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BERTOLUCCI SVELA “ULTIMO TANGO” - "CONVINSI MARLON BRANDO CON UN LIBRO DI BATAILLE" - “MI PIACEVA L'IDEA DI RACCONTARE LA PARTE PIÙ ANIMALESCA DELLA SESSUALITÀ PERCHÉ PENSAVO IN QUEL MOMENTO (1972) CHE L'UNICO VERO LINGUAGGIO TRA DUE PERSONE ERA QUELLO DEL CORPO - L'USO DEL BURRO COME LUBRIFICANTE FU IL PICCO DELLO SCANDALO, MARIA SCHNEIDER  ANDÒ A CANNES E LE TIRARONO ADDOSSO DEI PANETTI DI BURRO'' - ''NESSUNO STUPRO. SOLO DUE BRAVI ATTORI CHE SAPEVANO SIMULARE BENE’’ - VIDEO

 

 

Estratto dell’intervista di Arianna Finos a Bernardo Bertolucci per La Repubblica

 

È vero che "Ultimo tango a Parigi" è nato da un suo sogno?

bertolucci e marlon brando

«Sognavo nella vita, ma da sveglio, di incontrare una sconosciuta in un appartamento vuoto, neutrale, dove ci frequentavamo senza sapere nulla l' una dell' altro. Un' idea che, ho capito solo dopo, è molto romantica. Il punto è: questo film deve essere immaginato nel contesto in cui è nato. Siamo ancora nel ' 72. Viviamo ancora la grande pulsione collettiva del ' 68, vogliamo rompere tutti i tabù, soprattutto quelli sessuali. Io lavoro un po' con mio fratello e con Kim Arcalli, il montatore del Conformista e con cui ho scritto anche Novecento. Avevo un grande amico che era Gato Barbieri, il miglior sax tenore bianco di free jazz, argentino, nato a Rosario: quando ascolto papa Bergoglio parlare italiano mi sembra di sentire la voce di Gato. Il titolo: Ultimo tango a Parigi è dedicato a lui. Per me il tango era lui e la musica che ha scritto per il film era romantica e straziante».

maria schneider con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi

 

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Fin da subito fu Parigi?

bernardo bertolucci 2

«Sì. Una sera Goffredo Parise mi chiede: "Cosa fai Bernardo?" (il regista imita l' accento veneto dello scrittore, ndr). Io: faccio un film che si chiama Ultimo tango a Parigi. "Che titolo magico". Nel prepararlo mi dico: per il personaggio maschile prenderò Jean-Paul Belmondo, Fino all' ultimo respiro, - io da sempre volevo essere un regista francese - o Alain Delon...».

Ma prima aveva pensato al "Conformista" Jean-Louis Trintignant.

Marlon Brando e Maria Schneider sul set di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci GetContent asp jpeg

«Lui mi dice di no, quasi in lacrime: "Non riesco a essere nudo davanti alla macchina da presa". E io: hai fatto i film con la Bardot, con Vadim, "Sì, ma non ero nudo". Per la ragazza pensai anche a Dominique Sanda, ma era incinta. Allora vado da Belmondo, che mi riceve e poi butta la sceneggiatura sul tavolo: "Non faccio il porno". Poi incontro Delon: "Lo faccio ma voglio essere anche il produttore". Non mi sembra giusto: troppo pericoloso.

 

BERNARDO BERTOLUCCI - JEAN LUC GODARD - PIER PAOLO PASOLINI

maria schneider in Ultimo tango a Parigi

Torno a Roma e una sera in piazza Navona, parlando con un gruppo di amici, viene fuori il nome di Marlon Brando. Chiedo: Ma c' è ancora? Perché era sparito da un po' di tempo ed era poco prima che uscisse Il Padrino. Gli invio la sceneggiatura e riesco a far venire Brando a Parigi all' hotel Raphael, dove andava sempre Rossellini, è molto sovrappeso, poi si metterà a dieta. Vuole vedere Il conformista. Il film finisce, lui si alza sorridendo, il copione in mano: "Vieni qualche giorno a Los Angeles, parliamo della sceneggiatura, poi facciamo il film". Parto. È la mia prima volta a Los Angeles. È un immenso parcheggio ma me ne innamoro subito.

