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BRIATORE VS BONELLI E L’ETERNO SCONTRO TRA DUE ITALIE CHE NON SI SOPPORTANO - GRAMELLINI: “LA DIFFERENZA NON È POLITICA, MA ANTROPOLOGICA. I BONELLI VEDONO SÉ STESSI COME DEGLI IDEALISTI DI BUON GUSTO COSTRETTI A SOPPORTARE LE ANGHERIE DEI “BRIATORE”, EGOISTI SMARGIASSI E ALLERGICI ALLE REGOLE. MENTRE I BRIATORE SI DESCRIVONO COME DEGLI SGOBBONI VESSATI DALLO STATO E COSTRETTI A SOPPORTARE LE PREDICHE DEI “BONELLI”, PARASSITI INTOLLERANTI E MORALISTI PERCHÉ ROSI DALL’INVIDIA. ESISTE ANCHE UNA TERZA ITALIA…"
Massimo Gramellini per il Corriere dello Sera - Estratti
Almeno dai tempi di Berlusconi, ma forse già da quelli dei Gracchi, in Italia convivono due Italie che non si sopportano, eppure hanno bisogno l’una dell’altra per sentirsi incomprese. Destra e sinistra sono termini riduttivi per definirle. Flavio Briatore e Angelo Bonelli le incarnano persino fisicamente.
Il loro ultimo scontro, preceduto da una storpiatura reciproca dei cognomi, «Benelli» e «Britore» (le due Italie sono sentimentalmente ferme alla terza elementare) aveva per oggetto le concessioni balneari. In realtà avrebbero potuto litigare allo stesso modo sul Var, la Ferragni, l’ambiente o il salario minimo.
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Perché sempre lì si finisce: alla distinzione originale, che non è politica, ma antropologica. I Bonelli vedono sé stessi come degli idealisti di buon gusto costretti a sopportare le angherie dei «Britore», egoisti smargiassi e allergici alle regole. Mentre i Briatore si descrivono come degli sgobboni vessati dallo Stato e costretti a sopportare le prediche dei «Benelli», parassiti intolleranti e moralisti perché rosi dall’invidia.
Esiste anche una terza Italia, fatta di sgobboni idealisti e di buon gusto, tolleranti e rispettosi delle regole: è in netta minoranza, ma tutti, in cuor nostro, siamo convinti di appartenerle.
ANGELO BONELLI CON DUE SASSI ALLA CAMERA
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