CALCI-CIDIO – ANCHE L’UNICA “CURA” AMATA DAGLI ITALIANI, IL CALCIO, FINISCE IN CRISI A FORZA DI SCANDALI ED ERRORI ARBITRALI - RISPETTO A 3 ANNI FA, C’È IL 13% DI TIFOSI IN MENO - MA LA COSA INCREDIBILE È CHE LA SQUADRA CHE HA MENO RISENTITO DI QUESTO TREND È PROPRIO LA JUVE, COME SE CALCIOPOLI, MOGGI E LA SERIE B FOSSERO STATE UNA PASSEGGIATA DI SALUTE: IL SUO TIFO È SCESO DI POCHISSIMO...

Ilvo Diamanti per "La Repubblica"

La mappa del tifo in Italia sta cambiando in fretta e in modo profondo. Dal punto di vista dell'estensione e dei confini. Lo mostra, con chiarezza, il sondaggio di Demos-Coop presentato oggi nelle pagine di Repubblica.

L'area dei tifosi, in primo luogo, si è ridotta in misura rilevante. Oggi è circa 3 punti meno del 2011 ma oltre 9 rispetto a due anni fa e addirittura 13 rispetto a tre anni fa. Nel 2010, comunque, oltre un italiano su due si diceva tifoso di calcio. Oggi poco più di quattro su dieci. Peraltro, l'unica componente del tifo cresciuta, seppur di poco, è quella più "tiepida". La "passione italiana" per il calcio, dunque, sembra si stia raffreddando sensibilmente.

Ormai da alcuni anni. E oggi non coinvolge più la maggioranza delle persone. Le partite di pallone attraggono ancora un'ampia fetta di persone. Una larga minoranza. Ma, appunto, una "minoranza". Questo mutamento è stato prodotto e accelerato, in gran parte, dagli scandali che, da anni, corrodono l'ambiente. In modo ripetuto. Senza soluzione di continuità. Ieri Calciopoli, oggi le Scommesse. Domani chissà. Gli scandali, in Italia, non finiscono mai. E non si chiudono mai. Da ciò il clima di incredulità diffusa.

In altri termini: gli italiani e gli stessi tifosi, in gran parte, non credono al calcio. Troppo condizionato da interessi (per l'84%). Lo scandalo scommesse: quasi un tifoso su due ritiene si tratti di un caso di giustizia sportiva che non si è risolto in modo giusto. Gli errori arbitrali: al 53% dei tifosi (circa 8 punti più di un anno fa) capita di pensare che avvengano in malafede.

E si pensa, per questo, a introdurre novità tecnologiche, come la moviola in campo. Tuttavia, dubitiamo che basterebbe. Anche l'introduzione degli arbitri di porta non ha risolto il problema. Il fatto è che il calcio soffre di una crisi di fiducia - o di sfiducia. Agli occhi degli italiani e degli stessi tifosi. E se ieri nonostante tutto, nonostante i sospetti e le polemiche, il "tifo" resisteva, oggi non è più così. La sfiducia ha cominciato a erodere
alla base l'edificio della passione per il calcio. Reso più fragile anche dalla crisi economica, che ha ridimensionato la "capacità di spesa" delle società. Comprese quelle tradizionalmente più importanti. L'appeal del nostro campionato si è, così, ridotto. Per oltre 6 tifosi su 10 è divenuto meno interessante di altri.

Non è un caso che, mentre l'ampiezza del tifo "per" una squadra si è ridotto sensibilmente, quella del tifo "contro" si sia, invece, allargata. Tocca quasi il 56% dei tifosi: 5 punti più di un anno fa e 14 rispetto a due anni fa.

Quest'anno è cambiata anche la mappa del tifo, tracciata dall'Osservatorio Demos-Coop, in base alla squadra preferita. In questo caso, però, contano motivi soprattutto "sportivi". Legati ai risultati e alla competitività delle squadre.

La Juventus resta saldamente e largamente in testa alle preferenze. La sua incidenza, però, è scesa, anche se in misura molto limitata. Meno di un punto percentuale. Oggi i suoi tifosi corrispondono a circa il 28 e mezzo per cento. La retrocessione e le difficoltà degli anni di Calciopoli non ne avevano eroso la base. Al contrario. I successi e la vittoria nell'ultimo campionato ne hanno confermato, ma non rafforzato, la posizione.