 

CHRIS EVANS CONTRO BERTOLUCCI

Mi sembrava di conoscerla già, dai romanzi di Raymond Chandler e dai tanti amatissimi film noir. Il primo giorno, sono al Beverly Hills Hotel in pieno jet leg, Brando chiama: "Tra mezz' ora ti passo a prendere". Sulla strada deserta incontriamo due coyote. Eccoci a Mulholland Drive, a casa sua. Siamo stati un mese e abbiamo parlato di tutto meno che del film».

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È stato difficile lavorare con Marlon Brando?

ultimo tango a parigi 1000102

«È stato affascinante vederlo incarnare un personaggio disperato, attingendo alla propria disperazione, seminando schegge del suo privato. Allora lo vedevo come un uomo che stava invecchiando. Avevo trentun anni, lui quarantanove. Ora lo vedo così giovane e bellissimo. È stata l' ultima volta in cui è stato bello. Gli parlo di Bataille, di L' azzurro del cielo, che è il libro magico su una storia d' amore forte, in cui i protagonisti scopano forte in un albergo a Barcellona mentre sotto c' è la guerra civile. E di Ma mère, di questo modo di rompere quel tabù fino ad allora pericoloso per gli artisti: il sesso. Ricordiamo, per capire il contesto, che in quegli anni marito e moglie americani dormivano in letti separati».

 

MARLON BRANDO E MARIA SCHNEIDER NE L ULTIMO TANGO A PARIGI

Maria Schneider?

«Dopo un cast abbastanza lungo restano due ragazze, Maria Schneider, piccolo diavolo con i capelli un po' afro, e Aurore Clément, un angioletto biondo e dolce. Naturalmente vince il diavolo. Marlon da subito è molto paterno con lei. Sul set ci sentiamo tutti in una bolla di creatività, una specie di stato di grazia collettiva, ci divertiamo molto. Mi piaceva l' idea di raccontare la parte più animalesca della sessualità perché pensavo in quel momento che l' unico vero linguaggio tra due persone era quello del corpo. Poi quel momento lì, ecco...».

 

vittorio storaro e (a sinistra) bernardo bertolucci

Sarebbe la scena del burro che Brando usa per avere un rapporto forzato con Maria

«Sì. Passavamo molto tempo in quella casa vuota. Un mattino in cui dobbiamo girare una scena di sesso forte prevista in sceneggiatura sto parlando con il mio aiuto regista, Fernand (Moszkowicz, ndr), c' è Marlon seduto per terra con noi. Dico: in Ma mère di Bataille un uovo viene usato durante una pratica erotica. Bataille era uno scrittore mitico di quegli anni, aveva esplorato il tema della sessualità più di chiunque altro.

 

 

maria schneider con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi

Stavamo facendoci le tartine, le baguette con pane e burro. Guardo il burro: è un oggetto quotidiano, inoffensivo, ma penso che usato alla Georges Bataille sarà dissacrante. Parlo con Marlon e l' idea gli piace. Decido di non dirlo a Maria, perché preferisco la sua reazione non da attrice ma da persona reale. Dopo Maria si incazza e si offende perché si sente insultata come attrice. I registi trovano strade impervie e oblique per arrivare al risultato che vogliono. Ma questo episodio Maria se l' è dimenticato subito, il giorno dopo era serena».

MARLON BRANDO E MARIA SCHNEIDER NE L ULTIMO TANGO A PARIGI

 

E invece nella vita è diventata una cosa che l' ha amareggiata moltissimo.

«L' uso del caro burro di casa come lubrificante fu il picco dello scandalo, Maria andò a Cannes e le tirarono addosso dei panetti di burro».

 

La Schneider non l' ha mai perdonata.

« Prima sì, dopo no. Prima venne felice a tutte le anteprime. Ricordo bene un' intervista del 1973 al New York Times, per l' uscita del film in America in cui Maria dice che prima del film aveva paura che io fossi misogino e lavorando con me ha cambiato idea, e che non c' era nessuna forma di voyeurismo sul set.

