardo Scarpetta, a parte il nome. Rovere e De Angelis non mirano a fare il “Downtown Abbey” all’italiana, anche se la Torino che si vede si presterebbe benissimo, ricca e sfarzosa qual è, ma una di quelle rivisitazioni dickensiane, ultramoderne, sbarazzine e leggere.

 

matilda de angelis La legge di Lidia Poet

E Matilda, così allegra, disponibile, divertente, è la protagonista ideale di un’operazione di questo tipo. La fiction seria su Lidia Poet la avrebbero potuto fare come sceneggiatone Rai una quarantina d’anni fa, o come film in due puntate con Cristiana Capotondi nella Rai di inizio duemila. Oggi, credo complice anche Tinni Andreatta, è un’operazione diversa, molto meno rigorosamente, ma anche più divertente. E ben venga qualche cazzo in più o qualche nudo ben calcolato se fanno scoprire all’estero le nostre produzioni.

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