empire bacio gay

BLACK IS BACK! - LA SERIE “EMPIRE” ARRIVA IN ITALIA DOPO AVER FATTO IL BOTTO IN AMERICA: UNA “DINASTY” DELL’HIP-HOP TRA SOLDI, SESSO E VIOLENZA. E AMORE GAY, ANCORA POCO ACCETTATO NEL MONDO AFRO

Carlo Bizio per “il Giornale

 

EMPIREEMPIRE

Come Il padrino ambientato al giorno d'oggi; come I Soprano con protagonisti neri americani; come Quei bravi ragazzi nel mondo dell'hip hop. La nuove serie della Fox Empire è tutto questo e altro. È il nuovo fenomeno della tv di prima serata, numero uno di ascolti nella sua categoria. È la serie che alimenta il maggior passaparola su internet, più twittata e chiacchierata dai ragazzini, neri e bianchi senza distinzione.

 

Empire è il nome dell'etichetta discografica lanciata e gestita con pugno di ferro dal personaggio interpretato da Terrence Howard, un sorta di Don Corleone in versione «urban», come si dice in America, eufemismo che indica i quartieri neri e tosti delle grandi metropoli.

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Ha tre figli (proprio come Marlon Brando nella celebre opera di Francis Ford Coppola), tutti e tre musicisti, uno dei quali gay (riferimento a Frank Ocean?), e non sa a chi affidare l'impero, dato che gli sono appena diagnosticati i prodromi della terribile e ubiqua (in tv) Sla. Lucius (il personaggio di Howard) ha un passato violento, è un ex gangster, che non esita nemmeno adesso a esercitare il potere con violenza, quando necessario. Cerca di sfuggire ai fantasmi del proprio passato, senza successo. Una figura molto attuale: basti pensare alla cronaca nera legata al mondo del gangsta rap e ai delinquenti miliardari come Suge Knight, ora in prigione.

 

Ma questo allure criminale è forse proprio l'asso nella manica di Empire, creata da Danny Strong e Lee Daniels, il regista di The Butler. Tocca direttamente un nervo scoperto nella comunità nera americana e svela senza troppe inibizioni (pur con le censure di un network nazionale in cui le parolacce non sono ammesse) i retroscena dell'industria musicale. Terrence Howard spiega così il successo di Empire: «combina i conflitti interni di una famiglia eccessiva e scandalosa in stile Dinasty a un'ambientazione molto contemporanea alla musica di Timbaland e alla volontà di affrontare soggetti tabu come l'omosessualità, che è ancora un problema nella comunità dell'hip-hop».

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Empire, divenuto un fenomeno di ascolti e di cultura popolare, è l'avanguardia di un arrembaggio di serie televisive create da neri, con storie di neri, con protagonisti neri (la correttezza politica vorrebbe «africano-americani», ma sono i neri i primi a riderci sopra), rivolte a tutti. Commenta ancora Howard: «Beh, diciamo che abbiamo scoperto che i neri guardano molto la televisione.

 

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Non solo la guardano, ma si divertono a guardarla insieme, e ne parlano! Prima d'ora avevamo solamente Bill Cosby, Will Smith e poco altro. Descrizioni edulcorate di realtà sociali che la maggior parte dei neri non vive. Ci si diverte con loro, certo, ma adesso i neri hanno scoperto la forza dell'identificazione». Citiamo Scandal (ABC) con Kerry Washington nel ruolo del genio delle comunicazioni e gestione di crisi, amante del presidente Usa (il bianchissimo Tony Goldwyn), quindi How to Get Away with Murder (anch'essa della ABC), con Viola Davis professoressa di giurisprudenza e avvocato, che si circonda dei suoi migliori studenti come assistenti per portare avanti le sue dubbie cause.

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Queste ultime due serie sono frutto dell'immaginazione di Shonda Rhimes, una donna nera, apertamente lesbica e madre single. Successo d'ascolti anche per la sitcom Black-ish (commedia liceale tutta al nero) e da citare anche la premiata Orange is the New Black di Netflix, con molte protagoniste femminili nere.

 

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In Italia Empire sta per esordire su Fox (il 3 marzo prossimo) mentre la stessa rete ha lanciato How to Get Away with Murder il 27 gennaio scorso. Una parte non indifferente del successo di queste serie arriva dalla loro esposizione sui social. Conclude Howard: «I neri sono i maggiori utilizzatori di twitter e di altri social, e i giovani neri americani sono velocissimi a propagare e divulgare entusiasmi e mode che vengono assorbiti anche dai coetanei non neri. Empire non solo diverte, intriga e fa scattare meccanismi di identificazione: è una serie che parla dell'importanza dei social e che sta avendo successo grazie ad essi. Noi neri non facciamo surf: ma in tv siamo sulla cresta dell'onda».

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