MARLON BRANDO E MARIA SCHNEIDER NE L ULTIMO TANGO A PARIGI

 

"Sarà difficile che riesca a fare un altro film così nella mia vita". Dice di come Marlon l' abbia aiutata e anch' io. Ma forse era troppo giovane. Suo padre, l' attore Daniel Gélin, non l' aveva mai riconosciuta. Aveva bruciato troppo per la sua età. Alla fine del film il personaggio di Brando vuole sposarla, lei fugge.

 

Lui entra a forza in casa, lei lo ammazza, gli spara nelle palle, fine del patriarcato. Maria era molto contenta del finale del film, era protofemminista e le sembrava giusto punire quel vecchio macho. Diventava un po' come una dark lady di certi B movie americani. Un cult. Gli scandali di allora erano diversi da quelli di oggi. Negli anni Settanta il film fu condannato al rogo e io a due mesi per oltraggio al pudore. Un po' di tempo fa invece mi hanno spellato vivo sui social con l' accusa di avere abusato di Maria e qualcuno su Variety ha invocato il sequestro del film. Oddio, come l' Italia del '75, non è possibile. Non c' era mai stato nessuno stupro, nessun abuso. C' erano solo due bravi attori che sapevano simulare bene, gli si credeva. Questa storia mi ha dato molto dolore, e mi dispiace che Maria abbia sofferto».

ULTIMO TANGO A PARIGI

 

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Quando "Ultimo tango" arrivò in sala ci fu il terremoto.

«Il film fu un incredibile incasso, ma dopo tre mesi fu sequestrato. Tornò in sala e fu risequestrato. Poi condannato definitivamente in Cassazione. Sparì.

Poi negli anni Ottanta mi invitano con un mio film a scelta alla manifestazione "Ladri di cinema" dell' estate romana di Nicolini. Mi torna in mente una copia sottotitolata dimenticata in un sottoscala della Fono Roma. I ragazzi la trovano, la proiettano. Il giudice li convoca: "Da dove viene la copia?", "Ce l' ha data il regista tedesco Fassbinder". Ma lui era morto da tre mesi. Poi il giudice Marino mi interroga. Sono passati dieci anni, il concetto di oltraggio al pudore e all' onore sessuale è cambiato. Il film viene liberato ed esce di nuovo».

bertolucci novecento

maria schneider con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi

 

Le tolsero il diritto di voto.

«Sì. Sto girando Novecento con tutta la mia passione politica. Voglio votare comunista e mi tolgono il diritto di andare alle urne? Sono arrabbiato ma impotente. Mandiamo le recensioni di tutto il mondo al tribunale, non serve a nulla. Per cinque anni non posso votare».

 

Fu mai insultato al cinema o per strada, a causa del film?

«Per fortuna solo una volta, sul set di La luna, davanti al cancello di Villa Verdi, a Busseto. Arriva un' automobile velocissima che quasi mi mette sotto. Dico: ma scusi che fa, chi è lei? Era un discendente di Verdi che non ci aveva permesso di girare all' interno. Ma perché, chiedo, c' è sempre Verdi in tutti i miei film, io adoro Verdi. E quello: "Lei non adora Verdi, lei adora il burro". Chiude il finestrino e se ne va sgommando».

 

gato barbieri ultimo tango a parigi

Ebbe due candidature all' Oscar, una a Brando.

« Non me ne importava nulla in quegli anni e non andai. Per coerenza: mi sarebbe sembrato di aderire troppo a valori hollywoodiani che ancora non mi appartenevano. Ma a cosa eravamo candidati?».

 

Lei alla regia. Una nomination importante.

«Ah vede, e me ne sono fregato. Mi andava già bene così, ero eccitato. Dopo quel che era accaduto al film in tutto il mondo, venni preso da grande sicurezza. Quel successo mi ha dato la possibilità di fare Novecento, che solo in uno stato di pura megalomania avrei potuto realizzare».

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maria schneider con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi Marlon Brando e Maria Schneider sul set di Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci GetContent asp jpegmaria schneider con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi MARLON BRANDO E MARIA SCHNEIDER IN ULTIMO TANGO A PARIGI

 

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