LA BERLINO DEI GIUSTI - COSA FARE QUANDO SCOPRI NELLO STUDIO DI TUO PADRE, CELEBRE GIORNALISTA SICILIANO, 60 MILA NEGATIVI FOTOGRAFICI, DECINE DI 8MM, ORE E ORE DI REGISTRAZIONI, TUTTE BEN CONSERVATE E SCHEDATE, OLTRE A UNA BIBLIOTECA CHE RIGUARDA LA STORIA DELLA SICILIA? COSTANZA QUATRIGLIO NE HA FATTO UN DOCUMENTARIO, "IL CASSETTO SEGRETO" - IN ANNI DOVE FORSE NON HA PIÙ TANTO SENSO CONSERVARE E SCHEDARE I TESORI DEL SECOLO PASSATO, QUESTO DOCUMENTARIO ACQUISTA ANCORA PIÙ VALORE, COME FOSSE SULLA FINE DEL GRANDE LAVORO GIORNALISTICO…
Marco Giusti per Dagospia
Cosa fare quando scopri nello studio di tuo padre, celebre giornalista siciliano, qualcosa come 60 mila negativi fotografici, decine di 8mm, ore e ore di registrazioni, tutte ben conservate e schedate, oltre a una biblioteca imponente che riguarda soprattutto la storia della Sicilia?
Costanza Quatriglio, di fronte al materiale imponente che le ha lasciato il padre Giuseppe, giornalista di spicco e inviato storico del “Giornale di Sicilia”, scomparso nel 2017 a 95 anni, è riuscita non solo a spedire tutto, catalogato e imballato da professionisti, agli archivi di Palermo, liberando così la casa paterna, ma addirittura a farne un documentario, “Il cassetto segreto”, passato oggi al Forum di Berlino, che racconta appunto i tesori che ha trovato, il suo rapporto speciale col padre, che lei accarezza quasi con la telecamera già molto vecchio, e lo spostamento materiale di tutta questa enorme massa di libri, foto e registrazioni.
Perché noi che scriviamo tutto il giorno, ahimé, che spesso viviamo in uno studio per gran parte della nostra vita, abbiamo questa terribile mania di accumulare, spesso neanche schedando e ordinando al meglio, come fa il padre della Quatriglio, quello che leggiamo, studiamo, conserviamo. In anni dove, ormai, forse, non ha più tanto senso conservare e schedare i tesori del secolo passato. E forse anche per questo acquista ancora più valore questo documentario, come fosse sulla fine del grande lavoro giornalistico fatto nel secolo scorso.
Inutile, quindi, che cerchi di spiegare il fascino che può avere per noi, che negli archivi e nei giornali abbiamo passato parecchie giornate della nostra vita, e siamo ormai più simili ai padri che ai figli, questo recupero delle memorie dei vecchi giornalisti, dei vecchi intellettuali che si sono mossi nel dopoguerra per raccontare un mondo in cambiamento, e i tesori sepolti nelle loro case. Ma il padre non le ha lasciato solo libri e articoli scritti, le ha lasciato incredibili documentazioni fotografiche dei suoi viaggi in tutto il mondo, a cominciare dall’America e dei suoi incontri. Con Leonardo Sciascia, con Ignazio Buttitta, con Enrico Fermi.
Incredibile è la documentazione di prima mano sul terremoto del Belice, e la qualità delle foto. Al tempo stesso, man mano che la casa paterna si svuota, ci rendiamo conto di quanto la casa stessa vivesse della passione che il padre aveva per il proprio lavoro. Ma al di là della qualità del documentario credo che siano proprio le scoperte fatte da Costanza Quatriglio a rendere così prezioso e unico il suo lavoro. In sala dal 18 aprile.