daddy s home

IL CINEMA DEI GIUSTI - BENTORNATA VOLGARITÀ PER QUESTO “DADDY’S HOME” DI SEAN ANDERS CON WILL FERRELL E MARK WAHLBERG - NEANCHE DE SICA E BOLDI ERANO ARRIVATI A TANTO: UNA GARA DI CONSISTENZA DELLE PALLE

Marco Giusti per Dagospia

DADDY S HOMEDADDY S HOME

 

Beh, la gara fra la consistenza delle palle di Will Ferrell, il patrigno, e quelle di Mark Wahlberg, il vero padre sotto gli occhi di Linda Cardellini, ex di Wahlberg e ora donna di Ferrell, e di Bobby Cannavale, il dottor Francisco che deve capire se il patrigno è sterile o ha qualche chance di poter procreare, credo sia il massimo della finezza in un film natalizio.

 

Neanche Christian e Boldi erano arrivati a tanto sotto la doccia. Beh, bentornata volgarità per questo Daddy’s Home diretto da Sean Anders, che lo ha scritto assieme a Bryan Burns e John Morris, per i talenti ben assortiti del comico Will Ferrell e del più drammatico Mark Wahlberg, che è stato il secondo incasso natalizio in America, 117 milioni di dollari, contro il potente Star Wars Il risveglio della forza. L’idea di partenza non è male, preparetevi al remake.

 

DADDY S HOME DADDY S HOME

Sarah, cioè Linda Cardellini, è una bella donna con due figli piccoli. Da otto mesi si è messa con un pennellone faloppissimo, Brad Taggart, cioè Will Ferrell, che lavora come dirigente in una radio di smooth jazz (oddio che è?), The Panda, sotto gli occhi di un padrone supermacho, Thomas Church Haden. Anche se non è stato ancora del tutto accettato dai ragazzini, che lo disegnano morto accoltellato o con della cacca di barbone in testa, Brad è un buon patrigno.

 

Ce la mette tutta per costruire una famiglia. Poi un giorno arriva l’ex marito di Sarah nonché padre dei due bambini e il gioco si fa duro. Perché l’ex marito è una sorta di Rambo muscoloso e simpatico che piace a tutti, certo Dusty, cioè Mark Wahlberg, che gli entra dentro casa e dentro l’ufficio e pur dicendo che lo rispetterà, inizia a distruggere qualsiasi credibilità di Brad.

DADDY S HOME  DADDY S HOME

 

Ovviamente gli fa schifo lo smooth jazz e inciderà un jingle fighissimo che gli darà un sacco di soldi e lo renderà il miglior amico del padre della radio. Ma la cosa più pesante è che Sarah vorrebbe un altro bambino e Brad è sterile a causa di un incidente dal dentista e questo lo rende un marito veramente di serie B. Un celebre medico, il dottor Francisco, Bobby Cannavale, gli dice però che proprio la competizione con Dusty lo ha reso di nuovo attivo, così le cose potrebbero cambiare.

 

Tutto il film, insomma, è basato sul confronto fra i due maschi, quello disastroso e quello figo. L’idea è buona, le trovate, invece, a volte funzionano, a volte sono vecchiotte o troppo volgari. Certo, c’è molto slapstick rispetto a un film italiano, e le cose migliori vengono appunto dalle gag visive, chi le sa fare in Italia?, e dall’arrivo di buffi personaggi di contorno, come Griff, Hannibal Buress, il nuovo amico nero di famiglia, che lega un po’ con Dusty un po’ con Brad e ogni volta gioca sul politicamente scorretto razzista.

DADDY S HOME    DADDY S HOME

 

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Ci sono anche buoni cammei di Vince Vaughn e di John Cena, ma nel complesso è un film divertente ma non strepitoso. E le battute sulla sessualità un po’ pesantine, Sarah chiama “amici pelosi” gli attributi di Brad. In sala da giovedì. Poi qualcuni mi spiegherà cosa sia lo smooth jazz…

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