Probabilmente risente, più delle altre squadre, del clima generale di sfiducia. Trattandosi della squadra più "popolare". Con una base ampia di tifosi "tiepidi". I più disturbati dal ripetersi degli scandali e dalle polemiche. La novità, semmai, è che torna a essere la più odiata. Bersaglio convergente delle tifoserie delle squadre avversarie, che le contendono il primato nel campionato. In un anno, infatti, la quota di tifosi ostili alla Juve è raddoppiata: dal 14 al 27%.

L'altra novità è offerta dall'affermarsi, su base nazionale, di nuovi "attori" del tifo. Che stanno modificando le tradizionali gerarchie. Il Milan conferma la sua quota di tifosi, intorno al 16%. L'Inter ha, invece, perduto una parte rilevante dei suoi sostenitori. Ora si è attestata al 14 e mezzo per cento: 4 punti meno di un anno fa. Mentre è cresciuta molto l'area del tifo per il Napoli, che ha superato il 13% e incalza l'Inter. Anche la Roma appare in crescita: ha superato il 7%.

Il mutamento degli orientamenti del tifo dipende, in gran parte, dai risultati delle stagioni recenti, che hanno visto il Napoli conseguire importanti successi. In tal senso, però, ha pesato molto anche il calciomercato. Milan e Inter hanno infatti ceduto molti dei giocatori più pregiati - talora, le bandiere della squadra e dei tifosi. Si spiega in questo modo anche la crescita del tifo giallorosso. Animato da una campagna acquisti che ha soddisfatto i sostenitori. Ma, soprattutto, dall'arrivo di un allenatore, Zeman, che al di là dei risutlati, gode di grande carisma.

E' mutata, di conseguenza, anche la geografia del tifo. Fino a un anno fa la Juventus era la squadra "più amata" in tutte le aree del Paese. Ora non più. Superata dalla Roma nelle regioni del centro e dal Napoli nel Mezzogiorno.

E' difficile, in conclusione, non evocare un parallelo con la politica. D'altronde, il rapporto fra calcio e politica si è rafforzato, negli ultimi anni. Basti pensare a come Berlusconi lo abbia utilizzato come modello e come veicolo del proprio soggetto politico. Fin dalla "discesa in campo". Il nome del suo partito, Forza Italia: il grido di sostegno alla Nazionale. I suoi sostenitori, di conseguenza: Azzurri. Le sezioni: "club", come quelle dei tifosi. In generale, il tifo ha surrogato la crisi delle appartenenze e delle bandiere, in tempi di perdita delle identità. D'altronde, il grado di interesse politico dei tifosi è perfino, di poco, superiore a quello della popolazione. Le stesse tifoserie, al di là delle posizioni estreme degli ultrà, mostrano orientamenti politici precisi. Sinistra: i tifosi della Fiorentina. Centrosinistra: la bandiera del Napoli. Centro: quella bianconera. Centrodestra: le suqadre milanesi.

A differenza di quanto è avvenuto in politica, però. scandali e polemiche non avevano compromesso la "fede" dei tifosi, fino a pochi anni fa. Oggi non è più così. La fiducia nel "sistema" appare, infatti, seriamente in declino. Verso i protagonisti del calcio, i giudici e i giudizi dela giustizia sportiva. Difficile "credere" se i risultati e le classifiche degli ultimi dieci anni sono stati rimessi in discussione. A vole rovesciati. Alla fine anche i "fedeli" più convinti cominciano a dubitare. A frequentare i riti con meno passione e regolarità. Mentre i più tiepidi e occasionali, ormai, hanno smesso di andare a messa. Se non raramente. In alcune, poche, festività.

 

DANIELE DE ROSSI jpegambrosini massimoKlose Miroslav MILAN-JUVEyj03 luciano moggiANDREA AGNELLI ANTONIO CONTE JOHN ELKANN BEPPE SIGNORIAURELIO DE LAURENTIS laz43 stadio mezzo vuotoITALIA SPAGNA I TIFOSI SEGUONO LA PARTITA

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…