IL CALIFFO AL CETRIOLO - “SANREMO È FINITO. E POI RICOMINCERÀ PERCHÉ QUESTA PORCHERIA È SENZA TEMPO. NULLA ASSOLUTO. SENZA ARTE NÉ PARTE. È UN CARROZZONE CHE PUZZA DI MORTO - SA DA COSA NASCONO LE FAMOSE PAUSE DI CELENTANO? DALL’AURICOLARE. RECITA PAROLE SCRITTE DA ALTRI. QUINDI È COSTRETTO A FERMARSI, ASCOLTARE I SUGGERIMENTI DALLA REGÌA E POI A RIPARTIRE. LUNGA PAUSA. LUNGO DISCORSO - MORANDI, SEI PATETICO. E I GIOVANI TI RIDONO DIETRO”…

Malcom Pagani per Il Fatto

La sente questa puzza? È odore di politica e a Sanremo, si avverte più forte che altrove. I dirigenti Rai, gli pseudoartisti, questo carrozzone triste e malinconico che da decenni ci ripropone in diretta il peggio della musica italiana. Provo un disinteresse e un'amarezza che non le so dire". E poi ride, Franco Califano, perché certi califfi, anche a 71 anni, in salute precaria e con le tasche vuote, possono permettersi la libertà di parola. La pelle dura aiuta a sopravvivere se nella palude, come disse: "Se sarva solo er coccodrilol".

Califano, Sanremo è finito.
E poi ricomincerà perché questa porcheria è senza tempo. Si ripete ciclicamente ma in realtà non esiste. È vuoto puro. Nulla assoluto. Senza arte né parte.
Duro.
E che vuoi esse tenero cò sta robaccia? Sanremo è come Fati-ma. Il mistero della musica leggera. Non c'è una canzone sola che valga, un artista che spicchi. Solo un panorama di testi imbarazzanti e melodie risibili. Che vuoi salvà? Non si salva nessuno.

Non sempre è stato così.
Infatti, l'unico sentimento che puoi provare è il rimpianto. Perché Sanremo, a suo tempo, ha prodotto anche qualcosa di bello. Il grande Modugno di Volare ad esempio, Mia Martini, Loredana Bertè. Persino la Nilla Pizzi di Grazie dei fiori recitava da gigante rispetto a questi figuranti".

La Bertè c'era anche quest'anno.
L'ho vista. Voglio esse' buono. Diciamo che non mi ha convinto.

Ma non le è piaciuto niente.
Ma guardi che la colpa non è mia. Da settimane sentiamo solo parlare di ingaggi, contratti milionari, mutande invisibili e cazzate. Che uno poi si disamori della vicenda è normale.

Celentano l'ha ascoltato?
Per carità. Tutto sbagliato. I discorsi di Adriano onestamente, me li sarei risparmiati volentieri. Comizi senza amore, niente a che vedere con quelli di Pasolini. Sa da cosa nascono le famose pause di Celentano?

Da cosa?
Dall'auricolare .

In che senso?
Nell'unico senso possibile. Celentano recita parole scritte da altri. Quindi è costretto a fermarsi, ascoltare i suggerimenti dalla regìa e poi a ripartire. Lunga pausa. Lungo discorso. Ci faccia caso.

Ma nel merito?
Nel merito niente, perché quando osservo qualcuno occupare un palco senza contraddittorio e senza lampi d'ingegno, io mi metto da parte. Non sono sicuro neanche che Celentano sappia esattamente cosa dice. Comunque, lo declama senza sentimento.

Senza sentimento?
Ma non si è accorto che siamo in piena glaciazione sentimentale? Io quando salgo sul palco voglio vento, verità, passione e scosse sotto pelle. Se mi devo annoiare o ascoltare una brutta canzone preferisco fare altro.

E le donne presenti?
Bellezze di plastica, a parte Arisa che mi piace come femmina e non come cantante, però. Stè bellone non trasmettono niente, neanche uno straccetto d'emozione, un friccico, nulla. Belén, Canalis, quell'altra bionda, neanche mi ricordo come si chiama. Tutta roba finta, gente che mi dà l'idea di aggiustarsi i capelli e guardarsi allo specchio mentre fa l'amore, temendo di essere in disordine. E far l'amore, si ricordi, è la cosa più importante del mondo.

Perché secondo lei Sanremo non ha funzionato.
Perché come tutto si è sporcato. La tv degli anni 70 era bellissima. Invenzione, rivoluzione. Oggi è tutto falso, penoso, tragicamente ridicolo. I giovani non sanno cosa dire, i vecchi non si tolgono dai piedi. Bisogna sapere quando uscire di scena, se sbagli il momento, rischi di rovinare tutto.

Lei canta ancora però.
Lunedì sera sarò al Sistina, vorrei che qualcuno dei ragazzini impauriti di Sanremo venisse a vedermi, per capire cosa significhi far parte di qualcosa di unico. Forse non capirebbero.

Invece?
Uno strazio. Un Sanremo peggiore dell'anno scorso e dire che sembrava impossibile.

Nel 2011 vinse Vecchioni.
Sulla sua canzone, abbia pazienza, vorrei stendere un velo pietoso.

Una parola buona, Califano.
E come faccio? Prenda Morandi. Ha quasi settant'anni e fa le scale di corsa. Ma che bisogno c'è di mostrarsi giovani e scattanti ad ogni costo? Quando non accetti l'età che passa, ti tingi e nascondi l'anagrafe non sei fico, sei patetico. E i giovani ti ridono dietro.

Ne è sicuro?
Sicurissimo. Share o non share, i veri giovani hanno di meglio da fare che guardare Sanremo. Garantisce il Califfo. Non parlo mai a caso.

 

 

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