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SESSISTA A CHI? BUFERA SUL LIBRAIO FELTRINELLI DI BOLOGNA ACCUSATO DA ELENA STANCANELLI DI DISCRIMINARE LE AUTRICI FEMMINILI - INGE FELTRINELLI LO DIFENDE: “NON CREDO SIA COLPA SUA SE NELLA CLASSIFICA DEI 50 LIBRI PIÙ LETTI IN CITTÀ DEGLI ULTIMI 15 ANNI SOLO 5 SONO DI AUTRICI DONNE”

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1. INGE FELTRINELLI: MA QUALE SESSISMO? ECCO PERCHÉ DIFENDO IL MIO LIBRAIO

Lettera di Inge Feltrinelli pubblicata da “la Repubblica”

 

Caro Direttore, Ho letto l’articolo di Elena Stancanelli su La Repubblica di ieri. Mi incuriosiva il titolo “Non conosci la Munro? Peggio per te. E per noi”. Quando, dopo le prime righe, mi sono resa conto che parlava di donne e di discriminazione letteraria, il mio interesse è diventato molto forte.

 

inge feltrinelliinge feltrinelli

Subito dopo però è diventato stupore e perplessità. Si parla di un’intervista a Marco Bonassi, un nostro libraio da tanti anni di cui conosco da sempre competenza e curiosità, che avrebbe avuto il torto di discriminare le autrici femminili nei consigli di lettura protagonisti del dialogo con Repubblica Bologna. A quel punto ho recuperato la sua intervista e tutte le reazioni che ne sono seguite: si trattava di mantenere un sentimento di stupore o di passare alla rabbia.

 

La Feltrinelli editore infatti è la casa delle donne. Non solo in termini letterari, ma anche sociali e politici, culturali a tutto tondo. Pensiamo da sempre che conta la qualità del messaggio, la qualità della storia. È assurdo pensare alla qualità di un libro in relazione al fatto che sia stato scritto da un uomo o da una donna. Questo è sempre stato, è e sarà Feltrinelli.

 

INGE FELTRINELLIe INGE FELTRINELLIe

Partendo da questa considerazione mi sembra che la miccia del “caso” bolognese sia stata la dichiarazione ingenua di Bonassi che risponde sui suoi gusti personali dicendo che i libri di cui è appassionato sono scritti da uomini. Non dice che non li avrebbe letti se fossero stati scritti da donne (una dichiarazione folle!), constata che di astrofisica scrivono prevalentemente gli uomini.

 

Non sono un’esperta del settore, ma immagino abbia ragione Bonassi e penso che siano fatti suoi. Posso garantire, ho parlato con lui in questo senso, che chi ha interpretato le sue parole attribuendo all’offerta della nostra libreria di Bologna un’offerta guidata da una prevalenza maschile, in quanto gli uomini saprebbero scrivere meglio delle donne, ha sbagliato proprio indirizzo. Piazza Ravegnana è una delle nostre migliori librerie.

 

Doris Lessing con il nobel Doris Lessing con il nobel

C’è di tutto e i librai che ci lavorano sono dei veri appassionati di libri, competenti e curiosi, come piacciono a noi. Al nostro direttore suggerisco una lettura per Natale, un classico per le donne: Il Taccuino d’oro di Doris Lessing. A tutti i bolognesi suggerisco di frequentare di più le Feltrinelli e di acquistare maggiormente titoli di autrici femminili in quanto ho letto che nella classifica dei 50 libri più letti in città degli ultimi 15 anni solo cinque sono di autrici donne. Non credo sia colpa del Bonassi.

 

2. NON CONOSCI LA MUNRO? PEGGIO PER TE. E PER NOI

Elena Stancanelli per “la Repubblica”

 

doris lessing doris lessing

«Di autrici nemmeno una?». «Lo confesso, non ne leggo molte. E non volevo barare né fare il politicamente corretto». Marco Bonassi, direttore della libreria Feltrinelli di Bologna, risponde così alla giornalista che gli chiede perché nella sua classifica dei migliori libri del 2015, dieci di fiction e dieci di non fiction, non ci sia neanche una scrittrice.

 

Se qualcuno mi dicesse che non legge Alice Munro, o Annie Ernaux, Joan Didion o Marina Cvetaeva perché sono donne, io penserei peggio per te. Chiunque non legga un libro per ragioni diverse dal fatto che sia bello e brutto, cioè per un qualche astruso pregiudizio, non ha nessuna idea di cosa sia l’arte, e la letteratura. Qualcosa che, appunto, non ha niente a che veder col politicamente corretto. Mi dispiacerei per lui se si trattasse di uno chef, un rugbista, un creativo della Rete.

nobel per la letteratura a alice munro nobel per la letteratura a alice munro

 

Ma se si tratta di un libraio, oltre a dispiacermi per lui, mi dispiaccio anche per me. Perché i librai i libri li devono vendere, consigliano i clienti spaesati, organizzano lo spazio sugli scaffali scegliendo cosa mettere in evidenza. L’affermazione del direttore della Feltrinelli è ingenua, oltre che autolesionista. Quasi si vorrebbe difenderlo, se non fosse che fa eco a un pensiero che, corretto ormai dappertutto, nel nostro paese fatica a formarsi.

 

Come si può pensare che la qualità di un libro abbia che fare col fatto che sia scritto da una femmina e non da un maschio? Chi lo dice dovrebbe allora avere il coraggio di aggiungere che non legge i libri delle scrittrici per una scelta filosofica che prescinde dal libro stesso. Scelta che, per brevità, potremmo definire ottuso maschilismo.

 

ELENA STANCANELLIELENA STANCANELLI

Da molti anni mi capita di intervistare molti scrittori e scrittrici. L’ultima domanda che faccio loro sempre è quali libri sono stati fondamentali nella loro formazione o quali si sentirebbero di consigliare, tra gli ultimi letti. In tutti questi anni non mi è capitato quasi mai che uno scrittore italiano citasse in questo elenco una scrittrice donna.

 

E non ci avevo fatto caso, fin quando ho ascoltato le scelte di Emmanuel Carrère, Robert Harris, Michael Cunningham, Dave Eggers, li ho ascoltati parlare di Jane Austen, Virgina Woolf, Simone Weil con la stessa naturalezza con cui parlavano di Dickens, Conrad, Camus. Gli scrittori italiani sono maschilisti? Gli uomini italiani sono maschilisti? No, ovviamente no.

 

Ma forse sono pigri, e un po’ distratti. Ma chi dovrebbe aiutarci a essere più attenti? I librai, certo, gli editori, la critica, la televisione. Anche la politica. Barack Obama ha scelto come libro più importante del 2015 un romanzo intitolato Fates and furies di Lauren Groff. Una donna.

 

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